Chi è Dio? Nessuno può rispondere a questa domanda. Nessuno. Qualsiasi cosa diciamo su Dio, qualsiasi pensiero formuliamo, qualsiasi idea ci facciamo, in qualunque modo lo immaginiamo, ciò non corrisponde alla verità: Dio è di più, molto di più; Dio è altro, è totalmente altro. Non esistono parole che possano esprimerlo. Non possiamo racchiudere Dio in una formula o in un concetto, sarebbe ridicolo pensarlo.
L’Essere Assoluto, la divinità, Dio, la Verità, l’Amore o comunque lo vogliamo chiamare, è inconoscibile: significa che non può essere compreso dalla mente razionale. Ripeto: non può essere compreso dalla mente razionale: e con questo il discorso potrebbe chiudersi!
E tuttavia la gente, compresi i sapienti e gli intellettuali, i teologi ed i filosofi, vivono nell’illusione di sapere e di sapere dire, non qualcosa, ma tutto di Lui. Certo, san Paolo giustamente dice che “In Dio viviamo, ci muoviamo e siamo”. Dice anche che la creazione mostra e testimonia la sua presenza; che possiamo riconoscere Dio anche attraverso le sue azioni nella storia. Ovviamente si tratta di analogie, come dirà poi Tommaso d’Aquino, non di definizioni.
E le sacre Scritture? Non sono la sua Rivelazione messa per iscritto?
Tutto vero, tutto giusto… ma si tratta solo di indizi, di accenni, nulla a che vedere con la vera essenza di Dio.
Il limite che abbiamo della conoscenza di Dio sta proprio nel concetto che di Lui abbiamo dentro di noi.
Quando pensiamo a Dio, quando cerchiamo di immaginarlo, non facciamo altro che proiettare su di lui tutte le cose limitate e spesso sbagliate che abbiamo appreso da bambini; cerchiamo consolazione per i nostri limiti e le nostre paure; lo carichiamo delle nostre attese, delle nostre preoccupazioni; desideriamo sicurezza e così facendo ci allontaniamo dalla realtà e dalla vita vera.
La religione, tutte le religioni, hanno assecondato questi nostri limiti e queste nostre aspettative dipingendoci un Dio che copriva tutte le nostre mancanze e tappava tutti i buchi del nostro vivere quotidiano, spesso duro, noioso, inutile e senza senso. E così di questo Dio si è detto tutto ed il contrario di tutto senza riuscire a spiegare un bel niente, a meno di usare termini metafisici, altisonanti, emozionanti ma che per l’uomo medio non significano proprio nulla.
Ci hanno detto che:
Dio è uno e unico, ma anche trino e tripersonale: già di per sé è un concetto che è impossibile immaginare e oltre questo è vero per noi ma non per le miliardi e miliardi di persone che vivono nel mondo o che sono vissute nella più totale inconoscenza di questo concetto.
Dio è puro spirito, ma lo abbiamo dotato di voce, di vista, di udito e di tutti i sentimenti umani (anche i più antipatici quali quelli vendicativi e pieni d’ira che non ammettono alcuna misericordia per gli errori).
Dio è onnipotente, cioè tutto può e tuttavia è impotente davanti alla libertà dell’uomo; una onnipotenza dunque limitata alla “onnipotenza” della libertà umana!
Dio è onniscente, sa tutto, ma non può interferire sulle scelte sbagliate e assurde degli uomini.
Dio è onnipresente, cioè è presente in ogni attimo della vita dell’uomo e tuttavia è totalmente altro dall’uomo, da apparire completamente assente.
Dio è impassibile, cioè nulla lo turba o cambia il suo essere ma spesso è dipinto pieno di passioni, di ira, di amore, di sdegno, di gelosia.
Dio è giusto, severo e inflessibile, che dà a ciascuno secondo le proprie azioni e tuttavia egli è pieno di misericordia e sempre pronto al perdono.
Chi ci ha capito qualcosa? Io no, di certo!
Una cosa mi appare chiara: se vogliamo accedere anche per un secondo alla magnificenza del nostro Dio, dobbiamo cominciare ad abbattere tutte le nostre convinzioni, distruggere i nostri preconcetti, le nostre precomprensioni, dobbiamo disimparare quello che ci hanno insegnato e diventare come bambini che non sanno nulla, che non vogliono sapere nulla, ma che vogliono solo vivere, amare, sperimentare, gustare.
Vivere senza capire, amare senza capire, sperimentare senza capire, gustare senza capire…
Forse era questo quello che voleva dire Gesù quando affermava che se non saremmo diventati come bambini non avremmo avuto accesso al Regno di Dio?
Saverio Schirò