Peccatori sì, ma perdonati!

Davanti alla bellezza della Parola di Dio, alla dolcezza con cui Gesù accoglie gli uomini indipendentemente dalla loro condizione, ecco che ci sentiamo in difetto: “Allontanati da me che sono peccatore” grida Pietro quando capisce chi è quell’uomo che ha portato con sé nella barca. Allora siamo portati a rivedere la nostra vita, a mettere “le cose a posto” in una parola a convertirci. Ovviamente la revisione personale ci porta a sentirci inadeguati, peccatori ci viene detto, ed è vero. Siamo peccatori. Ma cosa è il peccato?

C’è molta confusione quando si cerca di capire. Siamo stati così abituati a pensare ai nostri peccati, ad essere perennemente coi sensi di colpa perché non riusciamo ad evitarli che troppo spesso il nostro è un cristianesimo dalle spalle curve.
Un cristianesimo così triste che non procura alcuna gioia.
Abbiamo ricevuto questa eredità da una visione cristiana medievale che ancora ci condiziona e dalla quale risulta difficile sbarazzarsi. Non è così che dovrebbe essere.
Non è questo il messaggio liberatore, la buona novella che Gesù ci ha portato.

Sì, è vero, siamo peccatori, ma è così che siamo fatti: capaci di sbagliare, inadeguati ad essere fedeli, a seguire Gesù così come in teoria dovremmo.
Ma questo non è un problema: Gesù è venuto ad addossarsi tutti, dico tutti i nostri peccati e anche le nostre mancanze, le nostre debolezze. Tutte.

Nella lettera ai Corinzi Paolo sottolinea che “l’amore non serba rancore”.
Se questo è valido per l’uomo, quanto più deve esserlo per Dio che è AMORE?
E allora perché ci immaginiamo un Dio pronto a giudicarci ed a punirci per ogni mancanza, per le nostre debolezze? Pronto a sbatterci all’inferno perché non siamo stati capaci di essergli fedeli.
No, non è questa l’immagine che ho del mio Dio. Dico di più: non questa l’immagine che viene fuori dalla rivelazione di Cristo Gesù nel suo vangelo.

Sì, è vero, siamo peccatori e il peccato va allontanato da noi quanto è possibile; tuttavia è anche vero, e molto di più, che Dio ama i suoi figli anche se sono peccatori, forse anche di più: “Non sono venuto per i giusti, ma per i peccatori” ricorda Gesù a chi lo criticava per la sua frequentazione di pubblicani e prostitute.

Tutto questo è molto bello e liberante. Dio ci ama così come siamo e se siamo tristi e contriti vuol dire che non abbiamo capito il suo messaggio.
Su la testa, raddrizziamo le nostre spalle, il Signore ci ha salvato dalle conseguenze delle nostre debolezze: non ce le ha tolte, ci ha solo mostrato che le compatisce e le perdona.

Saverio Schirò

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