E se abolissimo il catechismo dei bambini?

Qualche domenica fa, il Vangelo parlava della parabola dei Talenti.
La ricordate, no? È una parabola piuttosto famosa. Pensate che oggi diciamo che chi sa suonare bene, oppure sa cantare o dipingere o possiede una qualche qualità che lo rende speciale, ha talento. Ovviamente il termine deriva proprio da questa parabola di Gesù raccontata nel Vangelo di Matteo.
Bene, do per scontato che la conoscete. O mi sbaglio?
Ho chiesto alle persone che erano a tavola con me quella domenica e… sorpresa, nessuno conosceva quel passo del Vangelo! Ma come? Mi sono chiesto. Erano presenti adulti, giovani, adolescenti, una ragazzina che si sta preparando per la Cresima e un ragazzino che ha fatto la prima comunione un anno prima. Nessuno si ricordava di questa parabola. Vabbe’ che nessuno ha letto il Vangelo, ma neppure conoscere le parabole più celebri, quelle che hanno un significato che poi viene applicato alla vita moderna? Quelle da cui derivano dei modi di dire? E mi è venuta una riflessione, anzi due.
Molti frequentano la messa domenicale con regolarità e chissà quante volte hanno ascoltato questo e altri brani: ma cosa rimane di quelle letture? Boh! Ben poco pare.
Ma ancora di più: cosa imparano i bambini nel catechismo? E cosa rimane loro di questi insegnamenti? Considerando la dispersione dalla chiesa e dalla fede che ne consegue, traiamone le conseguenze.
I parroci, i vescovi, i responsabili della pastorale hanno sicuramente a cuore questo problema e cercano soluzioni, ma a vedere i risultati, non sembra che siamo sulla buona strada. In un’epoca che è cambiata radicalmente, l’evangelizzazione è rimasta profondamente arretrata. Obsoleta rispetto alle esigenze di spiritualità dei nostri giorni. Non è raro infatti, vedere che molti fedeli che si allontanano, ripiegano poi in altre forme di religione più spiritualiste. I più diventano indifferenti.
L’aspetto più negativo, secondo me, è che avendo ricevuto una forma di evangelizzazione insufficiente sin da piccoli, poi qualunque altro messaggio cristiano viene percepito come una sorta di “già sentito” e dunque “non mi interessa”. Un effetto controproducente, insomma.
I vescovi cercano di aumentare l’offerta formativa aumentando gli anni di catechismo. E se invece abolissimo tutti i catechismi per bambini e ragazzi? E piuttosto di fargli frequentare una chiesa di tipo scolastico li accogliessimo nelle attività loro più consone, secondo l’insegnamento di uno stile di vita cristiano? Non catechismo ma vita, dunque!
Certamente un’idea in controtendenza. E immagino quanto scalpore e malumore. Mamme Catechiste private delle loro “cattedre”. Parrocchie private di questa “macchina organizzativa” che muove un sacco di gente all’interno della chiesa (e poi spariscono a catechismo completato). Famiglie che devono rinunziare a questo appuntamento tradizionale con le grandi celebrazioni da festeggiare.
Una vera rivoluzione. A partire dai progetti pastorali fino al corpo dei catechisti, i primi a dovere modificare profondamente il loro status: non maestri di religione ma educatori di vita. Che poi è quello che insegnò Gesù che mai parlò di religione, teologia o culto nei suoi insegnamenti ma solo del modo migliore di realizzare la propria vita.

Saverio Schirò

P.S. Ah! Per chi volesse rispolverare la sua memoria perduta, la parabola dei talenti si trova nel vangelo di Matteo capitolo 25, versetti dal 14-30. E se volete un commento potete leggere qui: la parabola dei Talenti.

 

4 COMMENTI

  1. CI sono catechisti che danno, regalano il loro tempo per fare conoscere Gesù, per fortuna ci sono, qualche volta si va in crisi, si tribola si fatica, altro che voler essere i primi, i nostri bimbi non saprebbero fare neanche il segno della croce, se non ci fossero i catechisti, non mollate catechisti !

    • D’accordo sull’mpegno di chi spende il proprio tempo per diffondere il messaggio di Gesù. E’ il modo che discuto, non le persone. Che spesso manchi l’istruzione specifica di chi fa il catechista è un dato di fatto. Se insegnassimo ai nostri bambini a vivere da cristiani, occorrerebbero testimoni e non maestri. Lo diceva già Paolo VI, ma prima ancora lo stesso Gesù.

  2. Insegno. Meglio, parlo di Gesu’, chi e’ cosa ha detto e fatto e cerco di far capire loro prima di fare qualcosa di pensare: “Gesu’ come si comporterebbe?”. I Bambini capiscono tutto e bene mica per niente sono i preferiti di Gesu’. La famiglia gia’ parte solo col pensiero della prima comunione….. I figli non li portano a Messa perche’ sono convinti loro che sono solo cavolate… Senza aver mai approfondito. Vedo oggi mamme che si ritengono buddiste senza saperne niente…fa moda…cosa puo’ diventare un figlio in una famiglia cosi’????? Per fortuna ci sono famiglie che credono e portano i figli in Chiesa… Io se non fossi stata ctedente i miei figli non li avrei portati al catechismo e’ un controsenso. Io nel 1998 con il primo incontro a catech del mio secondogenito ho visto e creduto e pian piano facendo anche 5 anni di catech con i bambini tra cui il mio, ora dopo quasi 20 anni tornerei indietro ma di molti e molti anni perche’ credere e sapere perche’ credo e’ bello. Non tormentiamo le catechiste che si fanno in 4 e a volte piangono perche’ sentono che quel tuo Bimbo che hai tutte le sett non credera’ per la famiglia, allora che facciamo??? Preghiamo e ci tiriamo su le maniche per continuare ad andare controcorrente. Ma lo facciamo con gioia affidando i ns Bimbi a Lui che tutto puo’!!! Come si dice noi mettiamo un pezzo di carta nelle tasche del Bimbo. Prima o poi levera’ il foglio dalla tasca e ci pensera’ e forse dira’ che la sua catechista non aveva poi torto, che se vuoi pace amore speranza lo trovi da Lui l’Unico Dio che si e’ fatto Uomo, e quindi chi ci capisce piu’ di Lui??? Scusi ho scritto in fretta. E’ molto tardi e ho appena finito di vedere cosa fare per la pross settimana. Catech seconda primaria.

    • Bellissimo quello che fai, Fiorella. Bellissimo il tuo entusiasmo e la tua fiducia. Sfortunatamente l’esperienza insegna che quel pezzo di carta nelle tasche dei bambini, diventa prestissimo illeggibile. I bambini vanno portati in chiesa a socializzare in un ambiente sano e positivo impregnato di vita cristiana. Vita, non dottrine.
      Continua a fare con amore la tua testimonianza che tu sia benedetta.

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