Manoscritti del Nuovo Testamento

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Quando parliamo dei Manoscritti del nuovo Testamento ed in particolare dei Vangeli, dobbiamo subito chiarire che non abbiamo gli originali, andati irrimediabilmente perduti.
I primi testi sono stati sicuramente scritti su papiro, inizialmente in rotoli, poi in codici, cioè legate a libro; più tardi anche su pergamena, cioè pelle di capra lavorata. Sono materiali comunque molto precari che si deteriorano facilmente (i papiri particolarmente). Ciò ha imposto che le copie rovinate dall’uso venissero riscritte abbastanza frequentemente e di conseguenza aumentavano gli errori di copiatura che si tramandavano copia dopo copia. Se poi immaginiamo che le varie copie si sviluppavano in diverse aree geografiche, si capisce il perché si ritrovano tantissime trascrizioni riconosciute errate dai critici del testo, gli studiosi che devono ricostruire il più fedelmente possibile il testo ritenuto più verosimile all’originale perduto.
I documenti su cui lavorano si chiamano Testimoni del testo, cioè esemplari manoscritti giunti fino a noi dopo un indefinito numero di trascrizioni, piene di differenze testuali frutto di errori di copiatura, di correzioni, di modificazioni, di revisioni.
I testimoni del testo sono di varia natura. Diretti se riproducono direttamente il testo sacro, per intero o per frammenti. Indiretti se sono citazioni tratte da opere liturgiche o letterarie. Infine ci sono le Versioni antiche, cioè le traduzioni in altre lingue.
Questo vale anche per l’Antico Testamento (Manoscritti della Bibbia)

I TESTIMONI DEL TESTO DEL NUOVO TESTAMENTO

  • testimone del NTDel testo greco del Nuovo Testamento possediamo più di 2500 manoscritti. Di questi i più importanti sono i circa 266 manoscritti maiuscoli o unciali, scritti cioè in caratteri maiuscoli alti circa un’oncia (poco meno di un pollice) e un centinaio di papiri. Per identificarli vengono usate:
  • Una lettera maiuscola dell’alfabeto o un numero preceduto dallo zero (come A B C… o 047, 048…) per i codici maiuscoli.
  • La sigla “P” con un esponente (per es. P52) per i papiri;
  • Un numero (es. 13, 16…) per i codici minuscoli, cioè scritti in calligrafia corrente.
    I codici maiuscoli vanno dal III secolo fino al secolo XI; i minuscoli dal IX secolo fino alla scoperta della stampa.

 Codici Maiuscoli più importanti

Codex_Vaticanus_B,_ B=03: Codice Vaticano, del IV secolo.
Conservato nella Biblioteca Vaticana.
Contiene l’Antico Testamento (nella versione dei LXX) e il Nuovo Testamento con lacune. Comprende attualmente un totale di 759 fogli. Ciascun foglio misura cm. 27×27. Il testo su ciascuna pagina è organizzato in tre colonne di 40 righe ciascuna, con 16-18 lettere per rigo. Tutte le lettere sono di uguale grandezza ed in scriptio continua, cioè senza spazi.
Il codice appare mutilo e con fogli di rimpiazzo presi da altri manoscritti.
Codex_Sinaiticus_o S=01: Codice Sinaitico, del IV secolo.
Conservato nella National Library di Londra.
Scoperto in due riprese (1844 e 1859) da Costantino Von Tischendorf nel monastero di S. Caterina sul Sinai.
Il codice consta di 346 fogli di pergamena, scritti su quattro colonne. In origine conteneva l’Antico Testamento nella versione detta dei LXX, il Nuovo Testamento per intero e in più la Lettera di Barnaba e il Pastore di Erma, due antichi scritti cristiani.
A=02: Codice Alessandrino, del V secolo. Conservato nella National Library di Londra
è composto da 773 fogli di pergamena e le pagine misurano 32×26 cm. Il testo del codice è scritto su due colonne in carattere onciale (maiuscolo). Le parole sono scritte senza spazi intermedi (scriptio continua). Contiene il testo dell’Antico Testamento nella traduzione greca della Settanta, tutti i libri del Nuovo Testamento e la Prima e la Seconda lettera di Clemente, testi cristiani non entrati a far parte del canone biblico.
Codex_ephremi o palinsesto C=04 Codice palinsesto, del V secolo.
Conservato nella Biblioteca Nationale di Parigi.
È detto di “Efrem riscritto”, perché nel secolo XII, dopo raschiatura del testo biblico, vi furono riscritte opere di S. Efrem.
Il codice conta 209 fogli che misurano circa 33 per 27 cm ciascuno. Il testo è su una sola colonna per pagina. Contiene A.T. e N. T. con numerose lacune.
codex_bezae D=05: Codice di Beza del V secolo.
Conservato nella Biblioteca della Università di Cambridge, è chiamato Cantabrigensis.
Teodoro Beza, successore di Calvino, lo donò nel 1581 all’Università inglese.
E’ scritto su pergamena con una colonna per pagina con il testo greco sulla pagina sinistra e quello latino sulla destra. Conta attualmente 406 fogli, ma ne mancano. Le pagine misurano 26 x 21,5 cm. Le prime tre linee di ogni libro sono scritte in rosso, quindi l’inchiostro rosso e nero alternativamente.
Contiene in modo frammentario i Vangeli, gli Atti degli Apostoli e la terza lettera di Giovanni.
 Claromontanus_2_greek Dp=06: Codex Claromontano del VI secolo.
Conservato nella Biblioteca Nazionale di Parigi.
Così chiamato perché per lungo tempo rimase nel monastero di Clermont. Originariamente conteneva integralmente il testo in greco e latino delle lettere di Paolo, inclusa la Lettera agli Ebrei, in 533 fogli in pergamena, di formato 24,5 x 19,5 cm. Il testo è su una sola colonna per pagina. Il codice contiene anche il Catalogus Claromontanus, del IV secolo, che elenca i libri considerati canonici dove sono inclusi anche la Terza lettera di Paolo ai Corinzi, gli Atti di Paolo, l’Apocalisse di Pietro, la Lettera di Barnaba, e il Pastore di Erma.
 Immagine correlata W=032: Codice di Washington, del V sec. Conservato Freer Gallery of Art a Washington. Il codice è in pergamena ed è formato da 187 fogli; 20.75 x 13.75 cm. Contiene i Vangeli nell’ordine preferito dagli antichi in Occidente: Mt, Gv, Lc, Mc.


