Le dinamiche dell’amore

Come certe scelte provengono dal nostro mondo interiore fatto di inconscio e bisogni non soddisfatti.

Riceviamo nella nostra redazione una lettera di una nostra lettrice sulle dinamiche dell’amore e volentieri la pubblichiamo.

Spesso le persone, a causa di una totale assenza di educazione all’amore, pensano che amare sia solo una questione di “sentimenti”, di “pancia”, di “istinto”… ritrovandosi in questo modo legate a persone che non si sa nemmeno perché ci facciano sentire coinvolte così tanto.
A volte è il risultato di turbamenti interiori che ci portiamo dentro da quando siamo bambini,  e che ci inducono a compiere scelte “d’amore” come fossimo scimmiette “ammaestrate”, senza esserne davvero consapevoli.
Mi spiego meglio. Per esempio, una persona che soffre della paura dell’abbandono affettivo si attaccherà sempre e di più a partner che la facciano sentire “abbandonata”. Più mi fa sentire così più mi attacco. Ma sono processi inconsci.
Per non cadere vittima dei tranelli inconsci che possono condizionare le nostre scelte amorose, sarebbe opportuno prima fare un lavoro introspettivo e cercare di capire perché abbiamo certi bisogni e dove questi ci spingono.
Prendiamo il caso della signora che ha scritto in questo Sito la lettera chiedendosi se è giusto rimanere con il marito che non ama più: ebbene, trapela sottilmente come sia stato il suo desiderio di amore e di famiglia ad averla spinta a sposare un uomo che rappresentasse per lei un “porto sicuro”, serio affidabile e fedele, a fronte di una precedente relazione “disastrosa” con un tipo di uomo probabilmente opposto a suo marito. Ecco il nodo della questione. La signora, presa dal momento, nel suo voler sistemare la sua vita e di avere certezze e stabilità, ha scelto quell’uomo che in quel momento storico le dava tutte queste garanzie. Mi azzardo a dire che, anche se lei in quel momento non ne era cosciente, abbia scelto quell’uomo per coprire appunto un’esigenza del momento. Infatti, dopo l’entusiasmo iniziale, sono emerse le criticità proprie di un rapporto non scelto consapevolmente. Perché parliamoci chiaro, non ci si sveglia da un giorno all’altro sentendosi non più innamorati del proprio marito per cause sconosciute o perché lui non ci dà più attenzioni.
L’abbiamo sposato così, lui è sempre quella persona che però oggi non gradiamo più. Solo che l’esigenza di quel momento è finita perché è stata colmata e adesso stiamo passiamo a quella successiva. Ma sempre di esigenze si parla!
Nella lettera si nota inoltre, non tanto il suo desiderio di far felice il marito e le figlie, ma la ricerca costante della propria felicità: io ho bisogno di, io desidero… ecco che si cade nuovamente vittima di esigenze da soddisfare, un vuoto da riempire. Stavolta con un altro uomo che la fa sentire amata. Potrebbe andare avanti così per sempre, cercando di ricolmare i propri vuoti interiori, perché un domani questo uomo che oggi la fa sentire a detta sua “amata”, potrebbe farle mancare altre cose.
Bisognerebbe chiedersi cosa sia l’amore: cioè il donarsi e cercare il bene dell’altro in unione al proprio, dare sperando di ricevere, ricevere e colmare i propri vuoti interiori.

Prima di sposare qualcuno per soddisfare la propria esigenza di famiglia e procreazione, bisognerebbe dunque chiedersi cosa sia per noi l’amore, e farlo prima ancora di capire se quella persona può davvero corrispondere all’amore che ricerchiamo in assoluto. Perché se si fa un errore a monte, è difficile sperare poi che la situazione possa essere in qualche modo recuperabile. Bisognerebbe raggiungere una maturità sentimentale tale per cui una persona accetta i difetti dell’altro non interpretandoli a suo modo come “non amore” solo facendo associazioni del tipo “se fa questo mi ama se non lo fa non mi ama”.
Ognuno di noi è mosso da esigenze interiori, modelli educativi che non sono uguali per ciascuno di noi. Perciò anche se il marito la ama alla follia ma non lo dimostra come lei vorrebbe (aspettative) allora ecco che, nonostante una famiglia potenzialmente meravigliosa, si cade nel tranello dell’insoddisfazione e del bisogno non soddisfatto.
Monica

7 COMMENTI

  1. Molto interessante questa lettera della signora Monica.

    Sarebbe interessante sapere da dove ha appreso queste conoscenze.

    • Rosaria, mi sono avvicinata al coaching per circa un anno, ma la verità è che ho fatto molta molta esperienza personale, riflessioni, studi sulla mia personalità, maturando concetti miei e, pertanto, veri per me ma sempre più spesso applicabili anche su altri. Mi si è aperto un mondo nuovo. Lo studio senza l’esperienza “sul campo”, è spesso spreco di tempo.

      • Grazie per la sua risposta. È molto interessante ciò che scrive.

        E concordo. Lo studio senza l’esperienza sul campo è spesso spreco di tempo, così come la mera esperienza personale senza lo studio.

        Ha ragione.

        Ero incuriosita perché sono concetti a me molto ben noti in quanto professionista del settore. Concetti e teorie studiate e apprese presso un’accademia privata Professionale a Milano. Concetti indeti e che possono provenire solo da una fonte… E mi chiedevo se fosse la stessa persona…

        Quindi anche Lei è una Coach? 🙂

  2. Bellissimo articolo! Centra in pieno il problema. L’amore è un sentimento che presuppone la cosapevolezza di chi siamo, di cosa abbiamo bisogno e di cosa possiamo dare. Altrimenti, il legame non durerà. Se c’è questa consapevolezza reciproca e ci si incontra nelle rispettive esigenze, può nascere quella perfetta sintonia che si chiama amore. Altrimenti, è tutto un’altra cosa.

  3. Penso che le parole espresse nella tua lettera contengono delle grandi verità, sull’amore du può parlare all’infinito, ma a volte si confonde l’amore con altro come nei tuoi esempi, in una coppia l’amore dovrebbe essere un qualcosa di naturale che si comprende dopo una profonda conoscenza dell’altro e l’unica esigenza che si dovrebbe sentire e donarsi a chi si ama ,non per esser ricambiato, non per esser ripagato, non per colmare un proprio vuoto ,ma perché amare non è un dovere e non è dovuto ,l’amore che si prova è un dono della vita ,amare è donare la proprio vita …

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