Il sano egoismo è la strada per stare bene con se stessi e con gli altri

Non è meraviglioso capire che non siete migliore di chiunque altro sulla terra? Perciò smettete di sentirvi in colpa per il fatto di essere egoisti: siamo tutti uguali. Anthony De Mello

Quando si parla di egoismo giustamente si tende a storcere il naso perché la parola ha una connotazione fortemente negativa. Invece esiste un sano egoismo che è la strada da percorrere per iniziare a stare bene con se stessi ed anche con gli altri.

Siamo tutti egoisti. Tutti, nessuno escluso. Questa è la prima cosa che dobbiamo avere chiara. L’egoismo è dentro di noi perché ce lo ha messo madre natura. Si chiama istinto di conservazione ed è il nostro istinto primario più profondo.
Questo significa che ogni azione, anche quella apparentemente più lodevole, è mossa da un interesse personale. Lo sperimentiamo tutte le volte che viviamo il conflitto “tu o io“, e quasi sempre è sempre l’io a predominare. Le volte che sembra il contrario, o lo facciamo di malavoglia mormorando dentro di noi, oppure lo facciamo per non sentirci in colpa. Sì, perché sappiamo che gli altri si aspettano qualcosa da noi e deluderli ci fa stare male. Essere disapprovati ci fa stare male, essere additati come diversi ci fa stare male.
E così finiamo per accontentare le pretese e le aspettative degli altri a nostro discapito. Ma coloriamo questo disagio con l’aura della buona azione, della lode, della pacca sulle spalle, del “tu si che sei una persona a posto”. A posto un corno! Bene che vada ci siamo sentiti dei fessi e dentro di noi lo sappiamo bene.

Il fatto è che di solito c’è una grande frattura tra il nostro atteggiamento ed il nostro comportamento. Quello che facciamo non corrisponde a quello che siamo.
Una persona buona si comporta bene, ma molto spesso, anche una persona che non è buona si comporta bene, solo che è un bene solo esteriore che non corrisponde all’indole egoistica di cui siamo fatti. Non ci credi?
Quando a Gesù lo chiamarono “Maestro buono” egli reagì duramente “Perché mi chiami buono? Solo Dio è buono!” Ed era Gesù, figuratevi noi.
Ci hanno insegnato a fare i buoni (perché questo conviene agli altri) piuttosto che ad essere buoni e tutto questo ci fa male, perché ci stressa e ci sottrae energie positive che potremmo investire in ciò che davvero ci fa stare bene.

Cosa fare? Si capisce che per uscire da questo condizionamento negativo bisogna intraprendere un percorso. Non è una strada facile perché bisognerebbe disimparare tutto quello che ci hanno insegnato. E poi siamo tutti restii ad operare dei cambiamenti. Ma dal momento che la vita è una sola, io te lo dico: spendila al meglio che puoi e vivila in pieno perché non esistono esami di riparazione. Poi decidi come meglio credi.
Sì, alcuni potreste dire, “ma così ci guadagniamo il paradiso”. Forse. Ma, togliendo il fatto che si dice che la salvezza sia un dono di Dio, se ricordo bene il Vangelo, mi sembra che Gesù si trovasse più a suo agio con coloro che si riconoscevano peccatori e non tanto con coloro che si dichiaravano buoni e giusti. O ricordo male?

Saverio Schirò

Se vuoi cominciare questo percorso…
Impara a dire di no se qualcosa non ti va. Non importa che gli altri rimangano delusi da te.
Impara dire di sì alle cose che meritano. A ciò che è buono, bello, vero.
Impara a fare solo le cose che coincidono con i tuoi obiettivi e i tuoi bisogni.
Impara a diventare più buono, più semplice, più felice.

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