Il peccato Originale: un dogma ancora valido?

Tutti ci siamo chiesti da dove viene il male e nessuno ha una risposta convincente.

Dio è infinitamente buono e tutte le sue opere sono buone“. Così abbiamo imparato dal Catechismo. Tuttavia nessuno sfugge all’esperienza della sofferenza, dei mali presenti nella natura e soprattutto al problema del male che ogni uomo commette.

Secondo l’insegnamento della Chiesa Cattolica, l’origine del male va ricercata nel peccato dell’uomo, un peccato che avrebbe la sua origine all’inizio della creazione e non sarebbe opera di Dio bensì della scelta del primo uomo, Adamo. Lo leggiamo nella Bibbia, nel libro della Genesi, il primo libro delle Sacre Scritture. Creato ad immagine di Dio, l’uomo è chiamato a vivere questa amicizia come sottomissione e deve sottostare alle norme morali che regolano l’uso della libertà. Invece Adamo, tentato dal diavolo ha disobbedito al comandamento del Creatore preferendo se stesso a Dio, rifiutando la sua amicizia con conseguenze drammatiche che gli hanno fatto perdere la grazia della santità originale spezzando l’armonia della creazione e facendo entrare la morte nel mondo. Da questo momento ogni uomo erediterà questa condizione peccaminosa come affermerà san Paolo: “Per la disobbedienza di uno solo, tutti sono stati costituiti peccatori” (Rom 5,19) e ancora “Come a causa di un uomo solo il peccato è entrato nel mondo e con il peccato la morte, così anche la morte ha raggiunto tutti gli uomini, perché tutti hanno peccato… (Rom 5,12).

Il peccato originale è proprio a ciascuno e consiste dunque nella privazione della santità e della giustizia originale;  una eredità che limita le forze naturali, lo sottomette alla sofferenza e al potere della morte e lo inclina al peccato. Il Battesimo, donando la vita della Grazia di Cristo, cancella il peccato originale e volge di nuovo l’uomo verso Dio. Attenzione però, le conseguenze di tale peccato sulla natura indebolita e incline al male rimangono nell’uomo e lo provocano al combattimento spirituale (CCC 405).
Questa è la dottrina del peccato originale secondo la Chiesa Cattolica ratificata nel dogma dal Concilio di Trento nel 1546.

E’ ancora valida questa impostazione del problema?

Certamente questa visione così chiara e carica di fascino è andata benissimo fintantoché ha avuto alla base il postulato scientifico monogenista, cioè la tesi che tutti gli uomini discendano da una sola coppia e che immagina le opere del creatore, uomo compreso, perfette fin dalle origini. Oggi, invece, si vanno affermando come più di una ipotesi le tesi evoluzionistiche le quali suggeriscono una concezione dinamica della creazione che la vede perfezionarsi gradatamente fino al raggiungimento della sua pienezza in un futuro escatologico. Questa prospettiva conduce necessariamente ad una nuova impostazione del peccato originale. Non si tratterebbe di una tara, una eredità originata da una presunta coppia vissuta all’alba dell’umanità, ma di un qualcosa misteriosamente presente nella storia di ogni uomo che lo induce consapevolmente a seguire una strada che si allontana dall’amore per il quale Dio l’ha creato. Consapevolezza e volontà di compiere il male che sicuramente non appartengono al mondo dei bambini e che per questo devono essere assolti completamente da ogni responsabilità di tipo peccaminoso.

La dottrina del peccato originale afferma che essi ereditano la colpa commessa dai progenitori. Ma chi sarebbero questi progenitori? Quegli uomini primitivi che probabilmente non sapevano neppure parlare? Sarebbero loro i responsabili di tutta la tragedia umana che è entrata nel mondo col peccato? Ma che idea potevano avere di Dio? E Adamo ed Eva sarebbero due di loro? Anzi i loro capostipiti?

Sarebbe ridicolo credere al carattere storico di questi due personaggi biblici. D’altronde lo stesso autore della Genesi è ben lungi dall’idea di esporre la pura dimensione storica dei fatti narrati: chi mai crederebbe che Dio passeggia nel giardino, o estrae Eva da una costola di Adamo o che un serpente parla? Nemmeno i più sprovveduti beduini del X sec a.C. ai quali era rivolto questo racconto mitico. È chiaro da parte dello scrittore biblico l’intento di trattare realtà teologiche che riguardano l’esistenza dell’uomo con categorie mitiche adatte alla mentalità religiosa della sua epoca in modo da rendere comprensibili verità religiose molto più profonde.
Oggi nessuno si impegnerebbe a sostenere la storicità di Adamo ed Eva e con essa l’idea del monogenismo. Solo che crollando questa concezione cade di pari passo tutto il castello sul quale è stata costruita la dottrina del peccato originale. E qui sta il guaio!

Un dogma vincola le coscienze e non ha importanza che sia stato formulato quando non si avevano le sufficienti nozioni scientifiche sulla modalità della creazione, uomo compreso. I risultati di questa catena sono a dir poco patetici perché vedono coesistere affermazioni come minimo contraddittorie. Così Pio XII nell’enciclica Humani Generis (datato 1950!) per difendere la dottrina del peccato originale deve affermare che “il Poligenismo non può essere accettato dai credenti e che il peccato di Adamo è stato commesso personalmente e individualmente”! Ed il Catechismo della Chiesa Cattolica (1992) afferma che “Il racconto della caduta (Gen 3 cap) utilizza un linguaggio di immagini, ma espone un avvenimento primordiale, un fatto che è accaduto all’inizio della storia dell’uomo” (CCC 390) che è un gioco di parole: sono immagini o sono fatti?

Mentre grandi professori e studiosi di teologia devono arrampicarsi sugli specchi per fare coesistere evidenze scientifiche e affermazioni dogmatiche ragionevolmente non più  sostenibili. Così Luis Ladaria (ma non è il solo!) deve clamorosamente contraddirsi affermando che: “È chiaro che il racconto di genesi 3 è simbolico, ma ciò non vuol dire che non ci esponga un avvenimento reale, che ha avuto luogo all’inizio della storia” (Commento al CCC art. 1 paragrafo 7 pg 698).
È ovvio che sia simbolico dal momento che è ovvio che l’attività dell’uomo primitivo si colloca più in là dell’origine stessa della storia, per cui nessuno sa né può sapere cosa fecero i primi uomini.
Risultato è che tutti, dico tutti, sanno che Adamo ed Eva sono due figure simboliche creati con lo scopo non di spiegare cosa sia successo alle origini, ma di individuare chi è l’uomo nel contesto della creazione (del resto Adamo ed Eva non sono neppure nomi propri, ha-‘adam significa semplicemente “l’uomo” simbolo dell’umanità; mentre Hawwah significa la Vivente, la madre della vita). Lo sanno tutti e tuttavia subito dopo e nonostante questo si passa a spiegare la dottrina del peccato originale con libri e fiumi di parole che presuppongono tacitamente che i nostri progenitori siano realmente esistiti.

In conclusione, cosa possiamo dire?
Che siamo immersi nel peccato è evidente, mentre che esista un peccato originale molto meno. Allora, per rispondere alla domanda sull’origine del male e di conseguenza del peccato, le ricerche vanno orientate in altre direzioni e tanto, per cominciare, liberandosi da certe zavorre, anche se si chiamano dogmi (d’altronde non l’ha detto Gesù stesso che la chiesa ha il potere di legare e sciogliere?).  Vogliamo provarci?… mi sa che ancora non siamo pronti.

Saverio Schirò 

 Riferimenti bibliografici

 Catechismo della Chiesa Cattolica
A. SALAS, Catechismo Biblico, Napoli 1984
L. LADARIA, Antropologia Teologica, Casale Monferrato-Roma 1986
V. MANCUSO, Io e Dio. Una guida dei perplessi, Milano 2011
G. RAVASI, Il racconto del cielo. Le storie, le idee, i personaggi dell’Antico Testamento, Milano 1995

10 COMMENTI

  1. Sarebbe ingenuo anche il teologo Mario Imperatori che ha scritto un libro convalidando la Genesi spiegata a don Guido e trovando i riferimenti alla dottrina cattolica e alla Bibbia, Samn Paolo ecc? legga allora il suo bellissimo libro! E poi, mi permetta: ma se ha letto la storia di don Guido in quale modo secondo lei, con tutti i miracoli con cui il Signore lo ha indicato come Suo e credibile lei ritiene nella sua convinzione che sia ” ingenuo”?

    • Carissima Annamaria, non ho letto il libro di Mario Imperatori, ma la sua sarebbe comunque una rispettabile opinione e nulla più. Molto più affidabile sarebbe la posizione in merito della Chiesa la quale invece si astiene, come minimo. E questo la dice lunga!
      Tornando a don Guido, non mi permetto di dire che lui sia stato “ingenuo”, ma insisto e ripeto che ritengo tali, con l’accezione più amorevole possibile, tutti coloro che danno credito a queste o altre presunte rivelazioni da parte di Gesù, quando espressamente è scritto al contrario nel vangelo (cf Mc 13,21-23).
      Le autoreferenze di chi afferma di avere ricevuto, lui solo!, delle rivelazioni, a mio parere, non hanno sufficiente autorevolezza, altrimenti dovremmo dare credito a Maometto o Joseph Smith dei mormoni o a chiunque altro ha assicurato di avere ricevuto rivelazioni esclusive da parte di Dio o di suoi inviati.

  2. Ho letto solo oggi questo interessante articolo, che condivido. Per molto tempo ho riflettuto sul concetto di peccato originale e, con rabbia e irritazione, trovo falso e inaccettabile quanto ci viene raccontato. Non sopporto le arrampicate sugli specchi o le acide non risposte degli esperti in materia. Avendo io una formazione scientifica, vorrei portarvi qualche ULTERIORE considerazione sul rapporto dati-reali / costruzioni-teologiche.
    Si afferma che la morte biologica, la sofferenza, le malattie, i disastri naturali sono entrati nel mondo a causa di questo presunto peccato iniziale. Questo si poteva forse affermare quando non esisteva ancora una scienza sperimentale ben sviluppata. Ma ora, come conciliare questi dati:
    – sappiamo bene da diverse discipline scientifiche che malattie, morte, disastri naturali fanno parte del modo intrinseco in cui il mondo funziona ed erano presenti già prima della comparsa dell’uomo sulla terra. Le leggi fisiche, chimiche, biologiche erano le stesse prima dell’avvento degli esseri umani: devo pensare che sono cambiate all’improvviso col peccato e che prima vi era un mondo perfetto e completamente diverso (e alcuni religiosi la pensano proprio così)? Quindi buttiamo nel cestino le conoscenze di astronomia e paleontologia?
    – il nostro corpo come quello degli animali possiede una parte del sistema nervoso deputata a rilevare segnali di DOLORE (i nocicettori), mentre la morte cellulare (apoptosi) entra in funzione fin dall’inizio della formazione del feto, per esempio uccidendo delle cellule che scolpiscono in tal modo le dita: ora questi meccanismi sono scattati magicamente dopo il cosiddetto peccato originale? altrimenti ne saremmo stati sprovvisti? A me pare francamente assurdo, perché la visione scientifica che abbiamo del mondo, pur nella sua ovvia limitazione, appare congruente in sé.
    – un fluido occupa tutti gli spazi a disposizione; analogamente se il cervello dell’uomo possiede n facoltà che gli permettono di pensare/tentare/compiere miriadi azioni diverse (sia positive sia cattive), non succederà che tra tanti individui (o in uno stesso individuo in momenti differenti) vengano compiute alcune diverse azioni possibili? voglio dire se gli ipotetici Adamo ed Eva avevano la facoltà di sbagliare prima o poi avrebbero potuto sbagliare e, se non l’avessero fatto loro, l’avrebbero potuto fare altri individui successivamente…
    – tralascio per il momento le incongruenze che sorgono col concetto di Maria priva di peccato originale…
    A me sembra proprio che le cose non tornino e non concepisco che si inventi un dogma, poi quando non si riescono a quadrare i conti con la realtà si parli di mistero! Perché io posso inventarmi tutte le teorie che voglio, ma non posso negare il dato sensibile.
    Grazie

