(Anno A) XIII domenica del Tempo Ordinario (Santi Pietro e Paolo)

«TU SEI PIETRO E SU QUESTA PIETRA EDIFICHERÓ LA MIA CHIESA»
(At 12,1-11; Sal 33; 2Tm 4,6-8.17-18; Mt 16,18)

        pietro e paolo    La chiesa ci tiene a celebrare la solennità degli Apostoli Pietro e Paolo, che fin dagli inizi sono stati associati assieme a motivo del comune martirio a Roma, subito da entrambi  in tempi e luoghi diversi. Anche se l’attenzione viene posta in maniera particolare sulla figura e sul ruolo dell’Apostolo Pietro, oggi abbiamo tuttavia la bellissima e toccante testimonianza di Paolo, che può essere considerata come il suo testamento. Paolo sa bene  che ormai la sua vita sta per essere versata in prezioso sacrificio a Dio ed è pronto ad offrirla in qualsiasi momento. Questa serenità gli viene dalla consapevolezza di aver combattuto la buona battaglia, di non essersi mai tirato indietro qualunque compito il Signore gli avesse assegnato, anche perchè in ogni momento ha potuto esperimentare la presenta viva e consolante del Signore che gli ha dato la forza in ogni situazione. Gioisce al pensiero che il Signore ha preparato per lui una corona di gloria e lo attende nel cielo per vivere sempre con Lui. Ci fa bene ascoltare questa testimoinianza di Paolo, perchè egli ci dice che quanti il Signore ha chiamato, anch’essi possono stare certi che il Signore sarà con loro e darà la forza necessaria per compiere la loro missione.

            La presenza viva ed operante del Signore la possiamo vedere in azione nella vita di Pietro, chiamato da Gesù stesso ad avere un ruolo particolare, quello di essere elemento di comunione e punto di riferimento per tutta la Chiesa, indipendentemente dalla sue doti o virtù personali. Quello che leggiamo negli Atti degli Apostoli ci aiuta, con la forza dell’evidenza, a vedere come il ruolo di Pietro come guida della Chiesa è pacificamente vissuto da tutta la comunità dei credenti, anche perchè il Signore lo fa agire come leader autorevole nei momenti “originari” più significativi: subito dopo l’Ascensione di Gesù al cielo è Pietro che si alza per dire che bisogna mettere un altro al posto di Giuda per ricostituire il numero dei Dodici; quando scende lo Spirito Santo in maniera potente sui discepoli e li fa uscire fuori è Pietro che prende la parola per dar ragione di quello che sta avvenendo ed accoglie nella chiesa nascente circa tremila nuovi credenti; ed è ancora Pietro che, salendo al tempio con Giovanni, ridà pieno vigore e guarigione allo storpio che ogni giorno veniva portato alla Porta Bella del tempio a chiedere l’elemosina. Così, è anche Pietro che, in seguito all’uccisione violenta di Giacomo, fratello di Giovanni, viene arrestato da Erode e messo in carcere, proprio perchè leader ufficiale dei seguaci di Gesù.

            Ed è in questo momento particolare che la liturgia ce lo presenta, descrivendoci la chiesa tutta unita in preghiera per lui. Questa preghiera viene ascoltata da Dio che manda il suo Angelo a liberare Pietro dalle catene e dal carcere, mentre questi pensa di avere una visione. Solo quando si aprono da sole le porte del carcere e l’Angelo lo lascia in mezzo alla strada Pietro si rende conto che tutto quello che ha vissuto è realtà ed egli è libero. Così da testimonianza che il Signore scompiglia i piani dei malvagi e dei prepotenti e viene in soccorso del suo servo. La preghiera che la comunità ha innalzato al Signore è stata esaudita ed ora si trsforma in preghiera di lode, di ringraziamento e di esultanza. Questi segni hanno una straordinaria forza di testimonianza, sia per incoraggiare la comunità dei credenti che si trova agli inizi del suo cammino lungo la storia per le vie del mondo, sia per i nemici dei discepoli, che sono posti  di fronte all’intervento inequivocabile di Dio, sia infine per gli altri che sentono un chiaro richiamo di Dio alla conversione.

            Pietro dunque, sebbene conservi nel cuore la ferita del suo tradimento, non può fare a meno di ricordare la fedeltà del Signore Gesù che mantiene le sue promesse. Davanti ai suoi occhi si ripresenta l’indimenticabile scena avvenuta lungo la via verso Cesarea di Filippi, quando Gesù chiese ai discepoli cosa pensavano di lui. E fu proprio Pietro che allora si sentì spinto a dire: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente!”, una espressione certamente più grande di quello che Pietro potesse pensare.  Ed accogliendo la sua testimonianza, Gesù gli fa capire che questa non veniva da Lui ma che era il Padre celeste che l’aveva messa sulla sua bocca. Proprio per questo anche Gesù si rende conto del disegno del Padre su Pietro e lo dichiara in maniera solenne di fronte agli altri discepoli che erano con Lui: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa!”, con le parole che seguono e che sono di portata immensa. Gesù afferma che la Chiesa viene garantita da Lui stesso, nonostante poggi su”Pietro”, nome nuovo che Gesù stesso ha dato a Simone figlio di Giovanni, per indicare che non è tanto la sua persona, ma il ruolo che la sua persona rappresenta ed esercita. “Pietro” sarà quindi qualsiasi uomo che lungo il corso della storia il Signore Gesù susciterà per guidare e confermare nella fede i fratelli.

            Le parole che Gesù usa per indicare l’esercizio della autorità di cui riveste Simone di Giovanni, sono sono ricche di immagini evocative: le chiavi del regno dei cieli, il potere di legare e di sciogliere che viene convalidato nel cielo, le porte degli inferi che non potranno prevalere sulla Chiesa di Cristo. Non si tratta di parole adatte a giustificare un falso senso di trionfalismo o una falsa e fallace sicurezza. Servono anzi a mettere la chiesa in umile accettazione della presenza del Signore che la guida e la sostiene, nonostante le sue infedeltà e i suoi peccati, e la rende più attenta e sensibile ai richiami continui alla fedeltà alla missione che le è stata affidata. Ed a noi, figli della Chiesa, questa parola serve per essere vigili su alcune tentazioni che facilmente si affacciano nella nostra vita e che Papa Francesco proprio l’altro ieri ha denunciato con fermezza: «Nella Chiesa non esiste il “fai da te”, non esistono “battitori liberi”. Ma il Signore ha affidato il suo messaggio di salvezza a delle persone umane, a tutti noi, a dei testimoni; ed è nei nostri fratelli e nelle nostre sorelle, con i loro doni e i loro limiti, che ci viene incontro e si fa riconoscere».

            Giuseppe Licciardi (Padre Pino)

LASCIA UN COMMENTO

Per Favore scrivi il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome