Per credere a Gesù bisogna farne esperienza

Cosa sappiamo di Gesù?
Che visse circa 2000 anni fa; Che era figlio di Maria e forse di Giuseppe; che rimase circa trenta anni nel silenzio del suo lavoro di carpentiere in un piccolo villaggio della Galilea, come un ragazzo, prima, e un uomo qualunque, poi.
Che cominciò a predicare percorrendo le strade di Israele in lungo e in largo facendo miracoli e annunciando parole di pace e di amore per tutti; che i romani in collaborazione coi giudei lo arrestarono dopo circa tre anni e lo crocifissero; che il terzo giorno dalla morte alcune donne e poi i suoi discepoli affermarono di averlo rivisto vivo, poiché era risorto.
Sono belle notizie ma non sono esperienze: possiamo crederci, come possiamo dubitare o non crederci affatto! Possiamo crederci come crediamo a Giulio Cesare, cioè attraverso i libri di storia.
Gesù ha attraversato la Galilea, la Samaria, la Giudea. Si è spinto poco lontano dai confini di Israele. Quanta gente ne ha solo sentito parlare senza tuttavia conoscerlo di persona! Lo avevano a portata di mano! Qualcuno lo avrà pure visto e magari ascoltato e tuttavia sarà tornato a casa indifferente.
Sembra pazzesco! Eppure è così. Gli sono stati vicinissimi e non lo hanno conosciuto. Sapete perché?
Non ne hanno fatto esperienza! Anche oggi, molti si dicono credenti ma di Gesù non hanno fatto esperienza.

Leggiamo il Vangelo: Mt 16, 13-17
Essendo giunto Gesù nella regione di Cesarèa di Filippo, chiese ai suoi discepoli: “La gente chi dice che sia il Figlio dell’uomo?”.
Risposero: “Alcuni Giovanni il Battista, altri Elia, altri Geremia o qualcuno dei profeti”.
Disse loro: “Voi chi dite che io sia?”.
Rispose Simon Pietro: “Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente”.
E Gesù: “Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli

Fatevi anche voi questa domanda: “Chi dite che sia questo Gesù?”
Per rispondere a questa domanda deve essere Dio stesso a rivelarcela e quando avremo risposto sinceramente e col “cuore” la nostra vita sarà cambiata. Altrimenti è solo filosofia.
Ecco il momento cruciale: poiché Gesù possiamo incontrarlo solo spiritualmente, si capisce di averne fatto esperienza se ci sono dei segni, dentro di noi a testimoniarlo: si cambia!
Dopotutto lo stesso Gesù aveva cominciato la sua predicazione con l’affermazione: «Convertitevi e credete al Vangelo, poiché il Regno di Dio è vicino».
Avete capito? Per credere al Vangelo e accogliere il Regno di Dio in noi, prima è necessario convertirsi, cioè cambiare mentalità, modo di pensare, modo di vivere. Solo dopo sarà possibile credere alla Parola che Gesù ci comunica tramite il Vangelo.
Noi di solito proviamo a fare il contrario: convertirci leggendo il Vangelo. Così spesso rimaniamo delusi perché non lo capiamo ed invece di diventare liberi come Lui ci ha promesso, ci sentiamo afflitti da sensi di colpa, pesi, obblighi e costrizioni che non riusciamo ad accettare.

Da soli non possiamo farcela, “Se il Padre non ci rivela il Figlio” possiamo raggiungere una conoscenza solo esteriore, superficiale, insoddisfacente.
Dunque chiediamo a Dio, ogni giorno con la preghiera, che aumenti la nostra fede, che ci riveli il Figlio, che ci attiri a Lui, affinché possiamo disporci all’incontro col nostro Salvatore.
Saverio Schirò

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