I colori liturgici

Le celebrazioni liturgiche comprendono tutti i riti che servono ad esprimere il culto pubblico di lode, di adorazione, di intercessione e di pentimento che la Chiesa offre a Dio, nell’esercizio del Sacerdozio di Cristo. Il culto verso Dio è un’azione pienamente umana che consente alla persona nella sua totalità di poter esprimere i suoi sentimenti e le sue emozioni. Per questo motivo le celebrazioni non comprendono soltanto parole, ascoltate o proclamate, ma anche gesti e segni ricchi di valore simbolico. Tra i vari simboli usati nelle celebrazioni liturgiche non si può fare a meno di notare la varietà dei colori, che vengono maggiormente evidenziati nei paramenti usati per le celebrazioni liturgiche, come pure in altre suppellettili che vengono utilizzate in chiesa.

I colori, come è universalmente noto, hanno non solo un valore puramente estetico, ma soprattutto un valore fortemente emotivo e simbolico, che aiuta la persona ad esprimere particolari sentimenti e stati d’animo. Nello stesso tempo anche chi guarda dall’esterno coglie nei colori usati dalla persona stati emotivi diversi, che vanno dalla gioia alla tristezza, dal lutto alla spensieratezza, dalla serietà alla leggerezza. Il valore del colore nelle opere d’arte basta da solo a dirci l’enorme importanza che esso occupa nella nostra vita sociale e personale per esprimere l’interiorità della persona. Quindi noi comunichiamo in maniera efficace anche con il linguaggio dei colori. E se questo avviene nella vita quotidiana, avviene allo stesso modo nella nostra vita religiosa e nel culto ufficiale della Chiesa,che è la Liturgia.

In questa piccola trattazione parliamo quindi dei colori liturgici e del loro significato. E per non divagare, desidero fare riferimento alle indicazioni contenute nel Messale Romano quando parla dei paramenti sacri. Nel capitolo IV leggiamo infatti: “La differenza dei colori nelle vesti sacre ha lo scopo di esprimere, anche con mezzi esterni, la caratteristica particolare dei misteri della fede che vengono celebrati, e il senso della vita cristiana in cammino lungo il corso dell’anno liturgico” (n. 345). E subito dopo ci dice quali sono i colori usati abitualmente nella Liturgia e in quali tempi essi vengono usati, sempre allo scopo di esprimere in modo più appropriato i misteri della fede che vengono celebrati nei diversi tempi. In più esprime la forte raccomandazione a mantenere, riguardo alle sacre vesti, l’uso tradizionale.
I colori usati nella liturgia sono: il bianco, il rosso, il verde, il violaceo (o viola), il rosaceo (o rosa), il nero, il celeste ed il dorato. Vediamo ora brevemente il significato che intendono esprimere questi colori e quando essi vengono usati.

Il colore bianco:
è il colore  sintesi di tutti i colori, è il colore della presenza divina,  quindi della luce e della vita, e rimarca il mistero di Gesù risorto, regnante e glorioso, a significare anche la fede, la gioia e la purezza. 
Esso si usa negli Uffici e nelle Messe del tempo pasquale e del tempo natalizio. Inoltre: nelle celebrazioni del Signore, escluse quelle della Passione; nelle feste e nelle memorie della beata Vergine Maria, dei Santi Angeli, dei Santi non Martiri, nelle solennità di Tutti i Santi (1 novembre) e di san Giovanni Battista (24 giugno), nelle feste di san Giovanni evangelista (27 dicembre), della Cattedra di san Pietro (22 febbraio) e della Conversione di san Paolo (25 gennaio), e nella festa degli Angeli. Si usa inoltre nella celebrazione dei Sacramenti: Battesimo, Matrimonio, Ordine Sacro, Unzione degli infermi.
Poiché i colori sono legati anche alle usanze ed alle tradizioni dei luoghi, in alcune parti il bianco è anche usato nella celebrazioni dei funerali, e non soltanto quando si tratta di bambini o ragazze nubili (come avviene anche in Italia) ma per i defunti in genere. Il bianco vuole sottolineare in questo caso la fede nella risurrezione e della vita eterna.

