Un giovane medico si trovava in un lebbrosario in un’isola del Pacifico. Un incubo di orrore. Solo corpi deformati, disperazione, ferite orrende.
Eppure, in mezzo a tanta tristezza, un anziano malato conservava occhi sorprendentemente luminosi e sorridenti. Soffriva nel corpo, come i suoi infelici compagni, ma dimostrava di essere contento, e aveva molta dolcezza nel trattare gli altri.
Incuriosito da quel vero miracolo di vita, nell’inferno del lebbrosario, il giovane medico volle cercarne la spiegazione: che cosa mai poteva dare tanta forza di vivere a quel vecchio così colpito dal male? Lo seguì, di nascosto.
Scoprì che, immancabilmente, allo spuntar dell’alba, il vecchietto si trascinava al recinto che circondava il lebbrosario e raggiungeva un posto ben preciso. Si metteva a sedere e aspettava.
Non era il sorgere del sole che aspettava. Né lo spettacolo dell’aurora del Pacifico.
Aspettava fino a quando, dall’altra parte del recinto, spuntava una donna, anziana anche lei, con il volto coperto di rughe, gli occhi pieni di dolcezza. La donna non parlava. Lanciava solo un messaggio silenzioso e discreto: un sorriso. Ma l’uomo si illuminava a quel sorriso e rispondeva con un altro sorriso.
Il muto colloquio dura pochi istanti, poi il vecchietto si rialzava e trotterellava verso le baracche.
Così tutte le mattine: una specie di comunione quotidiana.
Il lebbroso, alimentato e fortificato da quel sorriso, poteva sopportare una nuova giornata e resistere fino al nuovo appuntamento con quella donna.
Quando il giovane medico gli chiese chi fosse, il lebbroso gli disse: “E’ mia moglie!”.
E dopo un attimo di silenzio: “Prima che venissi qui, mi ha curato in segreto, con tutto ciò che riusciva a trovare. Un medico le aveva dato una pomata. Lei tutti i giorni mi spalmava tutta la faccia, tranne un punto sufficiente per appoggiare le sue labbra e darmi un piccolo bacio… Quando mi hanno preso e mi hanno portato qui, lei mi ha seguito. E quando ogni giorno la rivedo, solo da lei so che sono ancora vivo, solo per lei mi piace ancora vivere”.