La storia di Sabrina… parte seconda

http://fc01.deviantart.com/fs20/f/2007/254/4/d/No__woman__no_cry_by_Queen_of_heart.jpgCome ti dicevo, caro Saverio, Sabrina cominciò a confidarsi, dapprima un po’ timorosa (provava evidentemente vergogna), poi avendo rotto il ghiaccio iniziale, mi raccontò tutto. Provavo tanta pena per quella bambina, e spesso mentre lei parlava sentivo i miei occhi riempirsi di lacrime, mi chiedevo, come fosse stato possibile che i genitori non avessero capito nulla!!! Mi sembrava pazzesco, eppure era la realtà. Pensavo ai miei figli, alle ragazze che conoscevo, e inorridivo per quello che passava nella mia mente.
Sabrina mi raccontò che la coppia di amici altri non erano che Andrea e la sua convivente Lucia che poi era la cameriera della nonnina che abitava al piano di sopra. Entrambe erano persone  perbene, un po’ riservate… forse per il fatto che non erano sposati e nell’ambiente della ragazzina non si era molto abituati a queste forme di unione che oggi invece sempre più spesso ritroviamo.
Quindi dicevo persone perbene, ritirate, educate, e in particolare Andrea 45 anni, molto distinto e ossequioso  con la famiglia di Sabrina, che lo stimava, divenne ben presto amico di loro. Pare che si rendeva disponibile per ogni tipo di favore, come succede spesso tra vicini di casa, per cui sembrava normale che la figlia  Sabrina poteva frequentare la casa dove erano presenti anche loro due.
Infatti Sabrina spessissimo andava a trovare la nonnina e nel frattempo trascorreva molto tempo anche con la coppia di amici coi quali aveva intrapreso una certa confidenza, nonostante la notevole differenza d’età. Erano un po’ come due fratelli maggiori, prodighi di consigli e spigliati nel trattare ogni sorta di argomento.
La nonnina invece, voleva bene alla sua piccola amica, ma nutriva una strana diffidenza nei confronti della sua cameriera e del suo compagno, e spesso di queste perplessità parlava con la sua piccola amica, nella quale riponeva la sua totale fiducia. Manifestava timori sui due che potessero approfittare del fatto che lei fosse costretta all’immobilità, per gonfiare i conti di spese, o sottrarre in qualche maniera beni conservati.
Intanto, Andrea osservava questa ragazzina che andava crescendo, con tutte le curiosità tipiche dell’età. Spesso, mi raccontava Sabrina, le rivolgeva complimenti che sicuramente stuzzicavano la sua  vanità, e si vedeva oggetto di attenzioni che di norma sentiva rivolte a donne adulte, come in certi film che aveva visto in televisione.
Mi confidò che cominciarono a vedersi in giro giornalini a fumetti con immagini sconce in cui si vedevano le parti intime, che stuzzicavano la curiosità di Sabrina, e Andrea le dava volentieri spiegazioni: era veramente gentile, già molto gentile! a spiegare certi particolari sull’anatomia umana specialmente dell’uomo, e Sabrina sembrava affascinata e sempre più incuriosita. Dai fumetti passò alle riviste porno con foto autentiche, e anche in questo caso Andrea le spiegava tutto, soffermandosi su certi particolari.
Dopo questa lunga preparazione fatta di complimenti e discorsi scabrosi avvenne il patatrac:
era una domenica mattina, lei ricordava lucidamente ogni particolare ed ogni parola detta. Le tremava la voce quando me lo confidò. Lei salì a casa dopo la messa e fu proprio lui ad aprirle la porta e appena la vide esclamò estasiato: “Sei diventata davvero una bella ragazzina!” Sabrina arrossì compiaciuta dal complimento. Lui l’avvicinò a sé e le chiese se poteva baciarla, la piccola gli porse la guancia come al solito, ma lui ribatté “No, non così, come ad una vera donna”. Sabrina non rispose e lui passò ai fatti, con misurata dolcezza accostando le labbra alle sue e violandola nella sua innocenza.
A questo punto Sabrina mi abbracciò sbottando in lacrime accusandosi di non avere avuto la forza di reagire, anzi di essersi abbandonata alle sue pretese ricavandone addirittura una sottile soddisfazione che la aprì completamente agli abusi che lui da quel momento le inflisse sistematicamente. Si sentiva donna, si sentiva grande, si sentiva privilegiata rispetto alle sue amiche che parlavano pudicamente dei loro amori adolescenziali mentre lei “aveva un uomo vero!”
Che cosa terribile!
Non vi dico cosa è arrivata a subire quella povera innocente, ma, care amiche e cari amici, lo potete immaginare benissimo… anzi non potete, perché è inimmaginabile! Non si può credere che una persona possa arrivare a tali sconcezze con una bambina di appena 13 anni e con una differenza di età di più di trentanni!
I loro incontri avvenivano quando in casa erano soli, la nonnina non poteva certo dare fastidio, e lui immancabilmente le raccomandava il silenzio, altrimenti avrebbero passato i guai.
Pian piano Sabrina cominciò a stancarsi, si sentiva legata a quell’uomo e non riusciva a rompere quella assurda relazione. Perché? Paura? Lei stessa non riusciva a darsi una spiegazione, aveva scambiato questa sua curiosità, normale a quell’età, per amore, si era sentita importante, donna, e adesso non sapeva come liberarsi. Strada facendo aveva perso un pezzo della sua vita, la sua adolescenza! E mai più nessuno poteva ridarle quel tassello importante della sua vita. Da bambina innocente si era trasformata in donna esperta.
Durò parecchio questa storia, ma alla fine riuscì a sfuggire dalle mani di quel mostro.
La nonnina nel frattempo era morta e così Sabrina non ebbe più motivo di andare in quella casa,  e tutto finì sepolto nel silenzio di quelle mura.
La famiglia di lei non seppe mai nulla di quello che era accaduto alla figlia, per loro era sempre la ragazzina tranquilla che non dava pensiero.

Chissà quante Sabrine silenziose ci sono disseminate nella vita. Ragazzine che si sentono già adulte, e quindi capaci di soddisfare un uomo in quelle performance di grado così basso e scadente, e non capiscono che la crescita di un individuo, e in particolare della donna, è fatta di ben altre cose.

Ariam

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