Ed ora è arrivato whatsapp!!.

Fatti dare i compiti, telefona e fatti dare i compiti!! Questo era il tormentone che tuonava nelle stanze della mia casa quando, raramente, non andavo a scuola. Mia madre non smetteva di invitarmi a telefonare ai miei compagni fino a quando, sfinita, non eseguivo.
E ciò è accaduto fin dalla prima elementare fino al liceo. A nessuno sarebbe mai venuto in mente di far chiamare la mamma o il papà, tanto meno esistevano i “gruppi” o le “mailing list”.
A malincuore forse, ma si provvedeva personalmente a chiamare, magari il compagno meno simpatico, ma il più bravo e attento che dettava al telefono i compiti, pagina per pagina, esercizio per esercizio.
Ed ora è arrivato whatsapp e sono arrivati i gruppi, di classe, dei docenti, ma anche dei genitori che si assumono l’onere di comunicare i compiti per casa dei loro figli attraverso la rete, di dare informazioni sulle gite, le entrate anticipate, gli scioperi, sollevando i loro figli da qualsiasi iniziativa e prestando soccorso dinnanzi alle piccole difficoltà e necessità tipiche della loro età, tessendo una rete di relazioni tra genitori che spesso è motivo di incomprensioni, malintesi e dissapori.
Diamo merito alla tecnologia, alle innovazioni e alle moderne forme di comunicazione che hanno semplificato la trasmissione delle informazioni e ci consentono di stare al centro del mondo, ma non dimentichiamo, più che mai oggi in tempo di regali natalizi, che i nostri ragazzi hanno bisogno di essere stimolati, di essere messi di fronte alle difficoltà piccole e grandi per poter crescere in autonomia, per accrescere la propria autostima, per non avere, da adulti, bisogno degli altri ed essere in grado di vivere, con dignità e consapevolezza la propria vita familiare e professionale.
E allora ben venga whatsapp, ma utilizziamolo con la consapevolezza che ciò che scriviamo “resta”, che le parole hanno un significato reale, che spesso sostituendoci ai nostri figli e intromettendoci nelle loro relazioni tra pari, diamo solo un apparente ed immediato sostegno, ma rischiamo di dare un altro peso alle parole e talvolta fraintendere le loro volontà o di ostacolarle.
La scuola e le famiglie fanno parte di un’unica comunità educante, si lavora all’unisono per favorire la crescita delle nostre bambine e bambini, delle nostre ragazze e ragazzi. Una crescita all’insegna del progresso, ma anche dell’autonomia, dei sani valori, dell’autostima, della comprensione e del rispetto dell’altro e del senso di appartenenza.
Un caro e sincero augurio di Buon Natale e Felice anno nuovo a tutti.

Iole Ciaccio
Dirigente dell’Istituto Comprensivo Statale “Michelangelo Buonarroti” di Palermo

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