Ali spiegate: per cambiare occorre “consapevolezza”

La consapevolezza è il seme della crescita, se manca, l’individuo non diventerà mai maturo.

Avere consapevolezza di se stessi non è affatto facile. Infatti, come ha scritto Pirandello “ciò che conosciamo di noi è solamente una parte, e forse piccolissima, di ciò che siamo a nostra insaputa”.

La consapevolezza di sé ha a che fare con il conoscere se stessi.
Spesso gli individui non si conoscono e hanno errate percezioni di sé, ovvero sentono di essere persone con determinate caratteristiche, ma nella realtà essi non trovano riscontro di quello che credono: la realtà rimanda aspetti diversi o contrari rispetto a ciò che si percepisce.
Ad esempio, qualcuno si reputa inetto, antipatico, e invece i fatti dimostrano il contrario; viceversa sente di essere gentile, generoso e cordiale eppure non riesce a stabilire relazioni amicali, e così via. Sono esempi per farci comprendere che spesso si hanno credenze errate di sé, e questa è una conseguenza di una mancanza di consapevolezza.
Stessa considerazione vale per quelle che si individuano come proprie risorse, limiti, bisogni, credenze, preferenze e soprattutto emozioni.

La consapevolezza emotiva è la base per una buona consapevolezza di sé.

Consiste nel saper riconoscere i segnali emotivi del proprio corpo e dare un nome alle emozioni che si provano. Sono le emozioni che ci “informano” sulle nostre preferenze, gusti, bisogni… Ci informano per poi guidarci.
Cosa rende difficile il processo di consapevolezza? Il giudizio, i filtri attraverso i quali
ci osserviamo. Imparare ad osservare obiettivamente è una abilità che si educa, che occorre allenare. Le persone, quando osservano se stessi e gli altri, giudicano, si fanno influenzare da numerosi filtri interiori ed esteriori. È come guardare la realtà da un vetro sporco e opaco, oppure con gli occhi lucidi di pianto, convinti che il vetro sia limpido. L’osservazione obiettiva è difficile, perché la realtà stessa è frutto di una percezione personale. Il lavoro su di sé consiste nel riconoscere obiettivamente le percezioni e le emozioni che si sentono e saperle contestualizzare. Faccio qualche esempio: se io riconosco la sensazione di insicurezza e ansia che mi pervade prima di un esame e riesco a risalire a questa emozione come conseguenza della svalutazione o del rimprovero subito da bambina/o ogni volta che mostravo un compito ai miei genitori o maestri, comprendo che la mia insicurezza non è legata alla mia incapacità di studiare per un esame, ma ad una mia scarsa autostima. Questo ovviamente cambia la mia prospettiva e mi darà la possibilità di lavorare e migliorare la mia autostima piuttosto che arrendermi e decidere di lasciare gli studi.
Questo esempio si può applicare su ogni emozione. Occorre imparare ad avere la consapevolezza di se stessi, la conoscenza del proprio mondo interiore. L’inconscio è la finestra attraverso cui affacciarsi alla realtà che si vive. Dunque, avere accesso al proprio io
attraverso una osservazione obiettiva, saper guardare i propri limiti senza giudizio, le proprie risorse senza esaltazione, con il giusto equilibrio, ci darà la possibilità di essere persone consapevoli. Una consapevolezza che si conquista durante tutta la vita, che va sempre rinnovata dato che la realtà è un prisma che riflette tante parti di sé.
Questa conoscenza offre il dono di cambiare la realtà che non ci piace, di attuare scelte consapevoli, di impegnarsi per raggiungere i propri obiettivi, di credere nei propri sogni.

Un aiuto in questa direzione ci viene dalla meditazione.

Questa è certamente la pratica che ci allena all’auto osservazione, all’ascolto attivo, alla concentrazione. Educa ad essere presenti a se stessi, e dunque accresce la propria consapevolezza.
Ti invito a questo punto del nostro percorso a tracciare un tuo profilo di consapevolezza: quali sono i tuoi punti di forza, le tue aree di debolezza, le tue preferenze, i tuoi bisogni, desideri, le tue reazioni quando vivi determinate esperienze, le tue emozioni. Prova a tracciarlo senza filtri e senza giudizio. Con questo il primo passo verso il cambiamento è delineato. Io ti aspetto per il secondo passo, per tracciare un altro percorso insieme.

Dott.ssa Anna Sabatino, psicologa
Cell. 366.338.1415
Teafabiana73@gmail.comSeguimi su Facebook Tea fabiana

LASCIA UN COMMENTO

Per Favore scrivi il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome