Ietro, sacerdote di Madian

Questo personaggio lo incontriamo in un momento decisivo della vita di Mosé, quando egli era appena fuggito dall’Egitto, perché perseguito a motivo di aver ucciso un sorvegliante egiziano che maltrattava uno schiavo ebreo. Nella sua fuga Mosè si dirige verso il territorio di Madian, che si estendeva dal Mar Rosso fino al Monte Sinai. Seguendo il sentiero della montagna, Mosè si ferma presso un’oasi con degli alberi ed un pozzo dove si poteva attingere acqua. Lì, Mosè si disseta e subito si addormenta per la stanchezza all’ombra di un albero. Viene risvegliato all’improvviso dal belato di greggi e dal chiacchierio di alcune persone. Erano giunte infatti al pozzo sette fanciulle che conducevano il gregge del loro padre, sacerdote di Madian, per abbeverarlo. Mentre compiono questo, ecco che arrivano al pozzo alcuni pastori, che con prepotenza cominciano a cacciare le ragazze per abbeverare il loro gregge. A questo punto Mosè non può più restare a guardare, ma interviene con forza ed autorità e costringe i pastori a far finire alle ragazze di abbeverare le loro pecore. Anzi lui stesso le aiuta e si mette ad attingere acqua dal pozzo per versarla nell’abbeveratoio. Così le ragazze abbeverano il loro gregge, ringraziano e se  ne tornano a casa.

Appena giungono a casa, il padre si meraviglia come mai erano tornate prima del solito. Così le ragazze con grande vivacità raccontano al loro padre Reuel quanto era loro accaduto: “Mentre noi stavamo abbeverando il nostro gregge sono arrivati alcuni pastori che ci cacciavano via per abbeverare loro per primi il loro gregge. Uno straniero egiziano che stava seduto là vicino al pozzo, visto questo atto di prepotenza, si alzò di colpo dal luogo dove stava seduto e cominciò, con forza ed autorità, prima a rimproverare e subito a cacciare via con grande energia i pastori, imponendo loro di aspettare il loro turno e lasciarci abbeverare il gregge. Anzi lui stesso si è messo ad attingere acqua dal pozzo e versarla nell’abbeveratoio per fare abbeverare il nostro gregge. Ecco perché siamo tornate più presto del solito”. “E dov’è questo egiziano che è stato così gentile con voi?” –chiede il padre- “Come mai non lo avete invitato a venire a casa a prendere un boccone con noi? Andate subito a chiamarlo, perché è giusto che lo ringraziamo per la sua gentilezza”.

 Ed è a questo punto che Reuel, padre delle ragazze, ci viene presentato col nome di Ietro, sacerdote di Madian. I due nomi vengono usati indifferentemente. (Nel libro dei Giudici troviamo un certo Obab, che viene indicato come suocero di Mosè, ma si tratta di una svista, per come chiarisce il libro dei Numeri 10, 29, quando ci dice chiaramente che “Mosè disse ad Obab, figlio di Reuel, suocero di Mosè”. Il primo nome con cui incontriamo il padre delle sette ragazze è Reuel, che significa “amico di Dio”; mentre il secondo nome, Ietro, che significa “Sua Eccellenza”, indicava il ruolo e l’autorità di quest’uomo presso il suo popolo, i Madianiti, di cui era sacerdote, rivestendo anche l’autorità civile come capo del popolo e giudice. Quasi sempre il nome è accompagnato dal suo ruolo, sacerdote di Madian. Qui continueremo a chiamarlo col nome solenne di Ietro e con il titolo che gli compete e lo qualifica, sacerdote di Madian. Non appena le ragazze tornano a casa con il loro ospite, il padre lo invita a mangiare e, tra un discorso e l’altro, visto che lo straniero sembra persona affidabile e capace, gli chiede di stare con loro e gli da in sposa la propria figlia Zippora, che noi chiameremo in seguito Sèfora.

