Bullismo ed educazione (non solo scolastica)

Bulli e bullizzati, dopo l'episodio di Lucca una riflessione doverosa

Le immagini di un ragazzo che intima all’insegnate di mettergli un 6 e addirittura, con fare minaccioso, intimargli di mettersi in ginocchio, costituisce e rappresenta il superamento di un limite onestamente invalicabile.
Un “pischello” arrogante che presumibilmente mette in atto comportamenti aggressivi sviluppatesi in un contesto familiare. Quella che in casi come questo sembra mancare è proprio l’autorità educativa genitoriale e più in particolare quella paterna. Se viene a mancare questo presupposto, appare più evidente che in un contesto sociale dove il senso dei valori è in continuo cambiamento, gli innumerevoli input negativi veicolati da immagini non certo educative a cui sono sottoposti i ragazzi di oggi, non fanno presagire scenari futuri ottimistici.
Su una cosa non sono d’accordo, sul fatto che questi ragazzi non siano irredimibili. Irredimibile è la cultura che sta producendo questi atteggiamenti, ma dobbiamo ancora credere che ci siano le condizioni per intraprendere un cammino rieducativo e personalizzato per ognuno di loro. Credo che, in linea di massima, già la scuola svolga bene il proprio compito educativo, soprattutto se parliamo di quella primaria, riconosciuta a livello mondiale. Il passaggio alle scuole medie ha rappresentato e rappresenta ancora oggi il vero scoglio che mette in seria discussione la relazione alunno – docente. Cambiano gli alunni che da un anno all’altro passano dall’età evolutiva cosi detta “latente”, all’adolescenza, l’età del cambiamento ormonale. Poi mettici i valori ai quali si abbeverano, i programmi televisivi, uno smartphon in mano e genitori che si atteggiano a fratelli e sorelle, che riscoprono di essere genitori solo quando devono difendere i loro cuccioli dai rimproveri del corpo docente, e la frittata è fatta. Comunque io non creerei – come si evince da alcuni commenti postati sui Social – una sorta di dicotomia fra il corpo docente di una volta e quello di oggi. Di preparati e autorevoli (a prescindere dalla mollezza e la passività con cui si è fatto umiliare e bullizzare l’insegnate di Lucca) ne abbiamo anche oggi. Adesso molte cose si possono documentare facilmente, e gli alunni sono più svegli e meno sottomessi psicologicamente, ma prima, cosa succedeva negli asili? Nelle comunità, nei seminari o all’interno della stessa scuola….? Non raccontiamo il passato con troppo romanticismo, come un mondo magico in cui esistevano solo le fate… gli orchi esistevano, sia da una parte e che dall’altra.

Giuseppe Compagno

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