Separazione e sacramenti: meglio le scappatelle di una relazione stabile?

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Buongiorno, volevo porle una domanda per la quale di sicuro avrà già risposto a tante altre persone in difficoltà come me.
Son separata da mio marito da circa 2 anni dopo 10 anni di burrascoso matrimonio. Il nostro matrimonio era fatto di litigi, insulti e ormai la convivenza era diventata un non vivere. Ho presto la situazione in mano e con grandissima fatica ho portato avanti la richiesta di separazione con il mio coniuge che invece non ne voleva sapere. Figurarsi! Senso di possesso, mancanza di rispetto, mai fatto un esame del proprio comportamento nei miei riguardi e nei confronti dei figli.  
La mia vita era un inferno…  Dopo tante peripezie siamo arrivati all’udienza in tribunale per una separazione consensuale. Il problema è che lui continua a comportarsi come durante il matrimonio, ovvero dispetti, umiliazioni, non si preoccupa dei figli né moralmente né economicamente. Ma io mi ci sono abituata.
Premetto che io frequento assiduamente la chiesa, ho fatto sempre cammini spirituali etc e in questa situazione mi sono affidata alla provvidenza del Signore.
Ho sempre chiesto a Lui di mostrarmi il io cammino e non mi sono mai sentita abbandonata neanche nei momenti più bui che ho avuto.
Io mi preoccupo dei figli in toto, 365 gg all’anno senza fermarmi mai… Il mio ex invece si ritira a casa, li fa salire, li chiama cuore di papà e finisce li. Non fa altro che polemiche e cerca in continuazione il litigio.
Ora è da circa un anno che frequento una persona che mi fa stare bene, ho fiducia in lui ma ho un grosso dubbio…
Ieri ho parlato con il  mio parroco e le sue parole mi hanno sconvolta non poco: se avessi incontri occasionali, confessione e comunione e tutto andrebbe a posto;  ma visto che la mia relazione è continua non posso accedere ai sacramenti.
Non capisco. Il mio ex che ha fatto sempre le sue brave scappatelle, si confessa, si può comunicare; mentre io che ho trovato una persona che amo e che mi fa vivere tranquilla, no? La chiesa preferisce che io salti da un letto all’altro, mi penta ogni volta, mi confessi e mi comunichi?  Meglio la scappatella che l’amore, dunque? Non le sembra un controsenso? Sono molto confusa. 
So solo una cosa: Dio è amore non può permettere questo!
Io devo accettare questa condizione che mi ha imposto la chiesa anche se non la condivido per niente. E’ vero che il mio matrimonio è indissolubile davanti a Dio ma non capisco, meglio le scappatelle, allora?
Ho letto vari articoli sull’argomento nei i quali si diceva che in caso di separazione era fondamentale non abbandonare i figli e mi creda non conosco una super mamma più di me. Io continuerò a frequentare la chiesa, il coro (canto); continuerò a pregare tutto il giorno, ma ho molto amaro in bocca.
Se sono nel peccato come dice la chiesa perché amo un uomo che mi fa stare bene mentre il mio ex è stato solo una delusione perché nel fidanzamento mi ha fatto vedere un uomo che non esisteva.
Va bene così, aspetterò il giudizio di Dio quando lascerò questa terra.
Lei può aiutarmi a capire meglio come mi devo comportare?
Grazie
(Lettera firmata)Divorce

Carissima, intanto grazie per avere scritto.
La tua situazione sfortunatamente è condivisa da moltissime altre persone nella tua stessa condizione. Avrai letto nel Sito tutti i commenti e le testimonianze di coloro che vivono questa “lacerazione” morale e spirituale: essere separati o divorziati e di conseguenza esclusi dall’accesso ai sacramenti.
La chiesa, interpretando una dichiarazione dei Vangeli (nessuno separi ciò che Dio ha unito) che si riferisce alle coppie, è ferma su una posizione intransigente: niente sacramenti ai separati/divorziati o conviventi.
Anche se io personalmente non sono d’accordo con questa interpretazione, questo cambia poco. Conta quello che dispone la chiesa.
Le considerazioni che fai tu sono corrette e sensate: la coppia e l’unione dovrebbero essere basate sull’amore e non sui documenti. Ma per adesso i documenti (specie ecclesiastici) contano eccome!
Dobbiamo chiarire alcune cose però: le scappatelle, come le chiami tu, non sono accettate né accettabili perché sono una condizione di peccato considerato grave: l’adulterio, che ai tempi di Gesù veniva punito con la morte per lapidazione.
Oggi, che di scappatelle se fanno tantissime, vengono dalla chiesa “tollerate” ma sono pur sempre considerate peccati gravi.
La nostra fede ci insegna che si può sbagliare, tutti siamo peccatori, ma se smettiamo di compiere quel peccato, veniamo perdonati.
Quando si convive senza essere sposati (da celibi/nubili, divorziati o separati) si viene riconosciuti come in una situazione di peccato “permanente”, dovuto alle pratiche sessuali col partner (se si vivesse castamente non ci sarebbe peccato!).
Lo stesso vale se si possiede uno o più amanti! Quindi avere scappatelle o passare da un letto all’altro o convivere senza essere sposati è esattamente la stessa condizione.
Dopo queste, spero chiare, spiegazioni cosa ti posso dire?
Solo una cosa: Lasciati guidare dalla tua coscienza. Resta attaccata a Gesù. Prega tanto, ama intensamente e fai quello che il tuo cuore ti suggerisce.
Alla fin fine saremo giudicati sull’amore e non su quante volte e con chi avremo fatto sesso.

Saverio 

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Saverio Schirò
Amministratore del Sito. Appassionato di Spiritualità e Teologia

1 COMMENTO

  1. “Resta attaccata a Gesù. Prega tanto, ama intensamente e fai quello che il tuo cuore ti suggerisce.
    Alla fin fine saremo giudicati sull’amore e non su quante volte e con chi avremo fatto sesso.”
    Credo che Saverio, anche se in maniera “implicita”,abbia risposto. Ama è fai quello che vuoi..diceva S.Agostino..
    Ma davvero pensiamo che da una vita di tormenti (se pur corredata dalla preghiera) possa nascere qualcosa di buono? Possibile che persista l’idea di un Dio che si compiace e che goda del dolore delle sue creature…..
    Separati da tuo marito, cerca di capire se l’uomo che stai frequentando sia l’uomo giusto per te, ma soprattutto se ti ama per davvero. Dio ci ha generato per la gioia e per la felicità

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