(Anno A) IV Domenica del tempo ordinario

Le Beatitudini
Sof 2,3; 3,12-13, Sal 145, 1Cor 1,26-31, Mt 5,1-12

Con il discorso della montagna, dove Gesù proclama le beatitudini, ci troviamo proprio nel cuore del Vangelo, nella sua essenza più intima e profonda, senza la quale il Vangelo stesso perderebbe il suo centro. Ed il centro del Vangelo è la persona di Gesù, di cui le beatitudini ci danno un ritratto autentico. Se è vero che la predicazione di Gesù rispecchia quello che Lui sente e fa, perché viveva quello che predicava, allora le beatitudini sono “rivelazione” di Gesù, perché dicono quello che Lui è, ma sono anche anticipazioni del volto dei veri discepoli di Gesù, perché ogni discepolo deve seguire il suo Maestro.

Le “beatitudini” rappresentano i valori del Regno, cioè quegli atteggiamenti e quelle esperienze che nel Regno di Dio hanno valore, circolano, possono farsi valere, sono riconosciuti come importanti e preziosi.
Uno potrebbe facilmente rileggere le “beatitudini” a rovescio e trovare i valori opposti: al posto della “povertà in spirito” mettere l’autosufficienza e la ricchezza; al posto della “mitezza” mettere la prepotenza; al posto di “operatori di pace” mettere i provocatori insolenti… Insomma mettiamoci il contrario e ci troveremo esattamente la contrapposizione tra i valori mondani e i valori del Regno.

Vale la pena che le “beatitudini” le impariamo a conoscere, ad amare e a interiorizzare, perché pian piano devono costruire dentro al nostro cuore dei desideri, delle inclinazioni, dei movimenti che conducono a decisioni e a comportamenti. È un processo lungo, perché riuscire a interiorizzare le “beatitudini” richiede un cammino di purificazione e di esercizio lunghissimo, che abbraccia forse tutta la nostra vita, ma rimane come un impegno che ci viene proposto. La scelta di vivere secondo la logica delle beatitudini viene a sconvolgere le abituali relazioni degli uomini, che si fondano sul potere, sulla menzogna, sulla ricerca del proprio interesse e del proprio immediato vantaggio o piacere, per sostituirle con relazioni sane di verità, di rispetto verso l’altro, di solidarietà, di giustizia e di gratuità, di misericordia e di amorosa disponibilità. Lo vogliamo?

Padre Pino Licciardi

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