Provocazioni di un parroco

Secondo un certo luogo comune, “i cristiani sono coloro che vanno a messa”.
Sembra una affermazione giusta  e invece rivela un certo sfasamento: i cristiani furono chiamati così perché erano discepoli di Gesù, cioè seguivano le sue orme e non certo perché celebravano alcuni riti. Comunque per adesso lasciamo stare. I cristiani vanno a messa, e fanno benissimo, perché nel gesto dello spezzare il pane, continuano ad incontrare e riconoscere Gesù risorto. Però, sembra che la forza del sacramento agisce per efficacia propria e non tanto per il modo in cui noi lo celebriamo.
Ciò che ho affermato merita una spiegazione.
Perché i cristiani vanno a messa? Questa domanda sul perché è fondamentale dal momento che solo le motivazioni importanti possono prevalere su abitudini e tradizioni che oramai vanno controcorrente. Allora, quali sono queste motivazioni? Vediamo.

I cristiani che vanno a messa per obbligo…

Tanti vanno a messa per obbedire a un precetto, per non fare peccato. Certo, è triste che qualcuno vada incontro a Gesù amico, maestro e Signore, solo perché obbligati! Però per molti è così: partono da casa con questa sensazione.Alcuni adottano un certo Fair play. Non cantano, a volte non rispondono nemmeno, non fanno la comunione, ma stanno lì buoni buoni.Ci sono però quelli che rompono: arrivano tardi e partono presto e ricevono la benedizione sulla schiena, perché al “Vi benedica Dio Onnipotente…” già sono in fuga verso la porta.Per questo primo gruppo di cristiani celebrare la messa in latino, in greco, in cinese, rivolti verso la parete di fondo… è la stessa cosa. Basta che non sia lunga.

I cristiani che vanno a messa per bisogno.

Altri cristiani, tantissimi, stanno a messa per soddisfare il loro bisogno di religiosità non propriamente cristiana. Sono come i pagani. Credono in “Qualcuno” che può decidere della loro vita con premi e castighi e cercano di tenerlo buono. A questo scopo, i pagani offrivano vitelli e agnelli. Essi offrono la messa, che, oltre tutto, costa anche di meno.
Questa categoria comprende una sottocategoria che si differenzia per il fine del sacrificio: coloro che “prendono” la messa non per se ma per i defunti. Sono quelli che cercano il prete per “segnare una messa”; quelli del: “Quanto costa una messa?”; quelli che non gli importa di pagarla di più a patto che il nome del caro estinto sia pronunciato forte e chiaro.Anche per questa categoria e sottocategoria, la messa può essere celebrata sia a dritto che a rovescio. Per loro è la stessa cosa.
Questi cristiani, come quelli della categoria precedente, anche se si abbuffano di messe, non sono in grado di evangelizzare nessuno. Sono essi che hanno bisogno di evangelizzazione. Questi cristiani sono in veloce calo, sia perché la morte arriva comunque, sia perché il peccato e la paura dei castighi preoccupano sempre meno, sia perché aumenta la convinzione che, messa o non messa, le disgrazie capitano lo stesso. E allora tanto vale ricorrere a qualche assicurazione che costa di più, ma offre garanzie più immediate.

I cristiani del pane spezzato.

Ci sono poi, per fortuna, anche coloro che stanno a messa “come si deve”. Forse non sono tantissimi, ma in continuo aumento.Costoro stanno a messa per riattizzare il fuoco del cuore inevitabilmente affievolito dalla cenere della settimana. Sono pronti per tornare di corsa a Gerusalemme e da lì disperdersi per il paese a diffondere la parola di Dio.
Costoro meritano un’eucarestia capace di ricaricare la loro fede e di renderli annunciatori nel mondo di oggi.

(T. Lasconi, Strada facendo, Paoline, Milano 1999)

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