Comincia così la seconda fase della vita di Mosè, che dalla stessa Bibbia è divisa in tre fasi di quarant’anni ciascuna: la prima, come ebreo educato nella famiglia del Faraone, in Egitto; la seconda, come profugo e pastore del gregge di Ietro, sacerdote di Madian; la terza, come liberatore e guida del popolo ebreo nel quarantanni di vita nomade nel deserto. Mosè diede a Sèfora due figli: il primo lo chiamò Gherson, perché diceva; “Sono un emigrato in terra straniera”; il secondo lo chiamò Eliezer, che significa “Dio è mio aiuto”. Quarantanni di vita con il sacerdote di Madian non sono stati senza significato per Mosè, che aveva una certa cultura, da essere subito identificato come un egiziano, ed una grande sensibilità. Vivendo in quell’ambiente, Mosè apprese da Jetro una concezione di Dio diversa dal politeismo egiziano con divinità che assumevano forme umane o di animali. Ma apprese anche l’arte di organizzare e guidare un popolo con saggezza, rettitudine e giustizia, come vedeva fare al suo suocero. Così Dio preparava Mosè per l’ultima e più significativa avventura della sua vita, che inizia con l’incontro con Javèh, il Dio d’Israele, che gli si rivela sul monte Oreb e gli affida il compito di andare in Egitto a liberare il suo popolo.

Rientrato dal pascolo, Mosè racconta a Ietro la sua straordinaria esperienza. Ietro  comprende e lascia Mosè libero di seguire la chiamata di Dio. Mosè parte portando con sé la moglie e i due figli, non rendendosi conto della enorme difficoltà del suo compito. Ma poco dopo comprende la gravità della sua situazione e pensa sia più sicuro rimandare la moglie ed i figli presso il suocero, dove potevano vivere in pace e sicuri. Quello che avveniva nel frattempo in Egitto e come gli Ebrei, guidati da Mosè, si erano sottratti alla dura schiavitù degli Egiziani, veniva raccontato presso i popoli vicini. Così Ietro, dopo aver udito che Mosè era accampato con il suo popolo presso la montagna di Dio, pensa che adesso sia giunto il tempo di riportare indietro a Mosè la moglie Sefora e i due figli. Si fa annunciare presso Mosè: “Sono io, Jetro, tuo suocero, che vengo con tua moglie e i tuoi due figli”. Mosè accoglie con gioia e con grande affetto ed emozione il suocero e si fermano insieme a ricordare quello che il Signore aveva compiuto per strappare il suo popolo dalle mani del Faraone.

Ietro si rallegra moltissimo di quello che il Signore aveva compiuto con il suo popolo, ed in maniera spontanea conclude con una sincera e toccante professione di fede nel Dio d’Israele: “Ora so che il Signore è più grande di tutti gli dei!”. Subito dopo, “Ietro, suocero di Mosè, offrì un olocausto e sacrifici a Dio”. E non fu un gesto di carattere privato. Infatti “vennero Aronne e tutti gli anziani d’Israele e fecero un banchetto con il suocero di Mosè davanti a Dio”. Ietro si fermò alcuni giorni presso l’accampamento per riposare, ma nello stesso tempo stava ad osservare tutto quello che avveniva e come il genero era assorbito dalla mattina fino alla sera a dare ascolto e rendere giustizia al suo popolo. Quando a sera Mosè si ritira nella sua tenda con la famiglia, Ietro, con la confidenza e l’autorevolezza che aveva presso Mosè, gli fece osservare che non era saggio il suo modo di amministrare la giustizia, assumendosi da solo il peso e la responsabilità di tutto con la scusa che lui aveva un filo diretto con Dio. Così gli dice: “Non va bene quello che fai!  Finirai per soccombere, tu e il popolo che è con te, perché il compito è troppo pesante per te; tu non puoi attendervi da solo. Ora ascoltami: ti voglio dare un consiglio e Dio sia con te! Tu sta’ davanti a Dio in nome del popolo e presenta le questioni a Dio”.

Gli suggerisce quindi di spiegare al popolo tutte le leggi e le norme che dovevano osservare nel loro comportamento. Quindi di scegliere persone sagge ed autorevoli da porre a capo del popolo per aiutarlo ad amministrare la giustizia e di rivolgersi a lui solo per le questioni più importanti. Mosè comprese che quei suggerimenti gli venivano da Dio per mezzo di suo suocero, sacerdote di Dio, e lo ascoltò e fece quanto Ietro gli aveva consigliato. Dopo questo, visto che per Ietro era ormai tempo di ritornare a Madian, Mosè congedò il suocero, il quale tornò al suo paese ed al suo ruolo di sacerdote di Madian. Dopo questi eventi, Ietro, Séfora, moglie di Mosè, ed i suoi figli, Gherson ed Eliezer (insomma, la famiglia madianita di Mosè) scompaiono totalmente dalla scena del popolo ebreo, come se mai fossero esistiti.

(Esodo 2, 16-22; 18, 1-27)

Giuseppe Licciardi (Padre Pino)

LASCIA UN COMMENTO

Per Favore scrivi il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome