La concezione cristiana della sessualità

Tratto da "Cristo Inedito" l'unico libro, piccolissimo, in cui viene sintetizzata l'enorme esperienza teologica di Padre Nicola Verga.

Nella Genesi 1,27 si ha: “Dio creò l’uomo a sua immagine a immagine di Dio to creò; maschio e femmina li creò”. La cosa è ribadita al capitolo 5,1-2. Nei testi citati si insiste, maschio e femmina (sesso). Mi pare allora che sia evidente che Dio voglia rivelare che creando i sessi egli abbia voluto riprodurre una sua immagine fuori di sé.
Non mi si dica che l’uomo è immagine di Dio perché dotato di intelligenza e libertà e perciò è capace di ani liberi e responsabili, proprio come Dio. Questo l’uomo lo è indipendentemente dal suo sesso, né spiega l’insistenza: “maschio e femmina li creò” e “ad immagine di Dio li creò”.
D’altro canto, questa sarebbe un’immagine di un Dio astratto, relegato nella sua assoluta trascendenza, al quale l’uomo arriva senza scomodare la Rivelazione, come ci arriva Platone, Aristotele o Einstein e chiunque crede in Dio, e come suggerisce la Rivelazione stessa. Nella Rivelazione, ossia in Cristo, Dio si presenta come il “Vivente”, ossia la “Vita”, che vuole comunicare a noi uomini.
Sorge quindi spontanea la domanda: Quale immagine di sé stesso vuole creare Dio creando il sesso?
Credo che la risposta più ovvia sia: un’immagine di sé in quanto “Vivente”. Questo è consono all’essenza e allo spirito della Rivelazione, nella quale Dio si rivela come il “Vivente” che vuole comunicare la sua vita a noi. Ma Dio, lo sappiamo con chiarezza, è il Vivente perché è trino. La sua vita è concretizzata nelle due operazioni dette “ad intra”, che sono la generazione del Figlio e la processione (dal latino procedere) dello Spirito Santo. Tutta qui la vita trinitaria di Dio, che in Cristo dona a noi. In questa prospettiva allora l’uomo è l’immagine del Verbo eterno e la donna immagine dello Spirito Santo.
È in questa complementarietà che il cristiano deve vedere il sesso alla luce della Rivelazione. È anche in questa complementarietà, immagine della complementarietà tra Verbo e Spirito Santo nella vita trinitaria di Dio, che noi uomini possiamo essere partecipi della stessa v’ita trinitaria. In questa prospettiva, la genitalità, ossia la capacità di riproduzione, concretizzata negli organi sessuali maschili e femminili, diventa una cosa di secondaria importanza relegata all’arco della vita terrena.
Anche questo si può dedurre dalla Rivelazione.
Gesù e MariaDifatti in Cristo noi abbiamo che alla prima coppia, che si presenta alla mente di Dio, questi non permette nessun uso della genitalità. E’ appena necessario precisare che per Dio la prima coppia – che poi è quella che meglio e più di qualsiasi altra realizza il suo progetto – non è Adamo-Eva, ma Cristo-Maria, sua madre. In questa coppia la genitalità non la volle nemmeno sfiorata. La Madre di Gesù fu perfettamente vergine nel corpo e nello spirito prima, nel e dopo il Parto. Dio più assoluto di così non poteva essere.
Ora io dico, se la procreazione nel progetto originario di Dio in Cristo fosse stato lo scopo principale del sesso, proprio questa coppia egli doveva mettere in condizione di procreare.
D’altro canto, nella diatriba con i Sadducei, Cristo afferma categoricamente che alla risurrezione finale ne si mariteranno ne si ammoglieranno (Mt.22,23-30; Mc.12,18-25; Lc.20,27-36). È evidente che per Gesù la genitalità è legata all’arco della vita presente.
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