Pasqua: Gesù è risorto

La Pasqua ci ricorda che l’orizzonte della vita si trova al di là dell’ostacolo inevitabile che si chiama morte. La Pasqua è lì che ci vuole caricare di speranze, ci ricorda che la nostra meta è al di là della vita e che il tempo che ci viene regalato a nulla serve se non è orientata a quella eternità che ci attende a braccia aperte

È di nuovo Pasqua, fioccano gli auguri, la chiesa si riempie di volti nuovi, la fila per le confessioni si allunga e per un po’ tutti si sentono più buoni. Chissà se questa festa ci emoziona ancora? Certamente per i primi cristiani che si salutavano festosi col loro “Christos anesti” e la risposta gioiosa “Alithos anesti” (Cristo è risorto… è veramente risorto) doveva essere una bellissima emozione. Oggi dopo la tradizionale messa solenne, il pensiero forse si orienta più al pranzo lucculiano che si deve preparare. E si pensa a come trascorrere la pasquetta, ci si organizza per accaparrarsi un tavolo nelle aree attrezzate fuori porta e già domenica prossima la chiesa tornerà ad essere la stessa con le stesse facce di sempre: e ai peccati chi ci pensa più?
Eppure questa festa ci ricorda che l’orizzonte della vita si trova al di là dell’ostacolo inevitabile che si chiama morte. La Pasqua è lì che ci vuole caricare di speranze, ci ricorda che la nostra meta è al di là della vita e che il tempo che ci viene regalato a nulla serve se non è orientata a quella eternità che ci attende a braccia aperte. Quelle stesse braccia aperte di Gesù, quelle braccia inchiodate ad una croce che ci accolgono e ci dicono “non temere, i tuoi peccati, i tuoi limiti, le tue sofferenze li pago io per te, tutti quanti”.

Sì, perché questi impedimenti, chi più chi meno, li sperimentiamo tutti. Soprattutto chi è ammalato o chi ha vicino un ammalato, chi è anziano e chi è vicino ad un anziano; chi ha provato un lutto recente o ha perso una persona cara.
Gesù ha vinto le nostre sconfitte, le ha vinte con la sua resurrezione, e ci ricorda e ci annuncia che anche per noi è questo il nostro destino ultimo. Anche se adesso stiamo male, se siamo delusi, se siamo disperati, se stiamo vivendo il venerdì della passione.
Coraggio” ci dice Gesù, “non temere perché io ho vinto il mondo e faccio nuove tutte le cose”.
Faccio nuove tutte le cose, ti do una vita nuova perché questa, così come la conosciamo, è destinata a terminare ed è tutto così naturale, inevitabile, anche se ci aggrappiamo ad essa con tutte le nostre forze. Ti do una vita nuova tutta per te, tutta da vivere; una vita senza più pianto, sofferenza, senza più morte. Se ci credi puoi vivere da subito i germi di questa eternità, qui e ora.
Questa è la Pasqua. Per questo facciamo festa. Per questo ci facciamo gli auguri.
Altrimenti è solo tradizione vuota e senza senso, se non quello folkloristico.

 Saverio Schirò

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