Sembra strano parlare di solitudine e di coppia, quasi una contraddizione: ma non lo è.

Ci si può sentire soli in mezzo a tante persone, e perfettamente a proprio agio in piena solitudine nella propria camera o passeggiando in campagna o per le vie della città.
La solitudine non è l’assenza di compagnia, ma uno stato interiore di vuoto e di insoddisfazione. In questo caso, non è la presenza di altre persone che può aiutarci ma il silenzio e la riscoperta del valore di noi stessi.

Se il tarlo della solitudine si insinua nella vita di coppia, ecco che la relazione va in sofferenza. Spesso è solo uno dei due a soffrirne di più, nell’indifferenza dell’altro, a volte, invece, nessuno dei due se ne accorge e la coppia va piano piano verso la deriva dei sentimenti.
La vita di ciascuno si svolge là fuori, in mezzo alla gente, nei luoghi di lavoro, di distrazione, poi a casa si sta insieme ma è come rimanere da soli: non c’è comunicazione. Si mangia allo stesso tavolo, si dorme nello stesso letto, si parla del più e del meno, dei figli, dei problemi economici, di ciò che è avvenuto fuori di noi ma si rimane comunque distanti.

Non c’è vero dialogo quando non ci si guarda più negli occhi; non c’è comunione di cuori quando non si condivide quello che abbiamo dentro. Due binari che trascinano sopra quello che assomiglia più ad un carrozzone che ad una vera relazione: due binari che non si incontrano mai!

A volte la situazione di solitudine peggiora così tanto che non si riconosce l’altro come parte di un noi e le strade si divaricano sempre di più alla ricerca di una soddisfazione che ormai non si spera più di ottenere all’interno della famiglia. Come un treno deragliato, finisce l’amore e tutto ciò che ne consegue.

Rimediare subito, ma come? Alcuni suggerimenti
Quando nella coppia si avverte il disagio della solitudine bisogna cogliere il sintomo del malessere e provare a porvi rimedio prima che degeneri irrimediabilmente.

Per prima cosa prendiamone coscienza: perché questa sensazione di solitudine? Perché questo senso di estraneità? Cosa possiamo fare?
Tenete presente che per lo più è uno dei due partner ad avvertirne il disagio, l’altro vive ignaro o addirittura con indifferenza. Non lasciatevi irretire da questa sensazione di noncuranza: ognuno ha sensibilità differenti e modi differenti di rappresentarle. L’amore include il dover portare il peso dell’altro se neccessario. Chi avverte il sintomo è proprio lui a dover cercare di porvi rimedio. Come?
amore coppiaNon ci sono soluzioni preconfezionate, è chiaro.
La consapevolezza, rendersene conto è il primo passo da compiere. Consapevolezza che deve essere offerta all’altro parlando apertamente di quello che si prova. Abbandoniamo l’idea sbagliatissima di mettere l’altro alla prova, con bronci, distacchi, sguardi spenti e faccia contrite, nella speranza che si accorga del nostro disagio e ci consoli. Oltre che infantile è per lo più inutile.

La solitudine è figlia della non comunicazione, il rimedio più ovvio è cominciare ad abbattere questa barriera confidandoci col partner anche se lui pare non capire o addirittura boccia come paranoie queste sensazioni. Tornate poi a ripensare ai momenti più belli della vostra relazione, quando vi siete conosciuti, scelti, amati. Tornare alle origini, e farlo insieme, riaccende le passioni e ravviva i sentimenti. Fate più cose insieme, anche quelle apparentemente banali, come uscire a fare la spesa o collaborare in cucina. Se possibile fate un viaggio da soli, sia anche un weekend per riscoprire il piacere della complicità e dell’avventura.

Ultimo, ma non ultimo, non fate da soli: affidatevi a Colui davanti al quale vi siete promessi sposi per sempre. Cominciate a pregare un po’ insieme, fossero pochi minuti al giorno, ma anche da soli perché non per tutti i problemi le soluzioni sono alla nostra portata.

Saverio Schirò

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