I “fratelli” e le “sorelle” di Gesù

Nel Nuovo Testamento, e soprattutto nei Vangeli, si parla di fratelli – e a volte anche di sorelle – di Gesù, come possiamo leggere in alcuni passi. In Marco 6, 3, si legge: «Non è costui il carpentiere, il figlio di Maria, il fratello di Giacomo, di Ioses, di Giuda e di Simone? E le sue sorelle non stanno qui da noi?». E nel passo parallelo di Matteo, 13, 55-56: «Non è egli forse il figlio del carpentiere? Sua madre non si chiama Maria e i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e Giuda? E le sue sorelle non sono tutte fra noi?». Altre citazioni in cui si accenna soprattutto ai fratelli di Gesù sono: Mc 3, 31-36; Mt 12, 46-50; Lc 8,19-21; Gv 2,12; Gv 7,3-5.9; At 1,14; 1Cor 9,5; Gal 1,19. Nei passi riportati sopra abbiamo addirittura i nome di quattro dei fratelli di Gesù: Giacomo, Joses (o Giuseppe), Giuda e Simone, tre dei quali sono anche stati ritenuti apostoli dalla tradizione.

              Di per sé, nulla impedirebbe che siano considerati come fratelli carnali di Gesù. Ma alcune considerazioni molto serie e di vario ordine, hanno fatto sì che la chiesa, fin dalle origini, ha ritenuto che il termine fratelli, e quindi sorelle, si dovesse intendere non in senso stretto come, come fratelli di sangue, ma in senso largo, come cugini o fratellastri. Questa convinzione è supportata anzitutto da alcuni fatti storici. Le poche informazioni che ci offrono i testi del Nuovo Testamento e soprattutto dei Vangeli ci portano a ritenere che per “fratelli” del Signore si devono intendere dei “parenti stretti“. Infatti troviamo nei Vangeli il dato abbastanza accertato che la madre di due di questi supposti fratelli si chiamava Maria, ma era sorella (ovvero cognata) di Maria la madre di Gesù.

I racconti della Passione e della Risurrezione del Signore nei tre Vangeli Sinottici (cf. Mc 15,40.47 e 16,1; Mt 27,56.61 e 28,1; Lc 24,10) ci inducono a capire in questo modo. Leggiamo infatti in Marco 15, 40-41:  “Vi erano anche alcune donne, che osservavano da lontano, tra le quali Maria di Màgdala, Maria madre di Giacomo il minore e di Ioses, e Salome, le quali, quando era in Galilea, lo seguivano e lo servivano, e molte altre che erano salite con lui a Gerusalemme”. Giovanni 19, 15 poi conferma questo dato, riferendoci che “stavano presso la croce di Gesù sua madre, la sorella di sua madre, Maria di Clèopa e Maria di Màgdala”. Apprendiamo quindi che, accanto a Maria c’era altre donne di nome Maria: Maria di Cleopa, e Maria di Magdala. Cleopa è stato considerato fratello di Giuseppe.

           Il racconto di Giovanni, poi, contiene un particolare molto interessante, quando ci informa che ad un certo momento, mentre era sulla croce prossimo a morire, Gesù compie un gesto molto significativo. “Gesù allora, vedendo la madre e accanto a lei il discepolo che egli amava, disse alla madre: «Donna, ecco tuo figlio!». Poi disse al discepolo: «Ecco tua madre!». E da quell’ora il discepolo l’accolse con sé.” (Gv 19, 26-27). Questo fatto conferma che non c’erano altri fratelli, quindi altri figli di Maria, a cui affidare la madre.
Alcune attendibili antiche fonti storiche ci parlano dei “fratelli del Signore“, in modo particolare di Giacomo e Simone che saranno i primi vescovi della Chiesa di Gerusalemme. E lo storico Egesippo, che scrive attorno alla metà del II° secolo, afferma chiaramente che Giacomo e Simone erano cugini di Gesù in quanto figli di Maria di Cleofa che era fratello di Giuseppe.  Il Protovangelo di Giacomo (scritto apocrifo, dunque storicamente meno attendibile) considera i «fratelli» di Gesù come fratellastri, ovvero i figli del precedente matrimonio che Giuseppe avrebbe avuto prima di rimanere vedovo e sposare Maria. Le chiese orientali, ancora oggi, sono attestate su questa interpretazione.

Ma oltre ai dati storici, ci sono i dati linguistici. E questi protendono a farci intendere il termine fratelli/sorelle in senso largo, come parenti stretti. Nelle lingue semitiche, infatti, è comunissimo di indicare i cugini o altri parenti stretti con la menzione di «fratelli» (uso tra l’altro ancora in vigore in molte culture nel mondo). Di fatto. la parola “Fratello” nella Bibbia è attribuita: 1. Ai nipoti: Gen 13,8: “Abramo disse a Lot: ‘Non vi sia discordia tra me e te, tra i miei mandriani e i tuoi, perché noi siamo fratelli‘” (Lot è nipote di Abramo, figlio di suo fratello Aran (cf Gen 11,27; 14,12); 2. Agli zii: Gen 29, 15: Labano chiama “parente” Giacobbe, il quale è nipote, figlio di sua sorella Rebecca; 3. Ai cugini remoti: (Lev 10,4); 4. Ai parenti in genere: (2 Re 10, 13); 5. Ai semplici compatrioti: (Gen 19,6).

C’è inoltre un particolare molto significativo, ed è il fatto che di Maria se ne parla solo ed esclusivamente come della madre di Gesù (e più spesso con il titolo «sua Madre»). Ovvero, il legame con Maria madre di Gesù e i cosiddetti fratelli di Lui non è mai espressamente indicato nel NT. Maria è sempre e solo la madre di Gesù e nessun altro è detto suo figlio.

Come mai questa insistenza da parte della Chiesa nel sottolineare che Maria è Madre solo di Gesù e che non ha avuto altri figli? Capite bene che la questione non è di secondaria importanza, anzi tocca uno degli insegnamenti fondamentali della Chiesa riguardo a Maria.  Fin dalle origini la fede della Chiesa è stata sempre ferma su questo, sostenendo la perpetua verginità di Maria, definita come dogma dal Concilio di Costantinopoli II nel 553, dove Maria è dichiarata “sempre vergine“, prima, durante e dopo il parto. Da questo si conclude che il termine “fratelli di Gesù”  è usato per indicare dei parenti stretti di Gesù, conforme a quanto abbiamo potuto evincere dai dati storici e linguistici sopra riportati.

A partire dai dati della Scrittura e dalla Tradizione, come fonti veraci che scaturiscono dalla medesima sorgente, la Chiesa, nel suo cammino di comprensione della rivelazione divina, ha acquisito la necessaria certezza per affermare la perpetua verginità di Maria. Da allora, anche la questione dei “fratelli di Gesù” è illuminata da ciò che la Chiesa crede.

Giuseppe Licciardi (Padre Pino)

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