Come si stabilisce la data della Pasqua


Scusate per la domanda che potrebbe sembrare banale, ma ho notato che la data della Pasqua varia di anno in anno e mi chiedevo con quale criterio viene stabilito il giorno.

Grazie dell’attenzione e complimenti per il sito che è molto interessante.
Giuseppe M.

Risponde Saverio Schirò

Grazie per la domanda che non è affatto banale, anzi credo che siano moltissimi, cristiani praticanti e non, che non conoscono il motivo di questa mobilità di data pasquale.
Intanto chiariamo subito che tale datazione non è stata stabilita subito dopo la morte e resurrezione di Gesù.
Sembra infatti che i primissimi cristiani si allineassero alla data della Pasqua ebraica per festeggiare l’evento della resurrezione. Poi, in seguito a discordanze e teorie differenti, il primo Concilio di Nicea (anno 325) stabilì che la solennità della Pasqua di Resurrezione sarebbe stata celebrata nella domenica che segue il primo plenilunio, dopo l’equinozio di primavera (il 21 marzo).

Dunque la data di Pasqua Cristiana è compresa tra il 22 marzo e il 25 aprile (inclusi).
Infatti, se la luna piena cade proprio il 21 marzo, e questo giorno è sabato, sarà Pasqua il giorno dopo (22 marzo); se invece è domenica, il giorno di Pasqua sarà la domenica successiva (28 marzo).
D’altro canto, considerando che il ciclo lunare è di 28 giorni, se il plenilunio avviene il 20 marzo (ultimo giorno prima dell’equinozio), quello successivo si verificherà il 18 aprile, e nel caso se questo giorno fosse domenica, occorrerebbe aspettare la domenica successiva, cioè il 25 aprile.

Un po’ di storia

La Pasqua cristiana, come abbiamo visto, è in stretta relazione con quella ebraica, chiamata Pesach che celebrava la liberazione degli Ebrei dall’Egitto ad opera di Mosè. La parola ebraica Pesach (passare oltre, tralasciare) deriva dal racconto dell’Esodo, in cui l’Angelo della Morte, vide il sangue dell’agnello sulle porte delle case di Israele e “passò oltre”, facendo morire solo i primogeniti maschi degli egiziani, compreso il figlio del faraone.
Con il Cristianesimo, la Pasqua ha perso il suo significato originario, venendo a connotare sempre un “passaggio”, ma passaggio da morte a vita per Gesù Cristo; passaggio a vita nuova per i cristiani (in particolare per quelli che, nella Veglia Pasquale, ricevevano il battesimo).
Ora, la Pasqua ebraica era fissata al giorno 15 del mese di Nisan del calendario ebraico, come prescrive la Bibbia (Esodo 12,1-18). Si tratta di un calendario lunisolare, quindi ogni mese inizia con la luna nuova e il quindicesimo giorno coincide con il plenilunio.  Il 15 del mese di Nisan dovrebbe corrispondere dunque al plenilunio successivo all’equinozio di primavera (21 marzo).
Ora, poiché l’anno ebraico medio è di circa 6 minuti e mezzo più lungo rispetto all’anno tropico, nel corso dei secoli si sono accumulati alcuni giorni di ritardo.
Attualmente quindi la Pasqua ebraica cade sempre tra il 26 marzo e il 25 aprile; questo intervallo di date però si sposta lentamente sempre più in avanti (circa 1 giorno ogni due secoli).
La questione sul metodo di calcolo della data di Pasqua fu molto dibattuta all’interno della Chiesa, soprattutto prima, ma anche dopo il Concilio di Nicea.
Parecchie chiese ortodosse utilizzano ancora il calendario giuliano (di Giulio Cesare), anziché il gregoriano, per il calcolo del giorno di Pasqua, che in tal modo viene celebrato in un giorno generalmente diverso rispetto a quello della Chiesa cattolica e delle chiese protestanti.
E’ in corso un tentativo da parte della Chiesa cattolica, delle chiese ortodosse e di quelle protestanti di stabilire una data di Pasqua che sia la stessa sia per le chiese occidentali, sia per quelle orientali. Ciò sarebbe possibile se, anziché ricorrere ad una data dell’equinozio fissata a priori (21 marzo), si procedesse a eseguire i calcoli sulla base del momento esatto degli eventi astronomici (equinozio e pleniluni).

Saverio Schirò 

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