Papiri più importanti

(tutti scritti su fronte e retro, quindi provenienti da codici)

papiro ryland P52: Papiro di Ryland del 120-130.
Manchester «John Ryland’s Library»
È considerato il più antico manoscritto conosciuto del N.T.  Gli studiosi sono divisi riguardo la datazione, basata solamente su confronti paleografici, cioè la caratteristica della scrittura. Tuttavia se accettata la versione iniziale che lo colloca intorno al 125, solo una copia lo dividerebbe dall’originale collocando lo scritto di Giovanni alla fine del I secolo.
Contiene Gv 18,31-33 nel fronte e Gv 18,37-38 nel retro.
gospels-biblical-chester-beatty-library- P45, P46, P47: papiri di Chester Beatty, prima metà del III secolo. Furono acquistati in Egitto dall’inglese A. Chester Beatty negli anni 1939-31.
P45 si componeva di circa 220 fogli 25 x 20 (solo 30 conservate) e riporta i quattro Vangeli con molte lacune.
P46 si compone di 86 fogli. La dimensione delle pagine è di circa 28x16cm con un’unica colonna di testo e riporta le lettere di san Paolo con molte lacune. Datato intorno al 200.
P47 si compone di 2 frammenti e contiene brani dell’Apocalisse.
Custoditi alla Chester Beatty Library di Dublino
papiro di bodmer P66: Papiro di Bodmer II intorno al 200, conservato nella Biblioteca Bodmeriano di Cologny (Svizzera). Contiene quasi per intero Gv 1-14 e frammenti dei capitoli seguenti.

P75: Papiro Bodmer XIV-XV dell’inizio del III secolo. Conservato nella Biblioteca Apostolica Vaticana.
Contiene gran parte di Lc e dei primi 15 capitoli di Gv.

P72: Papiro Bodmer VII-VIII del III-IV secolo. Contiene il testo più antico finora ritrovato della lettera di Giuda e delle due lettere di Pietro.


Versioni latine antiche

Con la diffusione del messaggio cristiano in Italia, in Gallia e in Spagna, sin dalla fine del I secolo si avvertì il bisogno di una versione latina dei testi sacri per coloro che non capivano il greco. Sappiamo dell’esistenza di una versione antica, detta Vetus latina, già dal 180 circa e negli anni seguenti, dalle citazioni dei Padri. Esistono pochi codici e frammenti ma molte citazioni dei Padri latini.
L’altra versione, che poi diventò quella ufficiale della chiesa cattolica è la cosiddetta Volgata, cioè «divulgata, diffusa», tradotta da san Girolamo alla fine del IV secolo. È molto importante perché l’A.T. è tradotto direttamente dall’Ebraico, mentre il N.T. è una versione riveduta su alcuni codici greci, della Vetus Latina.

Saverio Schirò

Fonti: V. MANNUCCI, Bibbia come Parola di Dio, Brescia 1985
Wikipedia,  Papiri del Nuovo Testamento e voci correlate.

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Saverio Schirò
Amministratore del Sito. Appassionato di Spiritualità e Teologia

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