Essere buoni

Abbiamo sempre bisogno di elemosinare un po’ di bontà perché è una delle poche cose che in questo mondo riempie il cuore e dà pace e serenità.
Essere buoni. Sembra una frase che riguarda solo i bambini. Come se solo loro hanno la necessità o meglio il dovere di esserlo. Ma noi, uomini e donne, sappiamo essere buoni? Sappiamo togliere la scorza dell’animo e acquietare litigi, rabbia, rancore, sotterrare l’orgoglio e perdonare coloro che ci hanno fatto qualche sgarbo, aiutare chi è nel bisogno? Aprire la porta e dire “Entra, in questa casa ci sono io ad aiutarti!”?
Bontà è andare incontro, è non usare violenza, è aiutare chi ti sta accanto, farsi piccoli e magari un po’ ingenui. Bontà è essere puri di cuore, come dice Gesù nel Vangelo, è fare tornare il sorriso sul viso di chi è stato più sfortunato di noi, di chi non ha saputo cogliere il meglio dalla vita o che ha sbagliato qualcosa.
Essere buoni addolcisce il cuore, rasserena il volto, fa più belli dentro e fuori, più radiosi e
sicuramente più amati.
Non tutti sono d’accordo con queste affermazioni. Qualcuno dichiara proprio il contrario, cioè che essere buoni non paga, anzi… ci si rimette, ti rende sottomesso e sfruttato. Ma avete mai notato le facce stravolte e gli sguardi scuri di chi, per mancanza di bontà, è incapace di saper comprendere l’altro e di amarlo? Parlo di quella durezza di lineamenti che si vede in viso ma che parte dal cuore e riesce ad allontanarci da chi ci sta vicino e magari ha proprio bisogno di noi.
Chi è buono lo si vede dal volto e non è vero che non ha un ritorno, perché credo che prima di
beneficiare gli altri la bontà fa bene a se stessi.
Impariamo allora a sciogliere il nostro cuore e impariamo ad amare e ad essere buoni.

Serafina Stanzione

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