Buongiorno.
Ormai non so più a quante persone in carne ed ossa o in Rete ho fatto domande simili a quelle che leggerete, ma si sa che parlare spesso è “terapeutico” a prescindere dalle risposte che si possono ottenere. Alla fine, la fantasiosità e contraddizione di opinioni ascoltate, non ha fatto altro che confondermi sempre di più.
Io e mia moglie ci siamo sposati circa 30 anni fa, dopo due anni di fidanzamento.
Matrimonio religioso, da cristiani convinti: niente rapporti prematrimoniali, metodi naturali per la regolazione delle nascite, tre splendidi figli.
I soliti battibecchi, screzi, incomprensioni che quasi tutti hanno. A volte qualche lite più pesante.
Il problema maggiore, col senno di poi, era l’atteggiamento ansioso da parte, che la faceva sentire spesso “soffocata”, che le faceva “mancare l’aria”. Una mia generale insicurezza e paura che, anche se non hanno compromesso la mia vita sociale e professionale, hanno però creato più difficoltà di quanto immaginassi a livello familiare e di coppia.
Io davo come per scontato che, col passare degli anni, l’innamoramento e la passione dei primi tempi si sarebbe trasformato in un amore più tranquillo, difficilmente distinguibile da un bene profondo basato su una conoscenza e complicità di vecchia data.
Anche la dimensione sessuale, che in verità non è mai stata esasperata tra di noi, pensavo si sarebbe lentamente affievolita, magari con qualche ritorno di fiamma in occasioni particolari.
Tutte queste cose le pensavo io, ma evidentemente non lei: alcuni anni fa,  in una fase di crisi di coppia, coincisa con il suo reinserimento dopo tanti anni nel mondo del lavoro, l’abbandono della pratica cristiana, l’avvicinarsi della menopausa con i dubbi sulla propria femminilità, mia moglie si è lasciata coinvolgere in una storia con un amico comune.
La cosa è durata alcuni mesi,  poi, lei stessa ha deciso lei di chiudere e di rivelarmela, dicendo che comunque si era trattato di un errore, che non si sentiva innamorata e che si era trattato, diciamo, di un’avventura adolescenziale a scoppio ritardato.
L’ho perdonata, forse fin troppo in fretta, e ho cercato subito di ricostruire la relazione: abbiamo frequentato un breve ciclo di consulenza di coppia e le cose sembravano sulla buona strada, salvo che, dopo circa un anno (vale a dire circa due anni fa) lei mi ha detto che, basta, non se la sentiva più di avere rapporti sessuali con me.
E’ come se fosse scattato qualcosa, non so, come se si fosse chiusa improvvisamente una porta e avessimo perso la chiave.
Da allora abbiamo convissuto nei modi di una bella e solida coppia, con qualche screzio, qualche tensione, ma direi meno di un tempo. Abbiamo attraversato momenti difficili nei quali lei si è comportata con grande affetto e premura nei miei riguardi. E momenti di gioia, tra cui anche alcuni viaggi e vacanze, sia da soli che con amici, e tanti altri fatti grandi e piccoli che rendono interessante la vita.
Per concludere: passiamo lunghi periodi di apparente e in parte reale serenità e armonia, limitandoci a baci, carezze, gentilezze, ma non altro, poi ogni tanto, ad esempio ieri, ho sentito la mancanza del far l’amore con lei come intollerabile, mi è venuto il “magone” e gliene ho parlato, e lei ha risposto che mi vuole bene, non ha intenzione di lasciarmi, non ha altri e non ne cerca…. ma fare l’amore no: non se la sente proprio.
Da parte mia, io sento di amarla e glielo dico e lei lo sa, e penso che se finalmente scattassero in me alcuni cambiamenti, anche in lei qualcosa potrebbe, forse, iniziare a evolversi. Ma per ora la situazione è questa.
Mi sento di poter dire che, dovendo scegliere tra perdere la nostra vita in comune a favore di una nuova relazione che includa il sesso e vivere insieme, come si diceva un tempo, “come fratello e sorella”, opterei per la seconda ipotesi, ma mi chiedo: saprò resistere? E anche: sono sincero quando dichiaro queste cose?
Ho scritto fin troppo.
Grazie per l’attenzione

