Le presenti riflessioni riguardano l’uomo Cristo Gesù.
Innanzi tutto voglio far notare che Gesù Cristo, pur presentandosi all’esperienza umana come un personaggio storico come tutti gli altri, vissuto in terra di Palestina venti secoli fa, tuttavia si propone come l’Assoluto fatto uomo.
Cercherò di spiegarmi.
Nell’uomo Cristo, quale personaggio storico, ci credono tutti, atei compresi. Hegel lo ammirava e ne scrisse la vita nel 1795. Gandhi lo venerava e forse lo pregava.
Psicologi e psicanalisti, che ne hanno studiato i comportamenti, come vengono trasmessi dai vangeli, sono tutti d’accordo che era un uomo di una maturità psicologica, non dico eccezionale, ma ideale; addirittura l’unico personaggio storico che abbia vissuto in pieno la fase ultima dello sviluppo psicologico, quella genitale, ossia della oblatività totale. Anche Maometto lo considera nel suo Corano, un profeta di Dio. Eppure questi ammiratori spesso sono atei o per lo meno, come Gandhi e Maometto, non credono nella sua divinità. Lo accettano solo come uomo, magari addirittura il migliore che l’umanità abbia saputo dare.
Mi si permetta di far notare a tutti quanti che i suddetti sono in netta contraddizione o per lo meno sono poco informati. Tutto quello che possono sapere di Gesù lo sanno esclusivamente dai vangeli. In questi effettivamente l’uomo Cristo è presentato come persona di statura morale ed equilibrio psicologico unici: donde il loro giudizio positivo.
Però nello stesso Vangelo Gesù afferma di essere Dio in Persona, cui si deve precedenza assoluta su tutte le cose, compresa la propria vita. Egli si presenta come Jahvè (Mt 10,37; Es 3,15; Gv.8,59).
Insomma Cristo non si presta all’equivoco di chi lo vuole solo uomo a misura d’uomo. O egli è veramente l’uomo saggio equilibrato, di stature morale e intellettuale, unica, e allora se dice: “Io sono” (Gv.8,58) che in pratica è la traduzione italiana del nome di Dio, Javhè, bisogna credergli; oppure, appunto per quest’ultima affermazione, è uno squilibrato da non prendere sul serio. Non ci vuole una laurea per accorgersi che i sullodati ammiratori, da Hegel a Gandhi e Maometto, sono in evidente contraddizione e, quel che è peggio, non se ne accorgono.
Ma la cosa più grave è che noi cattolici, che dovremmo dargli testimonianza di vita, andiamo a fare confronti tra i suddetti e Cristo e tutto questo lo chiamiamo “ecumenismo”. Se Cristo è Dio, detti confronti sono irriverenza verso di lui. Se invece è un pazzo, è pazzia da parte nostra fare confronti e ci rendiamo partecipi della loro contraddizione.
Anche qui Cristo dimostra di essere l’Assoluto che non si presta al gioco di chi vuol venire a compromessi.
Dal “Cristo Inedito” di p. Nicola M. Verga ofm