Un uomo si rivolse al maestro perché non riusciva a controllare il suo pessimo carattere.
Non faceva che ferire gli altri, poi si pentiva ma invariabilmente, subito ricominciava.
“Bene” gli disse il maestro. “Pianterai un chiodo alla tua porta, ogni volta che ferirai qualcuno”.
L’uomo andò via e così fece. Guardare i chiodi che piantava gli ricordava le malefatte e così giorno dopo giorno riuscì a correggersi fino a non doverne piantare più.
Tornò felice dal maestro per comunicargli la notizia.
“Bene, adesso toglierai un chiodo ogni volta che avrai fatto una buona azione a chi avevi ferito” suggerì il maestro.
Stavolta fu più difficile perché fare il bene è meno semplice del limitarsi a non nuocere agli altri. Tuttavia anche stavolta riuscì nell’impresa e la porta fu liberata da ogni chiodo.
A questo punto fu il maestro che venne da lui.
“Molto bene” gli disse, “ti sei comportato bene. Ma guarda quella porta, è piena di buchi. Non sarà mai più quella di prima. Le azioni sbagliate che compi, siano gesti o siano parole, fatti o mancati, lasciano sempre una ferita aperta e poi una cicatrice. Non importa quante volte ti scuserai, la ferita rimarrà per sempre”.
L’amore, quello vero, non consola o asciuga le lacrime dell’amato.
Chi ama, non le fa versare, mai.
