Cominciamo a conoscere la sacra Bibbia

La Bibbia è il libro sacro dei cristiani ma sono pochissimi coloro che la conoscono. Cominciamo adesso a fare i primi passi per orientarci tra le sue pagine.

Cominciamo col termine, Bibbia: Bíblos, in greco, indicava la corteccia interna e fibrosa del papiro, che cresceva abbondantemente in Egitto e costituiva l’antico materiale dove si poteva scrivere. Il derivato to biblíon significò pertanto il libro, lo scritto. Nella Chiesa greca, s’impose poi la forma plurale ta biblía (i libri). Questa forma, nel medioevo, fu trasformata in femminile singolare – «la Bibbia» – e così è arrivata fino a noi, oggi.
In realtà il termine sarebbe più corretto al plurale perché più che di un libro si tratta di una raccolta di libri, alcuni dei quali molto brevi (la Lettera a Filemone si compone di soli 25 versi), altri più estesi (il libro di Isaia contiene 66 capitoli). Una biblioteca, dunque, scritta da diversi autori e in epoche diverse.

All’Antico Testamento vennero annessi sette libri che non si trovano nel Bibbia ebraica, ma solo nella Settanta (LXX), che è la sua traduzione greca.
Essi sono Tobia, Giuditta, 1 e 2 Maccabei, Sapienza, Siracide, Baruc. Questi sette libri  sono noti come «libri deuterocanonici». Dai Riformatori, essi furono esclusi dal canone, mentre furono riconosciuti Scrittura Sacra dal Concilio di Trento nel 1546. La Chiesa orientale, nel 1672, si decise in favore di alcuni di essi. 

Fino al secondo secolo inoltrato (200 d.C.), era considerata Scrittura Sacra solo la Bibbia degli Ebrei. Quando cominciarono ad essere accettati come libri sacri anche gli scritti del Nuovo Testamento, i libri della Bibbia ebraica non vennero sostituiti, ma riconosciuti dalla chiesa delle origini come libri «canonici», e dunque normativi anche per la fede dei credenti in Cristo.
Si formò così la Bibbia cristiana, con due parti principali: Antico Testamento (AT) e Nuovo Testamento (NT).

Tentiamo adesso di presentare uno schema di struttura dei libri dell’AT e di quelli del NT. I sette «libri deuterocanonici» vengono identificati con un asterisco.
I libri dell’AT sono 46.
I libri del NT sono 27.

 ANTICO TESTAMENTO

–  Torah (Pentateuco): Genesi, Esodo, Levitico, Numeri, Deuteronomio.
– Libri storici: Giosuè, Giudici, Rut, 1 Samuele, 2 Samuele, 1 Re, 2 Re, 1 Cronache, 2 Cronache, Esdra, Neemia, Tobia*, Giuditta*, Ester (aggiunte LXX*), 1 Maccabei*, 2 Maccabei*.
– Libri sapienziali: Giobbe, Salmi, Proverbi, Qohelet, Cantico dei Cantici, Sapienza*, Siracide*.
– Libri profetici: Isaia, Geremia, Lamentazioni, Baruc*, Ezechiele, Daniele (Dan 13-14*), Osea, Gioele, Amos, Abdia, Giona, Michea, Naum, Abacuc, Sofonia, Aggeo, Zaccaria, Malachia.

NUOVO TESTAMENTO

–  Vangeli e Atti: Matteo, Marco, Luca, Giovanni, Atti degli Apostoli.
Lettere apostoliche: Romani, 1 Corinzi, 2 Corinzi, Galati, Efesini, Filippesi, Colossesi, 1 Tessalonicesi, 2 Tessalonicesi, 1 Timoteo, 2 Timoteo, Tito, Filemone, Ebrei. Giacomo, 1 Pietro, 2 Pietro, 1 Giovanni, 2 Giovanni, 3 Giovanni, Giuda.
–  Apocalisse.

Le lingue della Bibbia
La Bibbia parla tre lingue: l’ebraico, l’aramaico e il greco.
Quasi tutto l’Antico Testamento fu scritto in ebraico. Alcune sezioni di libri nella edizione Ebraica sono scritte in aramaico ma si tratta di pochi capitoli. In greco furono scritti originariamente Sapienza e 2 Maccabei. Vi sono poi libri o parti di libri che sono giunti a noi in greco, ma si tratta di traduzioni dall’ebraico. Dell’AT esiste anche una versione tradotta tutta in greco (fatta per gli ebrei che non vivevano in Israele e dunque non conoscevano la lingua ebraica) chiamata versione dei Settanta perché secondo la tradizione fu tradotta da settanta saggi.
Il Nuovo Testamento (NT), invece, fu scritto tutto in greco.
San Gerolamo la tradusse successivamente dal greco al latino.

