La pedofilia e l’aborto

violenza2Monsignor Gianfranco Girotti è il reggente della Penitenzieria Apostolica, l’organo che da secoli, secondo i dettami del Vaticano,
elargisce grazie, assoluzioni, dispense, commutazioni, sanzioni e condonazioni. E, inoltre, esamina e risolve i casi di coscienza che le vengono proposti”.
In questi giorni difficili per la Chiesa di Roma, pesantemente coinvolta in casi di pedofilia spesso coperti dalla curia stessa, la Penitenzieria ha riunito circa 600 sacerdoti per tenere un “corso di aggiornamento” a proposito delle confessioni e delle penitenze; impossibile, quindi, non parlare anche dei recenti casi che stanno minando alle basi la credibilità della Chiesa.

“ I peccati sono sempre gli stessi, – ha spiegato monsignor Girotti in un’intervista concessa a “Il Messaggero” – semmai possiamo parlare di nuove forme di peccato. Aspetti che prima non esistevano e che ora fanno parte della coscienza collettiva. […] Un penitente che si è macchiato di un delitto simile (pedofilia, ndr), se è pentito sinceramente, lo si assolve. E’ chiaro che dinnanzi a casi di persone consacrate soggette a disordini morali costanti e gravi (sottolineo, costanti e gravi) il confessore dopo aver, senza successo messo in atto tutti i tentativi per ottenere l’assoluzione consiglierà di abbandonare la vita ecclesiastica“.
Parole illuminanti e assolutamente credibili, se rilette alla luce dei particolari emersi a proposito dell’atteggiamento dei piani alti delle gerarchie ecclesiastiche nei confronti dei prelati responsabili di abusi e violenze su minori; per Girotti, infatti, non esiste neppure la remota possibilità che un uomo di Chiesa si senta in dovere di denunciare un “collega” pedofilo alle autorità giudiziarie dello Stato.
Il confessore non solo non può imporgli l’autodenuncia, ma non può nemmeno recarsi da un magistrato per denunciarlo. Romperebbe il sigillo sacramentale. Una cosa gravissima. Se lo facesse il confessore incorrerebbe nella scomunica ipso facto, immediata”.

Ma se un qualsiasi prelato può assolvere un fedele o un uomo di Chiesa responsabile di violenze su minori indifesi, lo stesso non può fare con una donna che ha abortito, a meno che non riceva “ una dispensa speciale” dal vescovo.
L’aborto viene considerato un peccato riservato, – spiega ancora Girotti – diciamo speciale. Nel caso specifico è chiaro che la Chiesa vuole tutelare al massimo la vita della persona più debole, più fragile, e cosa c’è di più inerme di una vita che è in divenire e non è ancora nata?”.

Ma a questo bisogna aggiungere che aborto e pedofilia comportano l’ automatica scomunica.
Soltanto che l’aborto può essere rimesso solo dal vescovo o da persone con la sua autorizzazione (durante la messa crismale il vescovo di Fermo ha dato l’autorizzazione a tutti i preti della diocesi per tutto il tempo pasquale, fino alla Pentecoste).
La pedofilia è così grave da essere uno dei 5 peccati che può essere rimesso solo dal papa o da suoi delegati (la penitenzeria).
Nessun prete o vescovo può assolvere un altro per reati di pedofilia o di violazione del 6° comandamento, a norma del can. 1378 del Codice di diritto canonico.
Quindi la parte che dice “Ma se un qualsiasi prelato può assolvere un fedele o un uomo di Chiesa responsabile di violenze su minori indifesi” è puramente falsa, una bugia intellettualmente scorretta.
Se un prelato provasse ad assolvere un altro prelato per questi crimini, l’assoluzione sarebbe nulla, e il confessore verrebbe scomunicato ipso facto.Chiariamoci le idee: Pedofilia e aborto sono due gravissimi crimini e peccati.
Si perdona a chi è veramente pentito del fatto, qualunque esso sia.
Ovviamente se una persona è veramente pentita si autodenuncia.

 

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