  3. trovo spunti validi nell’articolo. La concezione di un peccato originale nasce dalla cultura del tempo cristallizzata in dogmi. In realtà il peccato originale rappresenta il limite dell’uomo in assenza della grazia di Cristo. Non si può ereditare un peccato altrui.Siamo tutti esseri in divenire, non già perfetti,come erroneam,ente ritenuto, per cui ci costruiamo con le nostre libere scelte. Che sia valido il monogenismo al posto del poligenismo non è corretto scientificamente, ma comunque ammesso anche il monogenismo se non hanno peccatto la prima copia poteva peccare la successiva o i pronipoti , altrimenti dove sarebbe la libertà.

    • Caro Mario, a suo tempo ho provato a leggere il testo che suggerisce. Mi esimo dal formulare giudizi sull’autore del testo che è un sacerdote e come si dice, in buona fede. Trovo semplicemente ingenue quelle persone che riescono a credere a presunte rivelazioni e visioni e manifestazioni simili. Decisamente in contrasto con il Vangelo!

  4. La Chiesa ha già trovato una via per armonizzare il “peccato originale” con la scienza. In un documento ufficiale (“Comunione e servizio: la persona umana creata a immagine di Dio”), la Commissione Teologica Internazionale ha già dato una possibile reinterpretazione più che valida di “Adamo ed Eva” non più come una coppia di individui ma come “progenitori” in senso generale, come una collettività. La scienza sostiene che tutti discendiamo da un primo gruppo umano vissuto in Africa 75.000 anni fa. In tale gruppo comparvero i segni dell’Umanità Moderna (intelligenza, istinto artistico, cognizione filosofica…) tali da porre Homo sapiens sapiens in comunicazione col concetto di Dio e con quello della morale: un “salto ontologico” che impresse nei primi uomini moderni l’immagine di Dio. Tuttavia, non appena questo gruppo umano sperimentò la capacità di comunicare queste realtà, in modo immediato ha ceduto all’istinto di vivere secondo le pulsioni non più per istinto ma per scelta consapevole. Quello è il primo peccato perché il primo atto deliberato “contro” i tabù di una morale naturale che avrebbe dovuto prevalere nelle creature razionali; purtroppo ciò non avvenne perché l’umanità non era ancora pronta e matura per la gratuità di questo dono. In tal senso, “Adamo ed Eva” sono personaggi simbolici che raffigurano la prima tappa dell’umanità nel suo cammino verso Gesù, e lo stesso vale per tutta la preistoria biblica di Genesi 1-11 in cui si passa dal salto ontologico (Genesi 2-3: Adamo ed Eva) alle rivoluzioni culturali del Neolitico (Genesi 4: Caino e Abele), dalla prima catastrofe di una civiltà con l’alluvione mesopotamica del 2900 a.C. (Genesi 6-9: Noè) alla frammentazione della realtà politica unitaria dei Sumeri verso il 2600 a.C. (Genesi 10-11: Torre di Babele). Questa preistoria e protostoria biblica, piena di simboli e di ricordi ancestrali, è una forma di storia che rielabora il mito per creare qualcosa di più profondo che va, per così dire, alla ‘radice’ del problema. Genesi 1-11 non è un mito, non è storia, è storia mitizzata e mito storicizzato.

    • Grazie per l’intervento. Ovviamente altre parole, non dimostrabili, nei fiumi di parole gia’ profusi.
      Per onesta’ intellettuale avrei usato il condizionale.

  5. Caro Saverio sono d’accordo con te, d’altra parte non avrei scritto l’articolo sull’inesistenza del LIMBO. La natura conserva in se il bene e il male e l’uomo non può sfuggire a questa legge. D’altra parte Dio si è giocata tutta la sua potenza concedendoci la libertà e quindi non GLI rimane che gioire per la capacità dell’uomo di riversare sugli altri l’amore che Egli stesso ha donato e patire per l’egoismo di cui l’uomo è capace.

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