(2 Libro dei Re, cap. 11)

ataliaAtalia, il cui nome stranamente significa “Dio è esaltato”, era figlia di Acab, re d’Israele, e di sua moglie Gezabele, il cui carattere forte e autoritario aveva piegato la debolezza del re suo marito ed aveva introdotto apertamente il culto di Bahal e di Ashera nel regno di Israele.
Gezabele aveva perseguitato furiosamente il profeta Elia di cui voleva la morte.
Alla morte di Acab subentrò nel regno il figlio Joram, che, manovrato dalla madre, praticava apertamente il culto delle divinità pagane. La figlia, Atalia, venne data in moglie al re di Giuda, Joram, figlio di Giosafat, per sigillare un patto di alleanza tra i due regni. Atalia aveva ereditato la cattiveria e la sfrenata ambizione di sua madre Gezabele, e, pur essendo in Gerusalemme, anch’essa praticava il culto pagano, nonostante che Joram fosse devoto a Jahvè, Dio dei Padri.
Joram regnò appena otto anni, perchè il suo regno era molto debole, ed in una incursioni degli Edomiti, venne ucciso e la sua famiglia sterminata. Si salvò soltanto il figlio Acazia, che gli successe nel regno all’età di 20 anni, mentre Atalia divenne la regina madre.
Acazia morì appena un anno dopo, ucciso insieme al re d’Israele Joram, suo zio, mentre era andato a fargli visita, in seguito ad un complotto organizzato da Jeu, che divenne re d’Israele.
Alla morte di Acazia, Atalia si guardò attorno e, visto che era circondata da uomini deboli, tramò con successo di sterminare tutta la discendenza regale per diventare la regina di Giuda. Ma una delle figlie del re Ioram suo marito, Ioseba, sorella di Acazia, riuscì a sottrarre il piccolo Ioas, figlio di Acazia, di appena un anno di età, ed insieme con la nutrice lo nascose in un posto dove Atalia non poteva trovarlo. Si rifugiarono nel tempio, sotto la custodia dei sacerdoti del tempio e per sei anni Atalia regnò sul paese.

Al settimo anno, Ioiada, sommo sacerdote, convocò i capi di centinaia e delle guardie e li fece venire nel tempio. Strinse con loro un’alleanza e presentò il piccolo Ioas, il figlio del re. Quindi organizzò con l’aiuto dei capi e delle guardie tutti i turni di servizio e di sorveglianza al tempio, e quando smontarono quelli del servizio del sabato, Ioiada chiamò tutte le guardie, consegnò ai capi di centinaia lance e scudi del re Davide che erano nel deposito del Tempio, e fece fare come un muro di uomini in modo che il re, uscendo dal suo rifugio, fu accompagnato fino all’altare del tempio e lì il sommo sacerdote Ioiada gli impose il diadema e le insegne, e lo unse con olio, e lo proclamò ufficialmente re. Tutti i presenti levarono grida di esultanza, battendo le mani ed esclamando: “Viva il re!”.
Le grida giunsero finoal palazzo e la regina Atalia corse verso il tempio, stracciandosi le vesti in segno di oltraggio e di sdegno, e gridando: “Tradimento, tradimento!”. Ma nessuno le dava retta. Il sacerdote Ioiada ordinò di scortarla fino alla reggia, perchè non voleva ucciderla nel tempio del Signore.
Uscita dal tempio, la presero e la trascinarono nella reggia attraverso l’ingresso dei cavalli. Quindi la uccisero di spada.
Così perì miseramente questa donna assetata di potere che aveva sterminato tutta la casata del re per impadronirsi del regno. E Ioas, suo nipote, figlio di Acazia, regnò al suo posto come legittimo erede.

Padre Pino Licciardi

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