Corsi, Catechesi e Catechismo

Istituzioni ormai vecchie e strategie superate

Molte parrocchie, in questo periodo, cominciano le catechesi per la preparazione degli adulti alla Cresima e degli sposi al matrimonio. In alcune chiese, questi corsi vengono organizzati ciclicamente, mentre Il catechismo dei fanciulli per la preparazione alla prima Comunione è iniziato già da ottobre. Ma con quali risultati?

Diciamolo senza paura: questo genere di corsi e catechesi o catechismi vari, sono chiaramente insoddisfacenti: pochissimi bambini partecipano alla messa domenicale a loro dedicata, spesso con scuse molto deboli.
Anche gli adulti che si preparano a ricevere i sacramenti della Cresima e del matrimonio vi arrivano, di solito, con scarsa preparazione e scarsissima partecipazione, almeno dal punto di vista spirituale: non partecipavano alla vita liturgica della chiesa prima e continueranno, per lo più, a non parteciparvi dopo.

Si cambiano strategie, si fanno programmazioni, si cercano nuovi metodi ma la sostanza non sembra cambiare. Ci si chiede quali possano essere le ragioni di un tale palese disimpegno.

Una delle cause principali pare essere l’annacquamento della fede a livello generale, tant’è che molte chiese vengono regolarmente e sempre più disertate. Ma anche per questo andrebbe rivisto l’operato di tutti coloro che si occupano di tenere questi corsi: catechisti laici e probabilmente anche alcuni sacerdoti.
La competenza dei primi, spesso risulta piuttosto scadente. Per lo più mamme o volenterosi che senza alcuna preparazione specifica vengono reclutati dal parroco di turno e si immergono in questo mondo senza approfondire la conoscenza teologica e sovente scimmiottando un ruolo che non gli appartiene.

I modi sono sbagliati, specie se ricalcano cliché preconciliari, con sacerdoti-catechisti che si affidano a libri di testo preconfezionati per a volte ripiegare nel superatissimo catechismo di Pio X.
In più, il buonismo delle concessioni e dei sacramenti “regalati” fa scadere il significato stesso della grazia che si va a chiedere e ricevere ai piedi dell’altare.

Ultima ma non meno importante, non va dimenticata la responsabilità di tutti coloro che frequentano le celebrazioni ma poi nella vita quotidiana non riescono a dare testimonianza della fede dentro le mura della chiesa ma ignorata a livello comportamentale. Si annuncia la comunità come una grande famiglia accogliente e basata sull’amore reciproco e si scopre che si vivono nella chiesa le stesse miserie, pettegolezzi, mormorazioni che si riscontrano in ogni ambiente: e questo è motivo di scandalo per chi si avvicina per la prima volta e spesso si allontana per sempre.

Ragion per cui, se tutti insieme e ciascuno personalmente non cambiamo rotta e non ci convertiamo, come dice Gesù nel suo Vangelo, allora, prepariamoci a vedere le nostre chiese frequentate solo e sempre più da fedeli che non hanno più nulla da chiedere alla vita, “lasciano fuori bestemmie e fanno pace con Dio”.

Saverio Schirò

LASCIA UN COMMENTO

Per Favore scrivi il tuo commento
Per favore inserisci il tuo nome