Saper dire grazie

Melina,  dopo un paio di mesi che era iniziata la scuola, chiese ai bambini della sua prima elementare di disegnare qualcosa per cui sentissero di ringraziare il Signore. Pensò quanto poco di cui essere grati in realtà avessero quei bambini provenienti da quartieri poveri. Nella sua mente cercava di anticipare quali immagini i bambini avrebbero disegnatoi. Così  rimase molto sorpresa dal disegno consegnato da Tonino: una semplice mano disegnata in maniera infantile. Così la mostrò ai bambini, dicendo: “Di chi è questa mano?”.
La classe rimase affascinata dall’immagine astratta. “Secondo me è la mano di Dio che ci porta da mangiare” disse un bambino. “Secondo me è la mano di un contadino” disse un altro “perché alleva i polli e le patatine fritte”.
Melina allora si avvicinò al banco dii Tonino e domandò di chi fosse la mano. “E’ la tua mano, maestra” – mormorò il bambino. Melina allora si ricordò che tutte le sere prendeva per mano Tonino e lo accompagnava all’uscita. Lo faceva anche con gli altri bambini, ma per Tonino voleva dire molto.

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