Una bellissima storia, questa, che ci insegna a fidarci del Signore, che la verità viene sempre a galla e che i maldicenti non hanno sempre vita facile, come erroneamente siamo tentati di pensare.
Il Signore che tutto guarda e tutto conosce, trova il modo per ricompensare i suoi figli.
(Daniele cap. 13)
Abitava in Babilonia un uomo chiamato Ioakìm, il quale aveva sposato una donna chiamata Susanna, donna bellissima e timorata di Dio, educata dai genitori, secondo la legge di Mosè.
Ioakìm era molto ricco e possedeva un giardino vicino a casa ed essendo stimato più di ogni altro i Giudei andavano da lui.
In quell’anno erano stati eletti giudici del popolo due anziani, questi frequentavano la casa di Ioakìm e tutti quelli che avevano qualche lite da risolvere si recavano da loro.
Quando tutti andavano via, verso il mezzogiorno, Susanna era solita recarsi a passeggiare nel giardino del marito.
I due uomini che ogni giorno la vedevano andare a passeggiare, furono presi da un’ardente passione per lei e persero il lume della ragione, tanto da non ricordare più i giusti principi e i giudizi. Tutt’e due erano accecati dalla passione per lei, ma si nascondevano l’un l’altro la loro brama per la donna, perché si vergognavano di rivelare all’altro il desiderio di possederla.
Ogni giorno con grande desiderio cercavano di vederla. Un giorno uno disse all’altro: “Andiamo pure a casa: è l’ora di mangiare” e usciti se ne andarono. Ma ritornati indietro, si ritrovarono di nuovo insieme, l’uno di fronte all’altro e domandandosi quale fosse il motivo di tale gesto, confessarono entrambi la propria passione. Allora cominciarono a studiare il modo per poter sorprendere la donna da sola.
Mentre aspettavano l’occasione favorevole, Susanna entrò, come al solito, con due delle sue ancelle, nel giardino per fare il bagno, come era solita fare in queste giornate afose. Non c’era nessuno nel giardino tranne che i due anziani che si erano nascosti per spiarla.
Susanna disse alle ancelle: “Portatemi l’unguento e i profumi, poi chiudete la porta, perché voglio fare il bagno”. Esse fecero come aveva ordinato la loro amabile padrona: chiusero le porte del giardino ed entrarono in casa per prendere ciò che Susanna aveva loro chiesto, ma non si accorsero degli anziani che si erano nascosti. Appena Susanna si trovò sola, i due uomini uscirono dal nascondiglio, corsero da lei e le dissero: “Le porte del giardino sono chiuse, nessuno ci vede e noi bruciamo di passione per te; acconsenti e datti a noi. In caso contrario ti accuseremo di adulterio; diremo che un giovane era con te e per tale motivo tu hai fatto uscire le ancelle, facendo chiudere le porte del giardino”.
Susanna, piangendo, esclamò: “Sono alle strette da ogni parte. Se cedo, è la morte per me; se rifiuto, non potrò scampare dalle vostre mani. Meglio però per me cadere innocente nelle vostre mani che peccare davanti al Signore!”.
Cominciò a gridare aiuto, uno dei due uomini aprì la porta del giardino e insieme al suo complice cominciò a imprecare contro di lei.
I servi di casa, si precipitarono per vedere che cosa stesse accadendo.I due furfanti raccontarono la versione dell’adulterio e i servi si sentirono molto confusi, perché mai era stata detta una simile cosa di Susanna.
Il giorno dopo, tutto il popolo si radunò nella casa di Ioakìm, suo marito e andarono là anche i due menzogneri, pieni di perverse intenzioni per condannare la bellissima Susanna.
La mandarono a chiamare per giudicarla ed essa venne con i genitori, i figli e tutti i suoi parenti.
Era coperta da un velo e quei perversi ordinarono che le fosse tolto per godere almeno in questo modo della sua bellezza. Tutti piangevano.
I due uomini si alzarono in mezzo al popolo e posero le mani sulla testa di Susanna mentre lei alzava gli occhi al cielo, con il cuore pieno di fiducia nel Signore.
Gli anziani dissero: “Mentre noi stavamo passeggiando soli nel giardino, questa donna è venuta con due ancelle poi, le ha licenziate facendo chiudere la porta del giardino. Quindi è entrato da lei un giovane che si è unito a lei. Noi che eravamo in un angolo del giardino e vedendo una tale scelleratezza, ci siamo precipitati su di loro. Il giovane, più forte di noi è fuggito. Abbiamo preso lei e le abbiamo domandato chi era quel giovane, ma lei non ce l’ha voluto dire. Di questo noi siamo testimoni”.
La maggioranza del popolo credete ai due anziani, così la condannarono a morte, come diceva la legge. Susanna, angosciata, si rivolse al Signore ed esclamò ad alta voce : “Dio eterno, che conosci i segreti, che conosci tutte le cose prima che accadano, tu lo sai che questi uomini hanno testimoniato il falso contro di me! Io muoio da innocente “.
Il Signore ascoltò la voce della sua supplica e mentre Susanna veniva condotta a morte, un ragazzino, di nome Daniele, illuminato dallo spirito di Dio cominciò a gridare:”Io sono innocente del sangue di lei!”.
Tutti si voltarono verso di lui dicendo: “Che cosa intendi dire?”. Allora Daniele, stando in mezzo a loro, pieno di Spirito Santo disse: “Siete così stolti da aver messo a morte una figlia d’Israele senza indagare sulla vera verità! Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto il falso contro di lei”.
Il popolo turbato da tale affermazione tornò subito indietro e gli anziani dissero a Daniele: “Vieni, siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha dato il dono dell’anzianità”.
Daniele esclamò: “Separateli l’uno dall’altro e io li giudicherò”.
Separati che furono, Daniele disse al primo: “Se tu hai visto Susanna come hai affermato, dimmi sotto quale albero tu li hai visti stare insieme?”. Rispose: “Sotto un lentisco”. Disse Daniele: “In verità, la tua menzogna ricadrà sulla tua testa, già l’angelo di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti spaccherà in due”.
Allontanato questo, fece venire l’altro e gli disse: “La bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha pervertito il cuore! Dimmi dunque, sotto quale albero li hai trovati insieme?”. Rispose: “Sotto un leccio”.
Disse Daniele: “In verità anche la tua menzogna ti ricadrà sulla testa. Ecco l’angelo di Dio ti aspetta con la spada in mano per spaccarti in due e così farti morire”.
Allora tutto il popolo esultò di gioia e benedisse Dio che salva tutti coloro che sperano in lui.
Poi insorgendo contro i due uomini, ai quali Daniele aveva fatto confessare con la loro bocca di aver spudoratamente mentito, fece loro subire la medesima pena alla quale i due uomini volevano assoggettare Susanna e applicando la legge di Mosè li fece morire.
In quel giorno fu salvato il sangue innocente.
I genitori di Susanna resero grazie a Dio per la figlia insieme con il marito Ioakìm e tutti i suoi parenti, per non aver trovato in lei nulla di non onesto.
Da quel giorno in poi Daniele divenne grande di fronte al popolo.