Dal sabato alla domenica

L’istituzione del Sabato:  Il termine sabato designa un riposo effettuato con intenzione religiosa che è legato al ritmo sacro della settimana, già in uso presso le popolazioni primitive del medio oriente, che chiude con un giorno di riposo, di gioia e di riunione cultuale il tempo lavorativo. Si tratta di una crescita culturale molto notevole in un periodo storico in cui non era previsto un momento da dedicare al riposo.
L’istituzione è molto antica, risalendo probabilmente in un’epoca precedente a Mosè che di fatto ne fa una legge vera e propria. Va sottolineato il lato umanitario di questo riposo che permetteva anche agli schiavi ed agli animali da soma di riprendere fiato dopo sei giorni di duro lavoro (Es 23,12).
Lo sviluppo della legge nel corso dei secoli gli conferì però un altro senso: con i suo lavoro l’uomo imita l’attività di Dio creatore e con il riposo del settimo giorno, ne imita il riposo sacro, per cui in questo giorno Israele ricorda che Dio lo ha santificato e dunque merita un culto speciale.

La pratica del Sabato: Il riposo del Sabato era concepito dalla legge in modo molto stretto diventando col passare del tempo sempre più esasperato. Vi era il divieto di accendere il fuoco, di raccogliere la legna, di preparare il cibo, di percorrere lunghi tragitti, di portare pesi e addirittura di esercitare opere buone che potessero essere considerate un lavoro. All’epoca dei Maccabei, la fedeltà al riposo del sabato è tale che un gruppo di Israeliti si lascia massacrare piuttosto che violarlo prendendo le armi per difendersi!
Il sabato veniva consacrato con una convocazione santa del popolo e con l’offerta di sacrifici nel tempio. Lontano da Gerusalemme (unico luogo in cui era previsto il tempio) questi riti venivano sostituiti con una adunanza singolare, consacrata alla preghiera comune ed alla lettura commentata della Sacra Scrittura.

dal sabato alla domenicaNel Nuovo Testamento: Gesù da perfetto ebreo non abroga esplicitamente la legge del sabato, infatti è di sabato che egli si reca nelle sinagoghe e annuncia il Vangelo; tuttavia trova da ridire al rigore formalistico in cui era inteso dai dottori della legge e dai farisei. Arriverà a precisare che «Il sabato è fatto per l’uomo e non l’uomo per il sabato» (Mc 2,27) ed il dovere della carità prevale sull’osservanza materiale del riposo (Mt 12,5; Lc 13, 10-1614, 1-5) Ed è questo uno degli appunti che i dottori della legge gli muovono.

I discepoli di Cristo: subito dopo la resurrezione, i suoi discepoli continuarono a frequentare le riunioni sabbatiche nelle sinagoghe e lì cominciarono ad annunciare il vangelo del Signore. Ben presto però il primo giorno della settimana, giorno della resurrezione di Cristo, col rinforzo della sua apparizione nel cenacolo  otto giorni dopo, diventa il giorno di culto della Chiesa e in quanto viene considerato come “giorno del Signore” (At 20,7; Ap 1,10) e designato proprio con questo nome “domenica” (dal latino “Dominica dies”).
Le pratiche che gli ebrei attribuivano al sabato vengono ben presto trasferite alla domenica. Così mentre gli ebrei nel settimo giorno commemoravano il riposo di Dio, i cristiani commemorano Gesù che nell’ottavo giorno, con la sua resurrezione, entra nel Regno dei Cieli e promette che, dopo di lui, anche i cristiani vi entreranno.

Per il cristiano sarà dunque la domenica il giorno da santificare poiché è proprio questo il vero sabato in cui gli uomini si riposano dalle loro fatiche, ad immagine di Dio che si riposa dalle sue opere (Eb 4,1-11; Ap 14,13).
Ultimamente questo senso si è andato perdendo a favore di un consumismo sfrenato che non riconosce più alcun riposo: le domeniche molti negozi rimangono aperti costringendo i lavoratori ad essere presenti. E la stessa consuetudine di equiparare la messa vespertina del sabato a quella domenicale (una concessione diventata ormai abitudine consolidata in molte parrocchie) fa allontanare sempre di più la sacralità di questo giorno.

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