Il crocifisso tra arte e fede

L’usanza di rappresentare il Cristo crocifisso si impose tardivamente nella cristianità. In principio si evitava per l’infamia di questo genere di supplizio, per cui nelle catacombe si intravedono solo accenni di croci, a volte dissimulate come un tau, senza mai la figura di Gesù.

Dopo Costantino, la croce assume un carattere trionfale e dal V secolo la figura del crocifisso compare nella veste gloriosa, eretto e con gli occhi aperti: è crocifisso, ma è sempre il Signore, soffre come uomo ma il suo corpo non subisce il degrado della corruzione, mantiene tutta la sua maestà. “Lo vedo crocifisso e lo chiamo Re” affermava san Giovanni Crisostomo.

icona della crocifissioneDall’XI secolo, emerge una forte componente compassionevole nella cristianità e il corpo di Cristo nella croce mostra tutto il peso della sua sofferenza arcuandosi sotto lo spasmo del dolore mentre i suoi occhi si chiudono: è ormai un Cristo morto pur nella sua incorruttibile nobiltà.

L’icona del Crocifisso

La croce viene rappresentata fissata al suolo per riunire la terra al cielo, anzi è piantata sul Golgota (luogo del cranio in ebraico) sopra una grotta all’interno della quale riposa il teschio di Adamo. Il sangue di Cristo gocciola su quelle spoglie e purifica l’umanità intera.

Alla destra del crocifisso la madre, Maria, è annichilita dal dolore mostrando con la mano destra il figlio e trattenendo la sinistra vicino al collo come a soffocare gli spasmi dell’angoscia.
A sinistra san Giovanni sta piegato con la mano a sorreggere il capo in segno di riflessione e contemplazione del Mistero che si sta compiendo.

Il Crocifisso nella chiesa di Santo Spirito a Palermo


Il crocifisso della chiesa di Santo Spirito a Palermo
rispetta queste caratteristiche ma non è più una icona bizantina pur mantenendone gli aspetti essenziali.
Si presenta come una croce intagliata con quattro capicroce polilobati alle estremità ed una cornice dorata e intagliata che la circonda lungo tutto il perimetro.

Si trova all’interno del cimitero di Sant’Orsola a Palermo. Si tratta di una Croce lignea dipinta, attribuita al Maestro del Polittico di Trapani, un pittore vissuto tra la fine del ‘300 e gli inizi del ‘400, rimasto ignoto al quale viene attribuito appunto un Polittico (un insieme di tavole dipinte e incorniciate in un unica opera) che si trova a Trapani. Di dove sia stato originario questo sconosciuto autore non è dato saperlo, ma è chiara l’influenza della pittura toscana e più precisamente pisana della fine del Trecento.

La croce è posta in alto, appesa poco dietro l’altare secondo l’usanza diffusa nell’Italia centrale a partire dal XII secolo. Alcune di queste croci erano dipinte su entrambe le facciate e mostravano da un lato il Cristo sofferente e dall’altro il Cristo Risorto: la notte di Pasqua veniva girata (due splendidi esemplari di queste croci sono conservate nel Museo Regionale di Palazzo Abatellis a Palermo).

Se vuoi saperne di più clicca qui: Il crocifisso di Santo Spirito a Palermo

Saverio Schirò

fonti:
S. SCHIRO’, http://gruppo3millennio.altervista.org/simboli-del-cristianesimo/
M.G. MUZJ, Trasfigurazione, Introduzione alla contemplazione delle Icone, Milano 1987
P.M. EVDOKIMOV, Teologia della bellezza, L’arte dell’Icona, Roma 1984

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