Dieci ricette per una “buona notte” dei nostri figli.

Le solerti cassandre di tutte le disgrazie attuali, i ricercatori e gli esperti hanno lanciato l’allarme “sonno”.
Il riposo notturno dei teenager è diminuito in media di 3 ore. Colpa di telefonini, Internet e videogame. Una volta, la fine di Carosello segnava un limite invalicabile: bisognava andare a dormire. Oggi, tra sms, iPod, Internet, videogame e l’eterna tv, la giornata dei ragazzi sembra non finire mai. Cosi riposano meno rispetto alle generazioni passate. Secondo uno studio, lo sforzo tecnologico non solo ruba tempo al riposo, ma provoca anche un danno biologico: “Qualsiasi stimolo di luce bianca emanata dagli schermi uccide la melatonina, l’ormone che facilita il sonno”.
Mister James E. Gangwisch, psichiatra del Columbia University Medical Center di New York, si dice sicuro che ritardare troppo l’ora di coricarsi può portare alla depressione. Ma non solo: «Il debito di sonno rende più irritabili, fa diminuire il rendimento scolastico, favorisce l’uso di stimolanti e di  comportamenti aggressivi», sottolinea Luca Bernardo, primario di Pediatria al Fatebenefratelli di Milano. Il sonno è un bisogno primario. La mancanza di riposo provoca irritabilità, malinconia e obesità. E impedisce la concentrazione, azzera la memoria breve, rallenta il pensiero creativo. Sintomi che molti professori conoscono ogni mattina, quando vedono arrivare in classe studenti stanchi e svogliati. Possiamo ipotizzare alcuni rimedi.

1. “Andare a dormire” significa sempre separarsi e rimanere soli. Il bambino deve lasciare i genitori e trovare in se stesso le risorse necessarie per vincere solitudine e paure della notte. Quando un bambino ha difficoltà ad addormentarsi, generalmente è perché la separazione è vissuta male. Per questo si consiglia sempre ai genitori di “portare” non “mandare” i figli a letto e di fermarsi accanto a loro finché non si sono addormentati.

2. Vale in ogni caso il principio: le ultime ore della giornata devono essere le più belle e possibilmente indimenticabili. La sera è sempre la fine di qualcosa: un momento di fragilità in cui il bambino rivive gli episodi difficili della giornata. Per questo di solito cerca un contatto, una persona che ascolti, rassereni e tranquillizzi.

3. Si raccomanda ai genitori di escogitare i rituali della “buonanotte”: giochi, storie, piccole cose fatte insieme.

4. Un tempo extrascolastico troppo ricco di attività fisiche, ludiche e culturali favorisce un’iperattività mentale e corporea che impedisce al bambino di rilassarsi e lasciarsi andare al sonno. L’agenda di un bambino di nove anni non può essere piena come quella del Presidente della Repubblica. Il modo migliore per assicurare una vita adulta felice è offrire un’infanzia felice, piena di amore, musica, giochi, risate…

5. A volte, senza esserne consapevoli, mettiamo troppa pressione sui figli e li carichiamo di inutili aspettative di prestazioni e risultati. Ciò può produrre ansie notturne, espressione di preoccupazioni represse di giorno. La competitività strisciante provoca nevrosi e atteggiamenti compulsivi.

6. I tempi e i ritmi del sonno sono molto personali e variano da persona a persona. Bisogna aiutare i figli a trovare il loro. Il neonato nei suoi primi giorni di vita dorme in media sulle venti ore. Ci sono bambini in età scolare cui basta dormire sei/sette ore, e ce ne sono altri della stessa età che se non ne dormono meno di dodici cascano dal sonno. Solo i genitori possono essere gli esperti. In campo educativo, l’espressione “gli altri fanno così” è di solito un’idiozia. Guai a impuntarsi sugli orari: le guerre peggiorano sempre la situazione e non hanno mai risolto nulla.

7. Spegniamo tutti gli schermi. A volte i bambini andrebbero anche a dormire, ma televisione e computer li ipnotizzano, tenendoli lontani dal letto. Tocca ai genitori decidere quali sono i programmi o i giochi de-cerebranti, che li annientano dal punto di vista culturale: di questi si può anche pensare di farne a meno. Non si tratta di eliminare la tv o il computer, però bisogna saperli adoperare, e soprattutto spegnere a una certa ora. L’invasione costante non è tollerabile, né per l’adulto né tantomeno per il bambino.

8. I genitori sono chiamati a dare il buon esempio. È importante che l’orario della cena non sia troppo posticipato, anche se spesso si torna a casa tardi per motivi di lavoro. Le abitudini corrette, poi, vanno insegnate con pazienza quando i bimbi sono ancora piccoli. Il genitore che lascia una luce accesa nel caso che il figlio abbia paura del buio, dà già l’idea che l’oscurità sia fonte di angoscia piuttosto che di riposo.

9. La voglia di vivere tutto e subito è tipica dell’adolescenza. La notte è vissuta come una dimensione “adulta” e uno spazio alternativo in cui si consumano molti riti di passaggio. I genitori non devono assolutamente “abbandonare” i figli alla notte, ma con affetto e attenzione affermare decisamente legami e responsabilità.

10. Nel sistema educativo di Don Bosco esiste la “Buonanotte” quotidiana: alcune parole affettuose del “padre” che aiutano ragazzi e adulti a recuperare il centro e l’unità della vita.

Bruno Ferrero

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