Divorziati e sacramenti

Sacramenti e divorziatiUn giorno chiesi a un mio amico (Leo), perché non andava più a messa pur essendo un credente.
Lui mi rispose con un esempio: “Vedi è come se io venissi a casa tua a farti visita, appena giunti all’ora di pranzo, voi tutti vi sedete per mangiare mentre io me ne devo andare, perché non posso partecipare insieme a voi”.
Allora, comprendendo benissimo a cosa si riferiva, (Leo è un divorziato) gli dissi che poteva benissimo sedersi a mangiare perché tanto qui non lo conosceva nessuno, lui rispose che andava a pranzo solo dove era bene accetto e senza che dovesse vergognarsi o nascondere.

La comunione per i divorziati credenti penso che sia un grande problema che la chiesa farebbe bene ad affrontare in maniera seria e coerente.
Mi chiedo se un uomo/donna ha sbagliato nel pensare che il partner scelto potesse essere quello della vita, o peggio se dal compagno che ha scelto è stato abbandonato, è giusto che pianga questo errore per sempre? È giusto che si debba essere privato dei sacramenti per sempre.
Va sottolineato per prima cosa che proprio la chiesa sposa con molta facilità non verificando a dovere se i nubendi siano autentici cristiani (perlomeno assidui frequentatori della chiesa) e se sono davvero pronti per il grande passo. Poi se qualcosa va storto (e spesso le cose vanno storto!) tutte le porte restano sprangate. Questa leggerezza determina la possibilità che una coppia si sposi in chiesa perché così si usa, abusando di fatto di un sacramento che pretende una adesione consapevole e una fede certa, e poi una volta separati, divorziati e risposati civilmente (con tanto di figli) si convertano seriamente a Cristo ritrovandosi in una situazione paradossale di esclusione alla vita sacramentale.
Di certo un divorziato credente vive in maniera profonda e drammatica la separazione, con una frustrazione non indifferente, subisce l’allontanamento dei figli, il crollo delle certezze famigliari e quant’altro, in più le restrizioni della chiesa, diciamo che non viene fuori un bel quadro.
Dov’è la chiesa del perdono, della tolleranza, della misericordia, che perdona addirittura i più efferati delitti contro l’uomo e l’umanità?

Vito Schirò

4 COMMENTI

  1. Esiste la “comunione” di desiderio …non la si riceve dalle mani di un sacerdote ma dalla misericordia di Dio …L’amore e il rispetto è anche nel accettare delle regole scritte …ho subito come una violenza la negazione ,uscivo dalla chiesa con un dolore…poi sono passata all’indifferenza e… poi l’amore di Dio va oltre al giudizio del uomo o dei sermoni recitati come delle nenie ..Dio ti entra dentro il cuore ogni volta che lo cerchi ….questo è il vero miracolo dell’Amore…va oltre a tutto e tutti….e io la comunione la ricevo da Lui sempre …forse la mia non è fede ,o meglio timore di Dio …per me Dio è amore ..tutto il resto sono solo demagogie e parole lette o recitate…Forse alcuni penseranno che sono un illusa..e che quando morirò le porte del paradiso non mi si apriranno…forse…ma ringrazio ugualmente perchè la vita mi ha fatto sentire l’Amore di Dio e mai il suo GIUDIZIO ….essere separate è una scelta dura e difficile da sostenere ,sarebbe molto più semplice fingere e fare apparenza….ma a volte si Ama anche quando si sceglie di lasciare libera una persona….ora dopo 16 anni da divorziata e da 2 che il mio cuore ha ripreso un cammino d’amore vorrei la benedizione di Dio …e sono certa che Dio è Amore quindi….

  2. SONO SPOSATO CIVILMENTE DA 46 ANNI. IL PRIMO MARITO DI MIA MOGLIE …MORI’ DOPO UN ANNO DAL NOSTRO MATRIMONIO CIVILE… ORA VI CHIEDO…IO POSSO ACCEDERE AI SACRAMENTI? GRAZIE

    • Caro Roberto, dal punto di vista della legge cattolica la tua posizione matrimoniale è irregolare visto che non hai celebrato il sacramento in chiesa (e aggiungo io, pur potendo lo fare!). Dunque “legalmente” non sei autorizzato ad accedere ai Sacramenti finché non regolarizzi la tua situazione. Non è condizionate la presenza in vita del legittimo coniuge, bensì la regolarità del matrimonio.
      Ma ancor prima di questo, lo voglio chiarire, l’accedere ai Sacramenti presuppone una autentica condizione di fede e la frequentazione assidua e regolare della liturgia che questa fede esprime nel culto, oltre che nella vita.
      Altrimenti vissuto, ogni sacramento diventa solo folkloristica tradizione al limite dell’atto sacrilego.

  3. approvo pienamente e commento facendovi capire questo…..io sono una separata convivente ho 2 figli dal precedente matrimonio ho trovato conforto andando in chiesa ho avuto una difficile separazione che e’ avvenuta soprattutto x il bene dei miei figli oggi che e’ pasqua dopo mesi che prendo l’ostia il parroco mi ha detto che e’ meglio che io non la prenda piu’visto che della gente si e’ lamentata….ma dico io di cosa?non basta che la chiesa dica che non puoi risposarti in chiesa non basta che anche se ti divorzi e ti risposi civilmente pur credendo in dio e nei suoi sacramenti tu non possa piu’ unirti in matrimonio neanche il corpo di cristo posso mangiare avendo una situazione grave tanto da dover affrontare un tribunale dei minori….non trovo giusto tutto questo io ho solo 32 anni in chiesa sono tutti ultra 50 enni in questo modo le chiese si ritroveranno vuote.il matrimonio ti lega ad una persona in salute e malattia e portandole rispetto gia’ se l’altra parte non fa questo per me il giuramento e’ gia’ in franto e se come ho gia’ parlato in precedenza il mio matrimonio potrebbe essere annullato ma con costi che io non posso sostenere perché mettere in croce me come tanti altri separati cosi?spero che queste righe servano a far riflettere non dio ma le leggi che la chiesa ha imposto pur essendo lei a trasgredire con tutte le schifezze che si sentono sui parrochi in questi periodi!

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