Abbiamo tante volte sentito parlare del re Davide. Da quando era un giovane pastore di pecore e poi soldato al seguito del re Saul, a quando, con estrema facilità, sconfigge il mostro filisteo Golia e ascende al trono divenendo re di Israele.Uomo passionale e innamorato di Dio, capace di cantare, inneggiare e ballare in suo onore, mostra a tutti la sua miseria umana in una storia personale, una storia di donne che nonostante all’epoca non fosse considerato un comportamento illecito per un re, lo diventa eccome quando per avere Betsabea, la donna di cui si è invaghito, Davide si macchia di un crimine terribile.
“(2Sam 11)” Un tardo pomeriggio Davide, alzatosi dal letto, si mise a passeggiare sulla terrazza della reggia, quando dall’alto, vide una bellissima donna che faceva il bagno.
Mandò subito ad informarsi chi fosse quella donna. Gli fu detto: “È Betsabea, moglie di Uria l’Hittita”, tuo fedele soldato. Allora Davide, non preoccupandosi affatto che la donna era sposa di un suo valoroso condottiero, mandò dei messaggeri a prenderla. Essa andò da lui ed egli giacque con lei.
Ovviamente non sappiamo quanto lei fosse consenziente e quanto tempo rimase col suo amante; sappiamo tuttavia, che una volta tornata a casa, Betsabea si accorse di avere concepito un figlio e fece sapere a Davide di essere rimasta incinta di lui.
Allora Davide, preoccupato, escogitò un piano che gli permetteva di scagionarsi dal guaio che aveva causato sperando che il tradimento non fosse scoperto. Mandò a chiamare il marito di Betsabea, Uria l’Hittita, dal campo di battaglia e lo invitò a casa. Il soldato orgoglioso dell’invito, si precipitò immediatamente dal suo re. Arrivato Uria, Davide si informò dell’andamento della guerra, delle sue truppe e infine lo invitò a tornare a casa, da sua moglie. Sperava che dopo la lunga assenza egli giacesse con lei e così poteva giustificarsi la gravidanza.
“Scendi a casa tua e lavati i piedi” gli ordinò il re. Uria uscì dalla reggia ma non ascoltò le parole del re, dormì alla porta della reggia con tutti i servi del suo signore e non scese a casa sua. La sua onestà e fedeltà alla legge della guerra santa, gli impediva di avere rapporti sessuali in tempo di guerra, si sarebbe di certo sentito un vigliacco, anche se il re in persona glielo aveva ordinato! Mangiare, bere e dormire in un bel letto, con la sua bella moglie, mentre i suoi soldati stavano nel campo di battaglia: no! Non avrebbe potuto.
La cosa fu riferita a Davide: “Uria non è sceso a casa sua”.
Allora Davide disse a Uria: “Non vieni forse da un viaggio? Perché dunque non sei sceso a casa tua?”
Il re ovviamente voleva che Uria si unisse alla moglie tanto da non avere nessun dubbio sulla sua gravidanza, e così evitare di essere compromesso. Ma Uria rispose a Davide: “L’arca d’Israele e Giuda abita sotto le tende, Ioab, il mio comandante e la sua gente sono accampati in aperta campagna e io dovrei entrare in casa mia per mangiare e bere e per dormire con mia moglie? Per la tua vita e per la vita della tua anima, io non farò tal cosa!”
Davide, allora invitò ad Uria a rimanere lì anche l’indomani.
Così Uria rimase a Gerusalemme quel giorno e il seguente.
Davide lo fece mangiare e bere con sé e lo fece ubriacare al fine di affievolire la sua resistenza; ma la sera Uria uscì e rimase ancora una volta a dormire con i servi e non scese a casa sua.
La mattina dopo, Davide scrisse una lettera a Ioab e gliela mandò per mano dello stesso Uria.
Nella lettera aveva scritto così: “Ponete Uria in prima fila, dove più ferve la mischia; poi ritiratevi da lui perché resti colpito e muoia”
Così fu fatto, Uria fu mandato proprio dove il nemico aveva gli uomini più valorosi. Gli uomini della città fecero una sortita e attaccarono le sue truppe e fra gli ufficiali di Davide perì anche il povero Uria.
Davide venne informato da un messaggero dell’esito della missione e di come insieme ad altri ufficiali Uria era caduto.
Betsabea, saputo che suo marito era morto, fece il lamento per il suo uomo, ma era solo una ipocrisia bella e buona, tant’è che passati i giorni del lutto, Davide la mandò a prendere e l’accolse nella sua casa. Essa diventò sua moglie e gli partorì il figlio.
Ma ciò che Davide aveva fatto era male agli occhi del Signore.
Le malefatte, anche se ci sembra che nessuno le conosca, non possono rimanere occultate agli occhi di Dio.
La punizione che attende Davide è terribile: quel figlio nato dal peccato, benché creatura innocente, pagherà il fio dei suoi genitori. Si ammala gravemente e ben presto, nonostante le preghiere e i digiuni del re, muore.
La perdita di un figlio è davvero una sofferenza immane, inaccettabile e per Davide sarà una prova dolorosissima.
Il Signore mandò a Davide il profeta Natan che gli raccontò questa storia:
“Vi erano due uomini nella stessa città, uno ricco e un altro povero. Il ricco aveva tanto bestiame, il povero non aveva nulla, se non una sola, piccola, pecorella che egli aveva comprata e allevata; essa faceva parte della sua famiglia, gli era cresciuta in casa insieme con i figli, mangiando del suo pane, bevendo alla sua coppa e dormendo sul suo letto; era per lui come una figlia.
