(Anno B) XXI Domenica del tempo Ordinario

«VOLETE ANDARVENE ANCHE VOI?»
(Gios 24, 1-2a.15-17.18.b; Ef 5, 21-32; Gv 6, 59-69)

La liturgia della Parola ci presenta oggi due scene drammatiche e intense, che sono collegate l’una con l’altra da un tema comune: la scelta che ogni credente deve compiere in prima persona nei confronti di Dio. L’incontro con Dio, pur se radicato nella storia e pur se trova agganci molteplici nel passato comunitario di una famiglia o di un popolo, rimane tuttavia un fatto strettamente personale, dove io mi trovo a dover rispondere direttamente di fronte a Dio che mi interpella.

La prima scena é collocata a Sichem, dove Giosué, giunto al termine della sua missione, convoca tutto il popolo e i capi del popolo e li provoca a compiere una scelta chiara e senza ambiguitá: «Chi volete scegliere come vostro Dio?» Divinitá che non hanno niente a che fare con la vostra vita e con la vita dei vostri antenati, dei che sono per voi del tutto sconosciuti, ma che forse vi affascinano perché meno esigenti e perché venerati dai vostri vicini? Oppure Jahvé, il Dio che ha voluto legare se stesso alla storia della vostra famiglia e del vostro popolo, che si é preso cura di voi in tanti e tanti modi, a partire dalla liberazione dalla schiavitú degli egiziani, dal dono della santa Legge e, recentemente ancora, dal dono di una terra dove voi potete vivere come persone libere e come suo popolo?

Al termine del suo discorso, come saggia guida del suo popolo, Giosué fa la sua scelta, offrendo cosí un esempio chiaro e sicuro al suo popolo: «Io e la mia famiglia serviremo il Signore!». Ogni persona e ogni famiglia é libera di fare la sua scelta, trovando le giuste motivazioni. Giosué non impone ad alcuno la sua scelta, ma fa capire che c’é solo da prendere atto che non si puó andare avanti senza una direzione, a casaccio, in balia delle proprie emozioni o delle proprie passioni. Occorre prendere in mano la propria vita e fare una scelta. Cosí anche il popolo sceglie, riconoscendo in Jahvé il Dio dei suoi padri, della sua storia, della sua vita e quindi scegliendo di voler continuare a servirlo. La risposta suona chiara e limpida: «Anche noi serviremo il Signore, perché Egli é il nostro Dio». Bellissima e radiosa questa risposta, che traduce una scelta radicale della propria vita.

La nostra fede non puó nascondersi nella tradizione culturale e popolare e non puó camuffarsi dietro a una serie di pratiche e osservanze che non hanno niente a che fare con la nostra interioritá, ma servono solo a mostrare la facciata. La nostra fede esige una personale adesione a Dio. Anche se invisibile, Egli é presente. Anche se misterioso, Egli é sempre a nostro favore. Anche se incomprensibile nel suo agire, non cessa mai di avere a cuore la vita e la storia personale di ciascuno di noi. Se Egli si é impegnato con noi, occorre  che a nostra volta ci fidiamo di Lui e ci impegniamo per Lui, con veritá e determinazione, senza pentimenti o colpi di coda, costi quel che costi. Importante é cominciare con entusiasmo e con cuore indiviso. Anche se sappiamo che ogni nostra scelta ha bisogno di essere rinnovata ogni giorno, perché puó incontrare momenti duri di difficoltá, di stanchezza, di debolezza, di ripensamento, di ribellione. La scelta che abbiamo fatto, anche se con consapevolezza e serietá, non garantisce automaticamente la riuscita e la perseveranza in essa. Ogni giorno siamo chiamati a rispondere alla domanda di fondo: «Sceglietevi oggi chi volete servire», chiedendo la grazia di saperci mantenere fedeli alla scelta compiuta.

Anche nella scena del Vangelo ci troviamo di fronte ad una scelta improrogabile. Il discorso sul pane di vita, che Gesú vuole offrire a quanti credono in Lui, é giunto ormai alle battute conclusive. É una scelta decisiva quella che Gesú propone: o accogliere in pieno la sua parola con tutto quello che essa comporta o tirarsi indietro, rifiutandola. Non si puó restare neutrali.
Giá i Giudei avevano affermato chiaramente di non riuscire a capire il discorso di Gesú, ritenendolo del tutto inaccettabile. Adesso é la volta dei discepoli, di coloro che hanno cominciato a seguire Gesú e sono attratti dal suo insegnamento e stupiti delle grandi opere che Egli compie. Ma il sentirsi dire che per avere la vita eterna devono mangiare la sua carne e bere il suo sangue li disorienta e li irrita: «Questa parola é dura! Chi puó ascoltarla?». Ed é amaro costatare, come fa Giovanni, che sono molti questi discepoli che ritengono intollerabile questo modo di parlare e tuttavia vengono messi di fronte ad una scelta: continuare a seguirlo o andarsene via da Lui. Se Gesú pretende di essere accettato fino a questo punto, essi non possono piú andare con Lui. Cosí questo gruppo di discepoli fa la sua scelta, come ci testimonia Giovanni: «Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano piú con Lui».

Ma c’é ancora la cerchia piú intima, quella dei Dodici. Anche per loro le parole di Gesú sono dure e difficili da capire e da accettare. Tuttavia essi fanno un atto di fiducia totale e incondizionata di fronte a Gesú. Essi sono stati scelti, ma a loro volta hanno scelto. In quante occasioni anch’essi non capiscono chi é il loro Maestro! Quante volte rimangono frastornati dai suoi insegnamenti, si irrigidiscono e non accettano quello che Gesú dice, quando parla di umiliazione, di servizio, di dare la vita per gli altri, di mettersi all’ultimo posto, di perdonare i propri nemici! Persino dopo la Risurrezione erano ancora pieni di dubbi e in loro riaffiora il desiderio di un regno di tipo umano e temporale. Ebbene, Gesú si rivolge drasticamente proprio ad essi con una domanda che trafigge il loro cuore e lo provoca a prendere posizione: «Volete andarvene anche voi?». Gesú esige una risposta. Non possono stare con Lui se non si fidano di Lui, se non sono disposti a prenderlo in parola, senza esitazione e senza sottintesi. Non a convenienza o a seconda dei casi, ma in blocco, totalmente. Di fronte a Gesú c’é una sola scelta: prendere o lasciare.

Posti di fronte alla scelta decisiva, se continuare a seguire Gesú o andarsene via anche loro, i Dodici fanno la loro scelta. É una scelta di fede. A nome di tutti Pietro dà la sua risposta, una risposta piena di passione, ma che rivela come in Gesú loro hanno posto tutta la loro fiducia, hanno giocato la loro vita su di Lui: «Signore, da chi andremo?».
Hanno intuito e sentono dentro se stessi che la loro vita ormai diventerebbe vuota e senza senso se viene a mancare Gesú, che senza di Lui si sentirebbero smarriti e disorientati. Gesú é diventato Colui che dá ragione e sostanza alla loro vita. Cosí, a partire da questo primo interrogativo, denso di timore e di smarrimento, finiscono per aprirsi a quella bellissima professione di fede e di amore, che ancora oggi tutti i veri credenti, in piena sintonia con l’Apostolo Pietro, ripetono: «Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

Giuseppe Licciardi (P. Pino)

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