Un uccellino viveva in un deserto, nell’unico albero a vista d’occhio. Ma era quasi tutto l’anno secco. Qualche fogliolina in primavera, uno o due fiori che cadevano insieme alle foglie prima ancora di crescere. E poi pochissima acqua che si raccoglieva come rugiada mattutina.
Ma era la sua vita e l’uccellino era soddisfatto di quel poco che aveva.
“Ah, la felicità è accontentarsi di quello che si ha!” pensava quando riusciva a beccare qualche vermetto per nutrirsi.
Una notte, scoppio un temporale violentissimo ed un fulmine si abbatté sull’alberello rinsecchito bruciandolo completamente. Fu un vero miracolo per il povero uccellino riuscirsi a salvare.
Il mattino dopo, il sole era cocente, ma l’alberello era ridotto ad un mucchietto di cenere e carbone.
L’uccellino era disperato. Imprecava contro Dio che aveva permesso che accadesse quel disastro. “Signore” gridava “non hai avuto misericordia di questo povero uccellino. Quel poco che avevo me lo hai distrutto!” E altre imprecazioni simili a quelle che viene spontaneo riversare su Dio quando le cose ci vanno male.
Dal cielo nessuna risposta. Solo silenzio.
In ogni caso non c’era nulla da fare e non c’era più alcuna ragione di rimanere in quel nulla. L’uccellino si prese di coraggio e volò via.
Non era giunta ancora la sera quando da lontano vide una grande macchia scura nel deserto. E quando fu vicino, ecco comparire grandi alberi, arbusti fioriti che costeggiavano un corso d’acqua fresca. Si posò sul primo albero frondoso e vide quanto era bello quel posto. Ed ebbe vergogna di avere imprecato contro il Signore e capì che senza quella catastrofe non avrebbe mai avuto il coraggio di lasciare tutto e cercare un altro luogo per vivere… un altro modo di vivere.
Tante volte nella vita le cose vanno come non vorremmo e non ne capiamo la ragione. Ma è la vita ed è così. L’unica cosa che possiamo fare è provare a trasformare quei momenti difficili in nuove opportunità.
Saverio Schirò