Il colore rosso:
è il simbolo dell’amore di chi è pronto a dare la vita per i fratelli, del sangue e del fuoco, e ricorda anzitutto la passione di Cristo e il sangue versato da Cristo e dai martiri, ma anche il fuoco dello Spirito Santo
.
Esso si usa nella domenica di Passione (o delle Palme) e nel Venerdì santo, nella domenica di Pentecoste, nelle celebrazioni della Passione del Signore, nella festa natalizia degli Apostoli e degli evangelisti e nelle celebrazioni dei Santi Martiri. Si usa anche nella celebrazione del Sacramento della Cresima e nelle esequie del Papa.

verdeIl colore verde:
che è il colore predominante della vegetazione, già simbolo della speranza, indica la vita nel suo aspetto di quotidianità e ferialità.

Esso si usa negli Uffici e nelle Messe del tempo ordinario, che indica la vita umana nel suo svolgersi quotidiano.

 

violaIl colore violaceo (comunemente detto viola):
è il colore della riflessione, del raccoglimento, della penitenza e dell’attesa.
Esso si usa nel tempo di Avvento e di Quaresima, entrambi tempi di attesa del Signore sia nella sua Natività, sia nella sua Risurrezione. Si può usare negli Uffici e nelle Messe per i defunti. Viene usato anche abitualmente nella celebrazione del Sacramento della Penitenza. Il violaceo non può essere sostituito da nessun altro colore.

neroIl colore nero:
indica l’annullamento di tutti i colori, e quindi della luce e della vita; è il colore del buio, della tenebra, della morte e simboleggia il lutto per la perdita delle persone care.
Esso veniva comunemente usato nelle Messe per i defunti. In seguito alla riforma del Messale Romano del 1969, il nero è divenuto facoltativo. Oggi viene praticamente sostituito dal violaceo, anche se il suo uso non è del tutto proibito.

rosaIl colore rosaceo (o rosa):
si colloca infatti tra il violaceo ed il bianco. Esso indica l’attenuarsi della penitenza e l’anticipazione della gioia per quello che si attende.
Il suo uso è infatti riservato alla III Domenica di Avvento, chiamata appunto “Gaudete” (che significa “Gioite”, e alla IV Domenica di Quaresima, chiamata “Laetare” (che significa “Rallegratevi”), ma è diventato facoltativo.

azzurroIl colore azzurro:
è il colore del cielo ed indica la dolcezza della presenza di Dio in cui si è immersi.
Esso è inserito in molti paramenti bianchi con stole o decorazioni azzurre.  Il suo uso è tollerato nel rito romano, mentre è previsto in altri riti locali, specialmente nel rito mozarabico. Viene utilizzato essenzialmente per le celebrazioni in onore della Beata Vergine Maria, e talvolta anche nella solennità dell’Ascensione.

Il Messale Romano aggiunge al n. 346, § g, una precisazione interessante: “Nei giorni più solenni si possono usare vesti festive più preziose, anche se non sono del colore del giorno. Per quanto riguarda i colori liturgici, le Conferenze Episcopali possono però stabilire e proporre alla Sede Apostolica adattamenti conformi alle necessità e alla cultura dei singoli popoli”. Ed ecco perché vediamo comparire in altre parti del mondo, e in qualche caso anche presso di noi, vesti liturgiche multicolori. Ed è quasi comune, soprattutto nelle grandi solennità, l’uso di paramenti di un altro colore particolare, l’oro.

Il colore oro:
è il simbolo della regalità, dello splendore della divinità, ed indica la grandezza e la sovrana maestà di Dio, ricco di grazia e di misericordia.
Nelle nostre liturgie viene usato abitualmente nelle grandi solennità ed esso può sostituire tutti gli altri colori (ad eccezione del violaceo), proprio per dare risalto alla celebrazione e rendere ancora più visibile il tono ed il senso della festa e della gioia di lodare il Signore.

Padre Pino Licciardi

 

 

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