Lettera ai miei genitori

Pochissime cose ricordo della mia prima infanzia. Le minime reminiscenze che ho sono memorie lontane e offuscate, rese ogni tanto più limpide dal racconto di qualcuno che me ne parla, qualcuno che mi racconta com’ero nei primi anni della mia vita, soffermandosi sul mio carattere, sulle mie abitudini e sulle cose che ero solito dire o fare. Tuttavia mi risulta enormemente difficile tentare di pescare nella memoria quali fossero i miei reali pensieri, i miei stati d’animo o le mie sensazioni. Una sola cosa ricordo con chiarezza, un momento che è sopravvissuto indenne agli anni, i mesi e le stagioni e che ogni volta mi fa pensare a quale sia stata la mia vera fortuna.

Lettera ai miei genitoriQuando avevo circa due o tre anni, ero solito, dopo il consueto bagno, stendermi sul letto dei miei genitori, sulle gambe di mia madre che, intanto, mi asciugava i capelli con cura. In questi momenti di estrema pace, rilassato dal bagno e dal calore dell’asciugacapelli, godendo delle cure e delle coccole di mia madre, finivo spesso con l’addormentarmi in uno stato di serenità assoluta, con una sensazione di calore, sicurezza e profondo amore che solo una madre può dare, e che mai più nella mia vita ho potuto rivivere.
Così sono stato cresciuto, in un ambiente sano e denso d’amore e di cura per i figli. Ho imparato, sotto la guida attenta dei miei genitori, tutto ciò che nella vita è importante, e ho formato il mio carattere all’ombra di due persone giuste ed equilibrate che sono stati degli ottimi modelli da seguire nel corso di tutta la mia fanciullezza. Le loro attenzioni non mi sono venute a mancare neppure quando non ero più solo e un fratello ed una sorella più piccoli richiedevano più cure ed attenzioni di me. Non sentirmi trascurato neppure per un istante ha fatto sì che sviluppassi con i miei fratelli un rapporto di complicità duraturo di cui vado fiero. Un rapporto totalmente puro e privo delle frequenti gelosie che possono nascere in questi casi.
Di tanto in tanto, mi capita di fermarmi ad osservare la realtà in cui vivo, analizzando ogni dettaglio minuziosamente in modo da percepirne l’essenza. Allora mi capita di apprezzare la splendida famiglia in cui sono cresciuto. Apprezzo le intere giornate che mia madre mi ha dedicato, non lasciandomi mai da solo o a lungo nelle mani di altri. Ora so che è importante educare da sé i propri figli e trascorrere con loro tutto il tempo necessario alla loro crescita. Apprezzo gli insegnamenti di mio padre, che sin dal principio mi ha trasmesso le sue conoscenze, insegnandomi i valori che mi hanno permesso di diventare la persona che sono. Apprezzo il profondo amore con cui sono stato allevato sin dai miei primi istanti di vita e che continua ad accompagnarmi in ogni attimo. I miei genitori sono stati con me sempre comprensivi, mai severi, sempre presenti e disponibili, sempre pronti a fornire il giusto insegnamento.

Adesso sto crescendo e, pur mantenendo i valori che mi hanno formato, mi rendo conto che la mia vita sta cambiando. Il mondo che mi circonda comincia ad affidarmi piccoli problemi da affrontare, distrazioni che quotidianamente mi distolgono dall’osservare i piccoli accadimenti che avvengono attorno a me e che, forse, un giorno mi sforzerò di ricordare.
Tuttavia, ancora oggi è rimasto intatto  il profondo rispetto che nutro per i miei genitori. È un rispetto che non mi è stato imposto, ma che si sono guadagnati giorno dopo giorno. Oggi non c’è sorriso di mia madre che non sia in grado di migliorarmi la giornata, oggi non c’è insegnamento di mio padre di cui non faccia tesoro.
Spero di portare per sempre con me questi ricordi, perché in fondo, indipendentemente da dove mi condurrà la strada, io vorrò sempre essere un figlio degno di mio padre e di mia madre e, un giorno, spero di essere in grado di crescere i miei figli con la stessa cura e lo stesso amore che mi sono stati rivolti, perché loro provino lo stesso calore e la stessa sicurezza di quando, da piccolo, mi addormentavo coccolato dalla mamma.

2 gennaio 2014.
Samuele

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