Ho sempre chiesto a Lui di mostrarmi il io cammino e non mi sono mai sentita abbandonata neanche nei momenti più bui che ho avuto.
Io mi preoccupo dei figli in toto, 365 gg all’anno senza fermarmi mai… Il mio ex invece si ritira a casa, li fa salire, li chiama cuore di papà e finisce li. Non fa altro che polemiche e cerca in continuazione il litigio.
Ieri ho parlato con il mio parroco e le sue parole mi hanno sconvolta non poco: se avessi incontri occasionali, confessione e comunione e tutto andrebbe a posto; ma visto che la mia relazione è continua non posso accedere ai sacramenti.
Io devo accettare questa condizione che mi ha imposto la chiesa anche se non la condivido per niente. E’ vero che il mio matrimonio è indissolubile davanti a Dio ma non capisco, meglio le scappatelle, allora?
Carissima, intanto grazie per avere scritto.
La tua situazione sfortunatamente è condivisa da moltissime altre persone nella tua stessa condizione. Avrai letto nel Sito tutti i commenti e le testimonianze di coloro che vivono questa “lacerazione” morale e spirituale: essere separati o divorziati e di conseguenza esclusi dall’accesso ai sacramenti.
La chiesa, interpretando una dichiarazione dei Vangeli (nessuno separi ciò che Dio ha unito) che si riferisce alle coppie, è ferma su una posizione intransigente: niente sacramenti ai separati/divorziati o conviventi.
Anche se io personalmente non sono d’accordo con questa interpretazione, questo cambia poco. Conta quello che dispone la chiesa.
Le considerazioni che fai tu sono corrette e sensate: la coppia e l’unione dovrebbero essere basate sull’amore e non sui documenti. Ma per adesso i documenti (specie ecclesiastici) contano eccome!
Dobbiamo chiarire alcune cose però: le scappatelle, come le chiami tu, non sono accettate né accettabili perché sono una condizione di peccato considerato grave: l’adulterio, che ai tempi di Gesù veniva punito con la morte per lapidazione.
Oggi, che di scappatelle se fanno tantissime, vengono dalla chiesa “tollerate” ma sono pur sempre considerate peccati gravi.
La nostra fede ci insegna che si può sbagliare, tutti siamo peccatori, ma se smettiamo di compiere quel peccato, veniamo perdonati.
Quando si convive senza essere sposati (da celibi/nubili, divorziati o separati) si viene riconosciuti come in una situazione di peccato “permanente”, dovuto alle pratiche sessuali col partner (se si vivesse castamente non ci sarebbe peccato!).
Lo stesso vale se si possiede uno o più amanti! Quindi avere scappatelle o passare da un letto all’altro o convivere senza essere sposati è esattamente la stessa condizione.
Dopo queste, spero chiare, spiegazioni cosa ti posso dire?
Solo una cosa: Lasciati guidare dalla tua coscienza. Resta attaccata a Gesù. Prega tanto, ama intensamente e fai quello che il tuo cuore ti suggerisce.
Alla fin fine saremo giudicati sull’amore e non su quante volte e con chi avremo fatto sesso.
Saverio
“Resta attaccata a Gesù. Prega tanto, ama intensamente e fai quello che il tuo cuore ti suggerisce.
Alla fin fine saremo giudicati sull’amore e non su quante volte e con chi avremo fatto sesso.”
Credo che Saverio, anche se in maniera “implicita”,abbia risposto. Ama è fai quello che vuoi..diceva S.Agostino..
Ma davvero pensiamo che da una vita di tormenti (se pur corredata dalla preghiera) possa nascere qualcosa di buono? Possibile che persista l’idea di un Dio che si compiace e che goda del dolore delle sue creature…..
Separati da tuo marito, cerca di capire se l’uomo che stai frequentando sia l’uomo giusto per te, ma soprattutto se ti ama per davvero. Dio ci ha generato per la gioia e per la felicità