Nei vangeli spesso vediamo Gesù attorniato dalla gente, chiamata ora folla, a volte turbe, a volte popolo. Questa folla non è più il popolo di Dio, quell’Israele che Javhé si era formato chiamato e guidato nell’Antico Testamento. E non è ancora la Chiesa, il nuovo popolo di Dio che si innesta sul Piccolo Resto di Israele, aprendosi alle Genti tutte.
la-folla-acclama-con-affetto-Questa folla rappresenta tutte quelle persone che non hanno volto né nome ma che a Gesù qualcosa chiedono: ora una Parola, ora un conforto, ora un miracolo.
Si accalcano davanti alla casa di Pietro a Cafarnao perché vogliono ascoltare il profeta di Nazareth. In riva al lago di Tiberiade tanto da costringere il Maestro a salire su di una barca per non rimanerne schiacciato. Lo seguono lungo il peregrinare in Galilea nella speranza di poterlo ancora ascoltare oppure di vedere i prodigi di cui era capace.
La folla fa da cornice costantemente alla vita di Gesù, dalla sua nascita nei panni dei pastori che gli fanno visita, fino alla morte con la richiesta della sua condanna alla croce e gli sberleffi e le delusioni sotto il patibolo. Insomma gente “facciola” come lo siamo noi.
E di fatti questa folla ci rappresenta pienamente e non a caso è inserita nelle pagine del Vangelo. Guardi la folla e vedi noi, con tutti i nostri slanci di entusiasmo ed i nostri limiti: noi capaci di grandi azioni, di dedizione, di sequela passiva come le pecore di un gregge. A volte docili pecorelle che si lasciano guidare, altre volte solo “pecoroni” senza personalità che si lasciano influenzare dai briganti di turno che si spacciano per pastori ma non lo sono.

Quando leggiamo le pagine del Vangelo e soprattutto gli insegnamenti, i rimproveri, le indicazioni, i comandamenti di Gesù, dobbiamo fare molta attenzione a chi è rivolto l’ammonimento. Non tutto è inteso per tutti alla stessa maniera: facciamo attenzione!
È molto diverso quello che Gesù chiede ai discepoli, agli apostoli o alle folle. Con chi lo segue da vicino perché ha ricevuto una vocazione particolare o gli viene assegnato un ruolo fondamentale, come i discepoli e ancor più gli apostoli, Gesù è particolarmente esigente e severo, diversamente quando si rivolge al popolo, alle turbe stanche, assetate o affamate. Lo stesso vale per i rimproveri talvolta violenti che rivolge ai ricchi, ai sacerdoti, ai sapienti e dotti del suo tempo, mai sono indirizzati alle folle in generale.
Con noi, che siamo le folle, Gesù è sempre docile e paziente, rispettoso dei nostri limiti e delle nostre debolezze; ci invita tutti a seguirlo ma con velocità e carichi diversificati a seconda della capacità di ciascuno di sopportarli. Il suo giogo (la legge che egli ci porta) è leggero, si tratta solo di riuscire a migliorare sul piano dell’amore, nulla di più.
Tutto il resto, tutti i cavilli della legge così come ancora oggi ci vengono proposti e obbligati a seguire spesso sono il frutto di una organizzazione umana, necessaria sì, ma non sempre perfettamente in linea con la buona novella che Gesù ci ha annunziato.
Per questo il Vangelo è davvero la”buona novella”e non quella catena opprimente come talvolta ed erroneamente ci viene presentato.

Saverio Schirò

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