La prostituta… che ha molto amato

Sono le due definizioni che incontriamo nel Vangelo di Luca a proposito di una donna, ben conosciuta nella sua città, proprio a motivo dello squallido mestiere che esercitava. Era “una di quelle…”, una prostituta, o, come ci si esprimeva con una terminologia religiosa, una “peccatrice”, quasi che il peccato si identificasse con l’uso aberrante della sessualità. Di questa donna non ci vene dato il nome, ed è quindi per noi una sconosciuta, ma il vangelo di Marco ci dice che era di Betania. Essa entra in scena in maniera inaspettata, proprio mentre Gesù si trova in casa di un notabile fariseo del luogo, che Marco ci presenta come “Simone il Lebbroso”. Questi aveva invitato Gesù a mangiare nella sua casa insieme ad altri suoi amici farisei, magari per poter aggiungere al suo curriculum un qualche nota di merito o di fama, tenendo conto del singolare personaggio che era suo ospite. Mentre i commensali sono nel bel mezzo di un ricco e gustoso pranzo, ecco che all’improvviso, senza che nessuno l’avesse invitata -nè mai l’avrebbe invitata- questa donna entra e senza dire alcuna parola si dirige immediatamente verso Gesù, portando con sé un vaso di profumo, come usavano fare le prostitute nel loro mestiere. Marco ci informa che si trattava di “un vasetto di alabastro, pieno di olio profumato di nardo genuino di gran valore”, quindi il meglio che possedeva.

La sua presenza in quel contesto sembra quanto di meno opportuno potesse capitare al padrone di casa. Essa infatti si piega in ginocchio ai piedi di Gesù e comincia a compiere una serie di gesti che fanno drizzare i capelli agli invitati e suscitano un’onda di sdegno, di pensieri indegni e di malevoli giudizi. Comincia infatti a piangere a dirotto, bagnando i piedi Gesù e con i suoi lunghi e disciolti capelli glieli asciuga, cominciando a carezzali, a baciarli con tenerezza e ad ungerli con quel suo prezioso profumo, il cui odore gradevole e sensuale si spande per tutta la casa.  Gesù la lascia fare, rimanendosene tranquillo, mentre Simone è al colmo dell’imbarazzo e nel suo cuore pensa male di Gesù: come mai non reagisce di fronte a quella disdicevole intimità? come mai non allontana con sdegno quella donna e non la caccia via in malo modo, invece di lasciarsi toccare e palpare? Se è davvero un profeta, dovrebbe subito capire che genere di donna è quella là… è una prostituta! Lo stesso suo modo di vestire e di agire lo rivela!

Gesù, invece, poiché è davvero un profeta e sta leggendo i pensieri di Simone, si gira verso di lui, apparentemente incurante della donna che continuava a piangere e ad accarezzare e baciare i suoi piedi, e lo interpella: “Simone, ho da dirti una cosa!“. Quasi grato che Gesù lo distrae dal suo imbarazzo, risponde: “Maestro, di’ pure!“. E Gesù gli racconta una breve parabola. “C’erano due poveracci, i quali dovevano uno 50 e l’altro invece ben 500 denari al loro creditore. Questi, ben sapendo che né l’uno né l’altro erano in grado di pagare, decide con generosità di condonare il debito ad entrambi.” A questo punto, Gesù si rivolge direttamente a Simone e gli domanda:  “Secondo te, chi dei due lo amerà di più?“. Senza pensarci due volte Simone risponde; “Suppongo, colui al quale ha condonato di più!“. E Gesù lo gratifica con la sua approvazione: “Hai giudicato bene!“.

Ma a questo punto la scena cambia improvvisamente ed i riflettori vengono puntati sulla donna che è sempre lì a baciare i piedi di Gesù e ad ungerli di profumo. Gesù invita Simone a guardare in faccia quella donna, senza paura e senza girare ipocritamente lo sguardo da un’altra parte: “Vedi quella donna?”, e indicando la donna Gesù continua a parlare, ma questa volta è proprio di lui, di Simone, che Gesù parla e lo chiama in giudizio, evidenziando il suo comportamento apparentemente educato, ma di fatto freddo e distaccato. Egli mette a confronto il comportamento di Simone, il fariseo pio e osservante, e quello della donna, la peccatrice. Gesù guida con molto garbo Simone ad un sincero esame delle sue azioni, scandendole una per una. Ma lasciamo la parola a Luca: “Vedi questa donna? Sono entrato in casa tua e tu non mi hai dato l’acqua per i piedi; lei invece mi ha bagnato i piedi con le lacrime e li ha asciugati con i suoi capelli. Tu non mi hai dato un bacio; lei invece, da quando sono entrato, non ha cessato di baciarmi i piedi. Tu non hai unto con olio il mio capo; lei invece mi ha cosparso i piedi di profumo.”

A questo punto, chi si trova ad essere sotto giudizio non è più “quella donna”, ma proprio lui, il “fariseo” integro e retto. Gesù ha fatto una radiografia serena, ma del tutto obiettiva, rivelando l’estrema povertà del suo cuore e della sua vita. Simone risulta largamente in difetto ed il suo comportamento imperdonabile. Di contro,  continuando a guardare con simpatia e tenerezza verso la donna, Gesù afferma con decisione, rivolgendosi a Simone: “Io ti dico, i suoi molti peccati sono perdonati, perché ha molto amato!”. E direttamente alla donna dice con ferma autorità: “I tuoi peccati sono perdonati!”. Ma questa sublime affermazione di misericordia viene accolta da parte degli altri farisei invitati con rabbioso e malevolo risentimento, che si traduce in un “Chi è costui che perdona anche i peccati?”. Ma Gesù è incurante dei loro giudizi. Egli si interessa esclusivamente della donna, e, come per sigillare la sua opera di guarigione interiore e di restaurata pace del cuore, conclude: “La tua fede ti ha salvata; va’ in pace!“.

Non nega i suoi peccati, non li minimizza, li valuta per quello che sono. Ma Gesù ha letto il sincero e profondo pentimento di quella donna, desiderosa di un amore più forte dei suoi molti peccati, e che si è rivolta a Colui che toglie i peccati del mondo e dona quella pace e quella gioia che nessuno può più strappare. Così quella donna che tutti giudicavano in maniera impietosa solo come “una prostituta”, per Gesù che guarda il cuore quella donna è semplicemente “colei che ha molto amato!”, ed il cui profumo ha inondato il suo cuore.

Giuseppe Licciardi (Padre Pino)

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