coppia separataCarissimo Amico, abbiamo letto con vivo interesse la tua storia, e ti confesso, con qualche piccolo sorriso perché sei stato capace di sdrammatizzare anche parlando di argomenti difficili come quelli che stai vivendo.
Vedi, le risposte al tuo problema le hai date tu stesso, strada facendo, e sono corrette a mio modo di vedere. Ascoltando le varie opinioni in Rete alla fine ci si confonde di più perché ognuno la vede a modo suo e tutti fanno più o meno lo stesso errore: pretendono di conoscere la soluzione univocamente rispetto ad una realtà che invece è sempre particolare e personale. Se definiamo con dei concetti l’amore, la coppia, la sessualità, finiremmo col disegnarla secondo un cliché che non si può applicare in tutte le singole realtà. Esattamente come la tua, che è unica pur avendo connotati simili ad altre situazioni.
Non abbiamo voluto commettere lo stesso errore e ci siamo rivolti ad una specialista, una nostra amica psicologa e le abbiamo chiesto quali possono essere le motivazioni di una persona per negarsi nell’intimità del letto al proprio partner. Una domanda generica che coinvolge molte più coppie di quello che pensiamo.
Se può esserti utile, puoi leggere la sua risposta nell’articolo che abbiamo pubblicato nel sito: “Coppia di fatto, separati di letto”
Per quanto riguarda il tuo caso specifico, secondo me, il problema neppure si pone. Entrambi state vivendo la fase dell’assopimento del desiderio sessuale, ed è assolutamente normale nel periodo della menopausa per la donna e dell’andropausa dell’uomo. Il sesso, è vero, esprimerebbe fuori di sé quello che si prova dentro per una persona, ma ovviamente segue il normale corso naturale. Viene assecondato dalla produzione di ormoni che rendono l’uomo “abile” ad esercitarlo e la donna pronta nell’accoglierlo.
Il sesso vissuto fino a tarda età è solo un mito, un modo per l’uomo per non arrendersi al naturale calo della libido, perché noi uomini proiettiamo tutta la nostra identità mascolina nella virilità. Ma non è corretto. Un uomo è molto di più, anzi è tutt’altro! Solo che la cultura lo vuole sempre pronto e sempre adatto a soddisfare schiere di donne disponibili. In realtà non è così che vanno le cose, perché un calo di libido, una deficienza circolatoria e una carenza ormonale rendono difficoltoso il mantenimento di una capacità erettile soddisfacente. La donna neppure ha questo problema: non ha voglia e basta. Nei casi più seri può arrivare a non essere in grado di accogliere dentro di sé l’uomo.
E allora che fare? Gli irriducibili si rifugiano nell’uso di coadiuvanti farmacologici che assicurano una parvenza di virilità fisica ma il desiderio, quello non possono produrlo. E allora il risultato non è “fare l’amore” ma solo “scopare”, “fare sesso” e francamente è molto deprimente se questo avviene all’interno di una coppia.
Sia chiaro, non giudico nessuno perché ognuno ha il proprio modo di vedere le cose, ma onestamente se dovessi fare sesso e non l’amore con la donna che amo, ebbene preferirei evitare. Anche e soprattutto se dall’altra parte trovassi una persona che pur senza voglia si concede solo per accontentarmi e arrivando a fingere pur di lasciarmi soddisfatto psicologicamente.
L’amore è molto di più ed è fatto da una infinità di cose che includono la sessualità solo alle condizioni di cui ti ho parlato. Non voglio definirlo per non cadere in discorsi stereotipi, ma chi lo vive sa di cosa sto parlando. E, ad ascoltare te, voi lo state vivendo in pieno anche se non lo volete chiamare con questo nome.
La coppia poi, è davvero tale se si sta bene insieme, se si condividono gioie e dolori, fatiche e speranze, progetti e preoccupazioni e voi, mi sembra, siete proprio su questa lunghezza d’onda.
Tua moglie mi sembra una donna veramente in gamba, “con le palle”, diremmo dalle nostre parti, ed è una fortuna che tu l’abbia avuta come compagna di vita e madre dei tuoi figli. Le debolezze che tutti possiamo avere, tu sei stato capace di perdonarle e questo vi fa grandi davvero. Non cadere tu nella trappola del “si deve fare così o cosà“. Accetta la tua condizione con serenità, senza forzature, senza pretese, senza chiedere contentini o elemosine. Vivendo da uomini con tutta la tenerezza e la complicità che già avete potrete essere davvero felici. Se poi capiterà che queste tenerezze diventeranno di tanto in tanto gesti più intimi, che ben vengano a patto che non siano considerati un banco di prova di un amore ormai trasformato che non ha bisogno di alcuna dimostrazione.

Saverio Schirò

 

 

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