Molte volte ci chiediamo perché i nostri buoni propositi non vanno in porto. Abbiamo capito che qualcosa non va nella nostra vita, il nostro tempo ci pare sprecato, vorremmo rimetterci in forma fisicamente, leggere di più, organizzare meglio le nostre giornate. A volte si tratta di cambiamenti più radicali: abbandonare una relazione che ci intossica, dire basta ad un rapporto ormai finito, lasciare indietro vecchi amici che ci ostacolano nel nostro cammino, continuare un percorso di liberazione che abbiamo intrapreso, cambiare definitivamente la direzione della nostra vita.
Molti di questi propositi sono in realtà quelli che io chiamo “pii desideri” cioè vaghi desiderata che davvero non vogliamo perché ritenuti troppo al di sopra delle nostre possibilità o perché provengono da malesseri esagerati per situazioni non proprio negative o perché siamo troppo deboli per attuarli. Diciamo che vorremmo, ma non ci crediamo nemmeno noi e rimangono lì ad illuderci che un giorno magari…
Altre volte, invece, sono desideri fortissimi che ci emozionano al solo pensarli realizzati. E tuttavia rimangono sempre nell’anticamera delle decisioni da prendere. Perché accade? Come ci ha illustrato magnificamente la nostra psicologa Tea Fabiana nel suo articolo, “Cambiare per stare meglio: ecco come fare“, davanti alla prospettiva e al proposito di cambiamento si innescano meccanismi di resistenza che ci bloccano e tendono a farci rimanere nello status quo. Meccanismi tutti interni a noi stessi che lasciano irrealizzati i nostri desideri e in definitiva lasciano con un senso di incompiutezza la nostra vita.
Vi sono però, altre forme di resistenza che non sempre vengono prese in considerazione ma hanno il loro peso nell’immobilismo che si crea nella nostra esistenza: sono le influenze esterne.
Esatto, le ingerenze esterne di coloro che ci stanno attorno, consorti, amici, parenti, conoscenti che messi al corrente dei nostri desideri, ci bocciano: “Non ce la puoi fare…” “A che ti serve?…” “Ma ci hai pensato bene?” “Non si fa!” “Non ti fidare!..” e giù consigli, perplessità, dissuasioni, sensi di colpa, allarmismi, sfiducia e tutta una serie di considerazioni negative che rafforzano le nostre resistenze interne. E più siamo vicini ai nostri dissuasori e più ci assalgono i dubbi e le paure oltre al meccanismo secondo il quale cerchiamo di assecondare le aspettative che gli altri hanno su di noi e noi non vogliamo deludere.
Ci vuole coraggio. Per essere liberi ci vuole coraggio e per essere se stessi ne occorre di più. Coraggio di rischiare e anche di perdere se è il caso. Rischiare il fallimento, rischiare di sbagliare, rischiare di perdere chi non ci capisce, rischiare di intraprendere un cammino che non sappiamo dove ci porterà. Rischiare di vivere, insomma! Perché secondo me è mille volte meglio rischiare e perdere, che non vivere affatto.
Ci vuole, ovviamente, oculatezza, senso di responsabilità, maturità, studio delle possibilità e delle strategie, ma se davvero hai un desiderio nel cassetto del tuo cuore, fai di tutto per realizzarlo. Fai! Perché un desiderio non cambia nulla, ma una decisione può cambiare tutto.
Saverio Schirò