Un ospite di passaggio arrivò dall’uomo ricco e questi, invece di prendere una delle sue tante pecore per far mangiare il viaggiatore che era capitato da lui, portò via la pecora di quell’uomo povero, era l’unica pecora che quell’uomo possedeva, l’unico tesoro, e ne preparò una vivanda per l’ospite “.
Finito il racconto, l’ira di Davide si scatenò contro quell’uomo e disse a Natan: “Per la vita del Signore, chi ha fatto questo merita la morte! Pagherà quattro volte il valore della pecora, per aver fatto una tal cosa e non aver avuto pietà”.
Natan rispose: “Tu sei quell’uomo! Così dice il Signore, Dio d’Israele: Io ti ho unto re d’Israele e ti ho liberato dalle mani di Saul, ti ho dato la casa del tuo padrone e ho messo tra tue braccia tutte le donne che desideravi e dell’altro ancora ti avrei dato, se me lo avessi chiesto, allora perché hai disprezzato la parola del Signore, facendo ciò che è male ai suoi occhi? Tu hai ucciso Uria l’Hittita, per prenderti sua moglie, come se ti mancassero le donne, tu ne avevi quante ne volevi, ma hai preso l’unica che non ti spettava. Ebbene, la spada non si allontanerà mai dalla tua casa, poiché tu mi hai disprezzato e hai preso in moglie colei che era già moglie di un altro uomo.
Allora Davide pentito disse a Natan: “Ho peccato contro il Signore!”.
Davide a fronte del suo sincero e accorato pentimento, riceverà il perdono da Dio e proprio dal suo matrimonio con Betsabea nascerà il grande Salomone che avrà infinite benedizioni da parte di Dio.
Questa parola di Dio, scritta secoli fa contiene un grande messaggio per noi, uomini e donne del nostro secolo.
Nonostante l’uomo sappia essere buono e malvagio, eroe e vigliacco, santo e peccatore, Dio nella sua grande bontà e misericordia ha un progetto per tutti noi, un progetto d’amore, di bene e di salvezza.
Dio non approva il male, lo detesta e lo aborrisce , ma ci ama e nutre la nostra speranza e nonostante i nostri peccati, egli rimane sempre qui con noi, come giudice e come Padre misericordioso che attende solo il nostro pentimento.
Serafina Stanzione
Questa e tante altre storie di crudeltà confermano quanto poco o niente c’era di Dio nel vecchio testamento, sempre se parliamo del Dio che è amore conforme alla sua giustizia questo Dio uccide i bambini (vedi anche le piaghe d’Egitto) ordina al “suo popolo” di sterminare popolazioni intere ( vedi cananei) oppure distrugge sodoma e gomorra che, va bene che erano dei porci depravati ma, anche i bambini? ma se a Mosè aveva detto non uccidere?! che trall’altro Mosè quando scese dal monte Sinai fece una strage della sua popolazione… be che dire, alla luce di certe riflessioni voglio credere che gli ebrei giustificavano le loro porcate dicendo che Dio voleva così! come tanti popoli teocratici tutt’oggi fanno. il mio Dio è amore e non giustizia sommaria….questo dio non fa per me.
Le considerazioni di per sé condivisibili, perdono forza e credito se espresse in modo così polemico e privo di ogni senso critico.
I toni sono così poveri di amorevolezza da essere assimilabili ai comportamenti scorretti stigmatizzati dall’autore del commento.
Tentare di conformarsi all’amore di Dio comporta adottare anche modi, toni, parole adeguate.
Anche allora come oggi i potenti si salvano sempre, che sia la legge divina o la legge degli uomini cambia poco. Il fatto che muoia il figlio del peccato (adulterio), conseguenza della legge divina, è una favola, ed è solo una magra consolazione per gli allocchi.
Sono s’accordo con Dario sull’idea dell’equità: cioè che tutti andrebbero trattati allo stesso modo. Però preferirei allinearmi con l’atteggiamento di Gesù che ha perdonato l’adultera. D’altronde uccidere per un adulterio mi sembra davvero sproporzionato. A maggior ragione se a doverne pagare le conseguenze è solo la donna, come avveniva nella legge mosaica. Infatti l’adulterio secondo la legge ebraica riguardava solo la donna: l’uomo poteva fare e disfare quello che gli piaceva. Veramente una legge per “duri di cuore” come diceva Gesù.
La verità è che Davide si perdono’da solo…
…a quei tempi infatti… vigeva la legge mosaica la quale prevedeva la pena di morte senza possibilitàdi appello per gli adulteri…
…prima di questo episodio infatti… tutti coloro che si macchiarono di questo peccato furono messi a morte tramite lapidazione…e anche dopo…
…nessun altro fu perdonato per una colpa simile…se Betsabea avesse commesso peccato con qualsiasi altro uomo sarebbe stata uccisa senza pietà…
…lei si salvo’ grazie a Davide…godendo poi di tutti i privilegi del vivere a corte…fama prestigio e ricchezza…
…perchè loro sono stati perdonati e tutti gli altri no…quando in effetti per il loro peccato dovevano solo morire essendo la legge mosaica categorica ???
Interessante storia (menomale che Dio, alla fine ha risolto tutto con il lieto fine).