La mia mamma

Oggi voglio parlarvi della mia mamma.

Ho un ricordo molto vivo di quando avevo circa dieci anni e adoravo mia madre. Fu in quel tempo che ascoltai per la prima volta la poesia di De Amicis (che trovate in fondo all’articolo) e che imparai subito a memoria.
Mi disturbava però, l’idea che mia madre fosse sessantenne, con la treccia bianca, mentre allora aveva circa 40 anni. Allora cambiavo quel versetto e immaginavo piuttosto la treccia bianca di mia nonna che di anni ne aveva già più di 60.
Fu proprio in quel tempo che mia madre si ammalò gravemente di un cancro e benché fu operata, il tumore si diffuse nelle pareti ormai vuote della cavità pelvica: secondo i medici fu considerata spacciata.
Io ero troppo piccolo per capire la gravità della situazione e ricordo come quasi ogni giorno per tutto il tempo del ricovero in ospedale (che durò addirittura mesi, per via di complicazioni che si succedevano una dietro l’altra) andavo a trovarla. Come un monello, tutto sporco, dopo aver giocato per la strada andavo sotto la finestra dell’ospedale sperando che si affacciasse.
Poi fu dimessa, senza prognosi, ma con un ultimo estremo tentativo terapeutico per arginare il male terribile: la radioterapia. Non ricordo se ci andasse ogni giorno, ma ricordo che tante volte io la accompagnavo.
Ebbene, allora non ci capivo un granché di tumori e malattie e nella innocenza della mia fanciullezza non ricordo neppure di avere sofferto la terribile via crucis a cui sono sottoposti questo tipo di malati.
La volontà di Dio è davvero misteriosa e non si capisce perché certe persone debbano essere colpite da mali così terribili, alcune morire, quelle più buone si dice, ma non è vero, riguarda tutti indiscriminatamente, altre invece guariscono. Preghiamo Dio tutte le volte, dicendo: “Sia fatta la Tua volontà”, cioè “Signore accettiamo qualsiasi cosa tu riservi alla nostra vita”, poi, in realtà ci ribelliamo se questa volontà diventa dolorosa, oscura, incomprensibile.
Mia madre adesso ha 88 anni e quando ripenso da adulto, consapevolmente, che ho rischiato di perderla già da più di 40 anni, mi viene la pelle d’oca.
Poi, però, mi dimentico di lei e non faccio abbastanza per godermela così come dovrei e come merita. Non la vado a trovare abbastanza spesso e certe volte neppure alzo la cornetta per chiamarla al telefono e dirle almeno: “Ti voglio bene, mamma”.

Moltiplichiamo la manifestazione del nostro amore per le nostre mamme, in ogni modo, in ogni istante: una telefonata, un bacio, un abbraccio, un “ti voglio bene”, per noi è un nulla ma per loro è un tesoro prezioso e inestimabile, ve lo assicuro.
E a tutti coloro che la mamma non l’hanno più, vorrei ricordare che la loro presenza e il loro amore continua, forse ancora più intensamente, lassù in cielo, vicino al Signore, perché se è vero che chi ama è già con Dio, quale amore più grande sulla terra conosciamo se non l’amore di una madre?

8 maggio 2016 Festa della Mamma.
Saverio

A mia madre 

Non sempre il tempo la beltà cancella
O la sfioran le lagrime e gli affanni;
Mia madre ha sessant’anni,
E più la guardo e più mi sembra bella.
Non ha un accento, un guardo, un riso, un atto
Che non mi tocchi dolcemente il core:
Ah! Se fossi pittore,
Farei tutta la vita il suo ritratto!
Vorrei ritrarla quando inchina il viso
Perché io le baci la sua treccia bianca,
O quando inferma e stanca
Nasconde il suo dolore sotto un sorriso….
Pur se fosse un mio prego in cielo accolto,
Non chiederei di Raffael D’Urbino
Il pennello divino
Per coronar di gloria il suo bel volto;
Vorrei poter cangiar vita con vita,
Darle tutto il vigor degli anni miei,
Veder me vecchio, e lei
Dal sacrificio mio ringiovanita
(E. De Amicis)

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