Chi erano gli Scribi al tempo di Gesù

Nei vangeli, spesso vengono associati, ma scribi e farisei in realtà rappresentavano due gruppi completamente diversi in Israele al tempo di Gesù.

Il termine ebraico che li definisce è sofer, in greco grammateus, che indicherebbe più che uno scrivano, un saggio, letteralmente “uomini del libro o della Legge”.
Sono chiamati “dottori della Legge”, Rabbi, cioè maestri perché essi sono gli specialisti della Scrittura e per questo godevano di un prestigio incontestato. La causa di tale ascesa sociale probabilmente era dovuta alla decadenza della monarchia ed al fallimento del sacerdozio per cui la religiosità finì per concentrarsi nella conoscenza e nella pratica della Torah. La Legge divenne l’unica guida spirituale del popolo e coloro che erano in grado di leggerla, interpretarla ed applicarla acquistarono un potere enorme. Nascono così le sinagoghe che erano case di preghiera, di studio e di riunione dove la presenza del sacerdote non era più indispensabile.
Il gesto cultuale che si esercitava solo nel tempio di Gerusalemme divenne di secondaria importanza a favore della pratica personale della Legge. Meno sacrifici e più lode a Dio nei gesti quotidiani, questa era la nuova tendenza (molto attuale anche adesso nel sentire comune) col rischio denunciato da Gesù stesso, di un legalismo esasperato che caricava gli uomini di un fardello di minuzie che mascheravano l’essenziale.
La pratica e la conoscenza della volontà di Dio, ridotte ad applicazioni legalistiche, diventavano in questo modo appannaggio solo di iniziati e non più vita reale proposta a ciascun uomo.

Si capiscono così le delegazioni di scribi inviati prima a Giovanni Battista e poi a Gesù, per verificare il comportamento e l’insegnamento che questi portavano avanti. Ovviamente la visione di Gesù, così libera e innovativa, doveva necessariamente sfociare in tutte quelle dispute che i Vangeli ci riportano. Si comprendono così le critiche che essi facevano a questo Maestro così diverso da loro, che osava interpretare la Legge secondo parametri totalmente differenti da quelli classici e per di più con tanta autorità da stravolgerne spesso il significato originario.
D’altro canto è giusto sottolineare che probabilmente tanta acredine verso questa istituzione di sapienti più che a Gesù stesso dovette risalire ai primi tempi della predicazione degli apostoli e a quando vennero redatti i vangeli, nel momento in cui Israele come Stato non esisteva più e gli scribi si erano organizzati in una classe di rabbini istutuzionalizzato che tentava di salvaguardare una religione ebraica ormai in dissoluzione.

Saverio Schirò

fonte: A.G. e P.Grelot, Introduzione al Nuovo Testamento, Vol 1, agli inizi dell’era cristiana, Roma 1980

2 COMMENTI

  1. ho appena letto un versetto della bibbia..in cui Dio critica questi scribi, leggendo questo versetto e prima ancora di leggere questo post ho subito pensato a molti sacerdoti della nostra chiesa cattolica..mi ha sorpreso molto.. vorrei chiedere se è azzardato e blasfemo un confronto del genere? o se deriva semplicemente da una mia incapacità

    • Cara Francesca, né blasfemo, né azzardato il tuo pensiero. Anche io a volte penso che se Gesù tornasse oggi, sono certi rappresentanti della chiesa istituzionale che bacchetterebbe come ai suoi tempi e non certo a molti di noi poveracci peccatori.
      Dopotutto, se il Vangelo mantiene una attualità perenne, il paragone sembra logico e immediato. Il tutto sta a vederlo.
      Grazie per la riflessione.

LASCIA UN COMMENTO

Per Favore scrivi il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome