Contraccettivi e fede cristiana

Nel libro della Genesi, si parla della creazione dell’uomo e della donna la cui unione è finalizzata alla propagazione della specie umana (Gen 1, 27-28). Ispirandosi a questo criterio, la morale cattolica considera la prole come uno dei fini primari del matrimonio. Nulla da obbiettare sul principio generale, ma fino a che punto i coniugi devono sentirsi obbligati a tradurre in figli il loro amore?
amore familiareIl dato rivelato presenta i figli come una benedizione di Dio, ma è chiaro che il loro numero non può essere incontrollato. E d’altronde è sempre andata così.
Ma la domanda è un’altra: quali metodi sono considerati leciti per regolare il numero dei figli? Su questo la Bibbia tace assolutamente. La decisione è stata presa dalla gerarchia ecclesiastica le cui direttive sono categoricamente indirizzate alla proibizione dei contraccettivi. O meglio sono permessi quelli definiti naturali, mostrando una sorta di contraddizione e legalismo sorpassato. Le cose sono due: o si può controllare la natalità o questa deve essere accettata fino alle estreme conseguenze. E invece…
D’altronde anche il documento ufficiale che dava le direttive ufficiali, l’enciclica Humanae Vitae di Paolo VI, è nata in un clima di grande dissenso tra gli stessi teologi cristiani. Fra l’altro la stessa enciclica sottolinea l’importanza di una paternità responsabile che può suggerire mancate gravidanze in via temporanea o definitiva. La questione si gioca sui metodi usati per raggiungere tale scopo. La sensazione è che si tratta di tabù imposti dagli uomini ma che nulla hanno a che vedere con Dio che la Bibbia presenta sempre come estremamente comprensivo.
E su questa linea si muove praticamente l’atteggiamento dei preti: si gioca con i concetti e le parole e poi di fatto si chiudono tutti e due gli occhi. Vi ricordate dell’ultima volta che avete sentito parlare di contraccezione in una omelia? O avete idea di chi confessa questo “peccato”? E tutti, o quasi, adoperano dei mezzi contraccettivi. Dunque ci vorrebbe semplicemente il coraggio di lasciare liberi i cristiani nella loro coscienza senza far sorgere ingiusti sensi di colpa nelle persone più sensibili. Nel frattempo dobbiamo tenere presente e ricordare sempre che il giudizio finale di una azione è basata sulla coscienza formata alla luce del Vangelo. Dunque, pur rispettando le direttive ecclesiastiche, il cristiano potrà sempre rimettersi al giudizio di un Dio misericordioso che guarderà al cuore delle nostre scelte, se sono motivate dall’amore o dall’egoismo.

Adesso vediamo quali sono i mezzi anticoncezionali a disposizione e come funzionano, perché va tenuto in conto che qualcuno va sicuramente sconsigliato.
I mezzi cosiddetti naturali e consentiti dalla chiesa sono basati sull’astinenza periodica secondo il ciclo mensile.
Metodo Ogino knaus: astensione dai rapporti sessuali nei presunti giorni fertili, cioè il giorno dell’ovulazione e i tre giorni antecedenti.
Metodo Billings: consiste nel monitorare la quantità e qualità del muco cervicale, filante, trasparente e abbondante in fase preovulatoria, diventa giallo e grumoso fino a scomparire in fase ovulatoria. In questi giorni bisogna astenersi dai rapporti sessuali.
Rilevazione della temperatura basale: misurando la temperatura corporea al risveglio, si dovrebbe rilevare un innalzamento di circa 0,5° il giorno dell’ovulazione. L’astinenza deve essere prolungata nei tre giorni successivi.

Si capisce che oltre la “catena” psicologica dell’autocontrollo continuato, viene difficile accettare l’idea di dover programmare le effusioni amorose basandosi sul calendario. E in più questi metodi, per diverse ragioni non sono da considerarsi sicuri per impedire gravidanze indesiderate.
Tutti gli altri metodi, compreso il coito interrotto, usato da biblica memoria sono considerati illeciti dalla gerarchia ecclesiastica.
spirale intrauterinaPer onor di precisione dobbiamo ricordare che tutti i metodi contraccettivi, fisici, chimici o farmacologici, mirano ad impedire la fecondazione dell’ovulo. Invece, la spirale intrauterina (IUD) impedisce l’impianto dell’ovulo già fecondato all’interno dell’utero e per questo è considerato dalla chiesa un aborto procurato. Quindi da escludere in ogni caso.
Contrariamente alle prime informazioni, invece, la pillola del giorno dopo non influisce sull’impianto dell’ovulo fecondato, ma ne impedirebbe la stessa fecondazione, nulla potendo se questa fosse già avvenuta. In questo caso la pillola del giorno dopo è da considerarsi alla stregua di ogni altro anticoncezionale.

Saverio Schirò

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