Il testo della Bibbia

rotolo di papiroIl supporto più comune usato sin dall’antichità per scrivere (e dunque per scrivere anche la Bibbia) fu il papiro. Si usava lo stelo del papiro, che cresceva abbondantemente sulla riva del Nilo, tagliato a strisce, incrociate, poste una sull’altra e poi incollate, pressate e lisciate. Si ottenevano così dei fogli sui quali si scriveva per mezzo di inchiostro o colore usando un pennino o un pennello. I singoli fogli venivano poi incollati o cuciti uno dopo l’altro ottenendo strisce talvolta lunghe diversi metri e sulle quali si scriveva da un solo lato con una colonna accanto all’altra. Alle estremità si ponevano due bastoncini in modo che la lunga striscia di papiro poteva essere arrotolata: il rotolo di papiro.
Più tardi gli ebrei conobbero dai persiani un materiale molto più duraturo ma anche più costoso, la pelle di animale. La preparazione del cuoio di montone e di capra, per tale uso, fu perfezionata nella città di Pergamo verso il 100 a.C., da cui derivò il nome di pergamena. Anche i fogli di pergamena venivano cuciti uno dopo l’altro, formando un lungo rotolo.
La forma del codice,  ovvero del libro, formato con i fogli posti uno sopra l’altro e quindi legato, entròcodice vaticano in uso dal primo secolo d.C.
Ancora per un qualche secolo fu usato per il codice anche il papiro ma ben presto fu abbandonato (per via della fragilità) in favore della pergamena.
Ovviamente non possediamo nessun testo originale della Bibbia, ma abbiamo i testimoni del testo (Manoscritti dell’Antico Testamento e del Nuovo Testamento), cioè esemplari del testo giunti fino  a noi attraverso un indefinito numero di trascrizioni durante i quali il testo ha subito errori, correzioni, modificazioni e revisioni molto ampie. Di qui nasce la necessità della critica testuale il cui scopo è quello di ricostruire un testo il più possibile vicino all’originale partendo dai testimoni del testo oggi disponibili che sono davvero tantissimi, addirittura migliaia, in frammenti e rotoli di papiro e pergamene e codici molto antichi.
La Bibbia è stato da sempre il libro più tradotto, copiato e stampato. Con l’invenzione della stampa ad opera di Johann Gutemberg, la Bibbia fu il primo libro ad essere stampato.

Il contenuto della Bibbia
La Bibbia contiene 73 libri (46 l’Antico Testamento e 27 il Nuovo).  Il primo libro è la Genesi e l’ultimo è l’Apocalisse.
Leggendo  i racconti dei primi capitoli della Genesi, dove si parla dell’origine  del mondo, della creazione dell’uomo…  ci rendiamo subito conto di quanta differenza c’è con la conoscenza che abbiamo oggi sull’origine del mondo e dell’uomo.
In realtà, coloro che scrissero i primi racconti non avevano intenzione di narrare la storia di quegli avvenimenti. L’idea centrale dei racconti nacque tra le tende, accanto ai fuochi, quando tutti si chiedevano l’origine della loro stessa vita, quando i ragazzini chiedevano agli anziani: “Chi ha creato il sole, le stelle?”, “Noi facciamo le cose, gli oggetti, ma chi ha creato noi?”, “Come mai non parliamo tutti la stessa lingua?” A queste domande gli ebrei non risposero con ragionamenti ma con racconti, che via via si abbellirono diventando “piccoli capolavori letterari”. Racconti che si trasmettevano oralmente di generazione in generazione, poi in parte scritti e tramandati finché a partire circa dall’anno 1000 a.C e fino all’incirca una cinquantina d’anni prima di Cristo (dunque nell’arco di almeno un millennio!) furono raccolti, organizzati divenendo pian piano quei libri che oggi troviamo raccolti nell’A.T.

Così anche per il N.T. prima di arrivare alla forma scritta dei Vangeli si è passati dalle tradizioni orali e dalle predicazioni degli apostoli raccolte e trascritte in maniera organizzata molti anni dopo gli avvenimenti raccontati, ma sempre nel corso del primo secolo.
Seppure ispirati da Dio, la forma dei racconti e dei testi della Bibbia si deve attribuire agli uomini che si sono espressi di volta in volta secondo la lingua, il modo di dire e le conoscenze del tempo e soprattutto attraverso generi letterari diversi uno dall’altro a seconda del tema che si andava a trattare.
Tra i più conosciuti ricordiamo:
il genere storico che si trova nei libri che raccontano gli eventi principali della storia di Israele;
il genere profetico, dove si raccolgono le predicazioni dei profeti, con i loro discorsi ai capi, al popolo, le loro visioni e i loro sogni;
il genere poetico dei Salmi o del Cantico dei Cantici;
il genere sapienziale che fa riferimento a massime e proverbi della saggezza di Israele;
il genere legislativo che richiama riti, sacrifici e le leggi che regolavano la vita del popolo;
il genere apocalittico ricco di simboli e scene straordinarie, che ci presenta il significato più profondo degli avvenimenti della vita e della storia dell’uomo;
e infine le parabole usate da Gesù per illustrare in modo semplice profonde verità della fede.

Adesso che avete conosciuto qualcosa del modo in cui è nata e di come è fatta la Bibbia, non vi resta che immergervi nella lettura del contenuto, affidandovi però allo Spirito Santo che vi guidi a coglierne il messaggio che Dio vuole rivelarvi.
Buona lettura

Saverio Schirò

2 COMMENTI

  1. Buongiorno, trovo molto utile la spiegazione tecnica relativa alla bibbia, ma dove trovo la parte spirituale? il significato pratico? Ad esempio il salmo 37:29 sostiene che alcune persone , i “giusti” erediteranno la terra e risiederanno su di essa per sempre, lei che ne pensa? Attendo una sua interpretazione. Cordialmente,

    Agnese

    • Cara Agnese, per trovare “la parte spirituale” della sacra Scrittura esiste nel sito una sezione ad essa dedicata, dove puoi trovare tanti spunti su cui riflettere. Tuttavia, devo comunque sollecitare in ciascuno di noi quello che ho scritto nella frase finale dell’articolo: “immergervi nella lettura del contenuto, affidandovi però allo Spirito Santo che vi guidi a coglierne il messaggio che Dio vuole rivelarvi”. Di spiegazioni del significato del testo ce ne sono tante e se ne può fare tesoro, ma le interpretazioni sono così numerose e talvolta divergenti che ne sono nate correnti e addirittura religioni differenti.
      Se vuoi trovare il significato pratico, con l’apertura mentale dei bambini, affidati allo Spirito Santo e lasciati guidare da Lui.

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