Che cosa sono i vizi capitali?
I sette vizi capitali sono quei comportamenti che rispecchiano la nostra vita interiore. Sono inclinazioni dell’animo umano che finisce per soccombervi e non più dominarli. Conoscere se stessi, allora, diventa un passo molto importante, solo che spesso ne abbiamo paura, probabilmente perché scopriamo molte volte di essere ciò che non vorremmo essere, e questa scoperta non ci fa certo piacere. La chiesa cattolica parla di vizi capitali, e nel corso della storia li ha considerati “peccati”, ma più che altro del peccato ne sono il frutto. La dottrina cristiana ne cita sette ma ne esistono molti di più alcuni sono nuovi, cioè tipici del nostro tempo e della nostra società.
L’ira: l’ira si manifesta in modo esagerato in tutto quello che accade nella nostra vita quotidiana. Spesso ci adiriamo per quello che succede intorno e per cose di poco valore, in realtà, non è da tutti adirarsi con la persona giusta al momento giusto. Sdegnarsi per le ingiustizie, per la falsità e per l’ipocrisia di tanti comportamenti pubblici e privati non solo è giusto, ma è normale per le persone che hanno una coscienza moralmente attenta. L’ira è una manifestazione di rabbia, rabbia interiore che si scatena per insicurezza personale. (Voglio saperne di più)
La superbia: secondo la Chiesa è uno dei sette vizi peggiori che ci siano perché con questo sentimento si tenderebbe a porsi ad un livello superiore a Dio stesso. Il superbo è una persona antipatica ed insopportabile, è un ambizioso affamato di riconoscimenti, ma anche un presuntuoso, arrogante e ipocrita e per completare un terribile egoista che pensa solo a se stesso. Ma nonostante ciò la sua vita non è né facile, né felice. La mancanza di riconoscimento lo fa sprofondare nell’invidia. Il confronto con la realtà gli rode l’animo, e il senso di inferiorità lo porta a cercare nuovi riconoscimenti ed affermazioni.
L’invidia: L’invidia che ci piaccia o no è una terribile frustrazione all’interno di noi. Il termine invidia dal latino in-vidia come dice la stessa parola significa “vedere il male”, cioè rende il nostro occhio cattivo, al punto tale da non vedere più l’atro ed a volerne addirittura la sparizione. Se prestiamo attenzione alle sue conversazioni ci rendiamo conto che l’invidioso è una persone triste e scontenta. Nonostante gli apparenti modi cordiali cova sentimenti negativi che nascondono il rancore, l’ostilità e talvolta odio verso chi ha qualcosa che lui non ha. Infatti l’invidia è qualcosa che non dà nessun piacere, anzi provoca tristezza, paura ed ansia e non conosce soddisfazioni, è quindi un tormento infinito. (Voglio saperne di più)
La lussuria: E’ il desiderio irrefrenabile del piacere sessuale fine a se stesso. Il suo lessico è costituito da grugniti e suoni animaleschi. Secondo me, a quanto appare dal linguaggio dei media abbiamo a che fare con un vizio ampiamente diffuso nella società. La sessualità è uno degli aspetti fondamentali della nostra vita relazionale, mentre la lussuria è il vizio che perverte la sessualità propria di ogni persona in piacere sessuale, riducendo l’uomo o donna solo in un corpo o a parti di esso.
L’avarizia: L’avarizia è la scarsa disponibilità a spendere e donare ciò che possediamo. L’avaro ha il solo desiderio spasmodico di accumulare denaro a tutti i costi. Infatti l’avanzare dell’età fanno nascere in lui ansie e paure che lo portano ad un risparmio ossessivo. La sua avidità gli si ritorce contro, annulla totalmente la solidarietà e generosità verso glia altri, conducendolo verso una profonda vita solitaria che glia fa perdere il senso di quanto sia più pregante il dare piuttosto che il ricevere.
La gola: Meglio conosciuta come ingordigia è abbandono ed esagerazione verso i piaceri della tavola e non solo. L’esagerato mangiare e bere indebolisce nella persona la capacità di autocontrollo su tutti i fronti. Questa voglia continua di mangiare a tutte le ore è spesso un segnale di un vuoto interiore, di un bisogno di riconoscimento che si cerca di colmare riempendo lo stomaco. Spesso la mancanza di affetto spinge queste persone all’abbuffarsi. Infatti la soluzione va ricercata altrove, cioè in rapporti familiari e relazioni positive che danno al soggetto maggiore stima e sicurezza per affrontare il presente e il futuro.
L’accidia: Da molti è considerata il male dell’anima, per altri è negligenza, indifferenza, pessimismo, noia, eccetera. L’accidioso è di per sé una persona spenta, tutto gli pesa dentro, gli manca qualcosa che lo faccia sentire vivo. Egli non è né un pigro e né un fannullone perché certamente lavora, ma svolge le proprie mansioni come uno scolaro svogliato. La vita è per lui una fatica e quando diviene più pesante l’accidioso svolge il suo lavoro con un attivismo esasperato.
Si possono dominare i vizi capitali?
Sì, si possono vincere queste tendenze negative, queste “cattive abitudini” che si impossessano di noi e ci spingono dentro ad una solitudine esistenziale. Ci vuole pazienza e perseveranza, non abbattersi davanti agli insuccessi ma ci vuole soprattutto un cuore aperto che sappia scoprire il volto di Dio negli altri e in tutto ciò che facciamo perché anche dentro di Noi il Signore non disdegna di abitare.
Caterina Scordo
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